Cecilia Sala, Iran: "Arresto non legato a quello Abedini". Mantovano sentito al Copasir
PoliticaIl sottosegretario per due ore e mezza ha illustrato i passi del governo e le trattative messe in campo per riportare a casa la giornalista, arrestata in Iran il 19 dicembre e rinchiusa nel carcere di Evin. Portavoce Ministero degli Esteri iraniano: "Il caso è oggetto di un'inchiesta". Nei giorni scorsi la famiglia della cronista ha chiesto il silenzio stampa
Il sottosegretario Alfredo Mantovano - autorità delegata alla sicurezza della Repubblica - è stato sentito per due ore e mezza al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, per illustrare i passi del governo e le trattative messe in campo per riportare a casa Cecilia Sala, da 18 giorni in carcere in Iran. Tra questi c’è anche il viaggio della premier Giorgia Meloni nella residenza del prossimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Iran: "Il caso è oggetto di un'inchiesta"
Il caso Sala è oggetto di un'inchiesta, ha reso noto oggi il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei. "La giornalista italiana è stata arrestata per 'violazione delle leggi della Repubblica Islamica (dell'Iran), come ha affermato in un comunicato il dipartimento dei media esteri del ministero della Cultura e dell'Orientamento Islamico", ha aggiunto Baghaei. "L'annuncio sugli ultimi sviluppi e i dettagli del caso spetta al portavoce della magistratura (Asghar Jahangir)", si legge nel suo comunicato settimanale.
Iran: "Arresto Sala non c'entra con quello di Abedini"
Inoltre il ministero degli Esteri iraniano ribadisce che l'arresto di Cecillia Sala non ha legami con l'arresto in Italia del cittadino iraniano Mohammad Abedini Najafabadi su mandato americano, per l'accusa di esportazione di tecnologia sensibile statunitense in Iran e violazione delle sanzioni statunitensi. "La giornalista italiana è stata detenuta per violazione delle leggi iraniane", mentre, al contrario, "la misura presa dagli Stati Uniti contro Abedini è una sorta di presa di ostaggi", ha aggiunto Baghaei.
La famiglia chiede il silenzio stampa
Nei giorni scorsi la famiglia della giornalista, arrestata in Iran il 19 dicembre e portata nel carcere di Evin, ha chiesto il silenzio stampa sul caso: "La situazione è complicata e molto preoccupante. Per provare a riportarla a casa, il nostro governo si è mobilitato al massimo e ora sono necessari, oltre agli sforzi delle autorità italiane, riservatezza e discrezione", hanno scritto i genitori. Una richiesta subito accolta: quasi scomparse sui media le dichiarazioni politiche e le ricostruzioni della vicenda. Annullate, inoltre, le manifestazioni di protesta in chiave anti Teheran.