Il vicepremier sulla vicenda della nave ormeggiata per giorni al porto di Catania: "L'Europa non ci ha aiutato, da ora in poi parleremo direttamente con i Paesi”. Poi assicura che arriverà una "legge di bilancio coraggiosa". Sul ponte Morandi: "Ricostruiamo noi"
Il caso della nave Diciotti, con il mancato aiuto dall'Unione europea e l'intervento della Cei, ma anche la prossima legge di bilancio e la ricostruzione del ponte Morandi. Sono i temi al centro dell'intervista a tutto campo del vicepremier Luigi Di Maio a Sky tg24. Sui migranti sbarcati dalla nave Diciotti, una parte dei quali verranno accolti dalla Chiesa cattolica (gli altri da Albania e Irlanda), Di Maio ha spiegato: "Se la Cei si prende in carico la gestione significa che non graveranno sulla spesa dei cittadini italiani per il sistema di accoglienza". "La nave Diciotti - ha proseguito - viene descritta come un lager, ma il vero lager è il Cara di Mineo, che prima chiude e meglio è. Rispetto alla posizione iniziale gioveranno di un sistema di accoglienza di qualità maggiore" (VIDEO).
"Non facciamo politica sulla pelle dei migranti"
Da Di Maio è arrivata anche una risposta indiretta a Ivan Maffeis, portavoce della Cei, che in un'intervista a Sky tg24 aveva detto: "Non si può far politica sulla pelle dei poveri". "Noi non facciamo politica sulla pelle dei migranti", ha replicato il vicepremier. "Il nostro primo obiettivo, come Guardia costiera, è stato andare a prendere in acque maltesi quei disperati - ha aggiunto -. Quando arriverà un’altra nave, come sempre li aiuteremo. Ma gli altri Paesi, anche quella volta, dovranno dimostrare di volerci dare una mano. Siamo una piattaforma sul Mediterraneo e abbiamo diritto a un aiuto rispetto a tutti gli altri che hanno coste piccolissime".
"Sulla Diciotti decisione di tutto il governo"
Di Maio ha ribadito che, sulla vicenda Diciotti, noi del governo “abbiamo lavorato compatti e in squadra per arrivare all’obiettivo, che era quello di assicurare il principio che chi arriva in Italia arriva in Europa” (VIDEO). "L'unico motivo per cui non abbiamo fatto subito sbarcare i migranti è perché cercavamo Paesi che ci aiutassero nella redistribuzione. Un meccanismo che richiede del tempo. La decisione è stata di tutto il governo", ha assicurato. Sul modello "no way" australiano ipotizzato dall'altro vicepremier Matteo Salvini, ha aggiunto: "Non è nel contratto di governo, è legittimo che sia un obiettivo di Salvini, ma come politiche di governo siamo per fermare le partenze, che è un altro concetto”.
"Ue non ci ha aiutato"
Poi dal ministro del Lavoro l'ennesimo attacco all'Europa: “L’ Ue non ci ha aiutato, vorrà dire che da ora in poi parleremo direttamente con i Paesi senza passare per una struttura che ha finto di fare una riunione venerdì e poi se n’è andata al mare”. Con l'Europa, ha aggiunto il vicepremier, "abbiamo provato la linea morbida e non ha funzionato, inizia la linea dura. D’ora in poi, se funziona così il loro sistema di solidarietà, non daremo più un euro. E per quanto mi riguarda, si pone il veto sul bilancio europeo finché le cose non cambiano". Un attacco anche a Francia e Germania: "Il governo del cambiamento sta iniziando a mettere in mostra tutte le ipocrisie dell’Europa. Ci hanno fatto la morale Macron e Merkel che dovevamo fare gli accoglienti: in questi giorni se ne sono andati al mare e non ci hanno neanche risposto".
Sul tweet contro Alfano: situazione diversa rispetto a Salvini
Di Maio ha parlato anche del suo tweet del 2016 - in cui chiedeva le dimissioni dell’allora ministro dell’Interno Angelino Alfano indagato - tornato alla ribalta dopo la notizia che Matteo Salvini è ora nella stessa posizione. “Alfano si doveva dimettere perché era Angelino Alfano. L’indagine, che non era legata a una decisione politica, era una delle tante ragioni. Non stiamo cambiando linea. In questo caso è un atto dovuto a carico del ministro dell’Interno, ma la decisione di non far sbarcare i migranti dalla Diciotti è stata di tutto il governo”. Poi il vicepremier ha aggiunto: “Chiedo rispetto per la magistratura, non riportiamo il Paese alle guerre tra magistrati e politici”.
"Legge di bilancio coraggiosa"
Di Maio ha parlato anche di altri argomenti. Ha assicurato che sta per iniziare un “autunno caldissimo” e tra i temi in agenda ha elencato il superamento della legge Fornero, il reddito di cittadinanza, la flat tax, la legge anticorruzione, quella per eliminare le pensioni d’oro (VIDEO). “Se l'estate è stata rovente, non potete immaginare cosa sarà l'autunno, con i poteri forti che ci stanno facendo la guerra”, ha detto. E ha spiegato che il governo intende fare una “legge di bilancio coraggiosa che metta al centro i cittadini”. “Se in Europa ci hanno trattato così sul'immigrazione, mi immagino cosa faranno sui conti”, ha aggiunto.
Ponte Morandi: "La ricostruzione la facciamo noi"
Una battuta anche sull’Ilva: “È una corsa contro il tempo, devo concludere gli ultimi accertamenti per capire se la gara si può annullare. Ma il tavolo sindacale deve andare avanti e io ci sarò”. E, infine, sulla ricostruzione del ponte Morandi di Genova: “Per me Autostrade ci deve mettere al massimo i soldi - fa metà del suo dovere, ma non andremo a chiedere l'elemosina - ma il ponte lo deve ricostruire un'azienda di Stato, con manager di Stato”. “La ricostruzione la facciamo noi – ha ribadito Di Maio (VIDEO) – e inoltre avviamo la revoca delle concessioni. Nei prossimi giorni il ministro Toninelli pubblicherà i contratti di Autostrade e là ne vedremo delle belle. Contratti che nessun imprenditore onesto in Italia ha mai avuto dallo Stato”. Sulla nazionalizzazione ha aggiunto: “È importante perché non nazionalizzare significa ridare le autostrade italiane ai Benetton e non lo voglio fare”. Poi ha concluso: “Le infrastrutture strategiche in Italia servono come il pane, si devono fare. Ma il problema della gronda è che sarà pronta per il 2029, il ponte nuovo serve adesso”.