La giornalista romana è sottoposta a un regime di carcere duro: secondo quanto riportato da amici dei genitori della reporter, Sala ha telefonato alla sua famiglia il 1 gennaio e ha raccontato di dormire sul pavimento della sua cella al freddo, con due coperte. Non c'è una brandina e le luci sono sempre accese
È rinchiusa in una cella del carcere iraniano di Evin da quattordici giorni Cecilia Sala, la giornalista romana arrestata il 19 dicembre. Le condizioni in cui si trova sono drammatiche: secondo quanto riportato da amici dei genitori della reporter, riferisce Il Post, Sala ha telefonato alla sua famiglia il 1 gennaio e ha raccontato di dormire sul pavimento della sua cella al freddo, con due coperte. E ha detto di essere stata privata anche dei suoi occhiali da vista. All'interno della cella non c'è nulla, nemmeno una brandina, e le luci sono sempre accese. Sala si trova in un regime di isolamento completo. Non ha ricevuto il pacco consegnato sabato dall’ambasciata alle autorità del carcere iraniano, che conteneva alcuni articoli per l’igiene, quattro libri, sigarette, un panettone e una mascherina per coprire gli occhi. Il ministero degli Esteri italiano aveva invece sostenuto due giorni fa che il pacco fosse stato consegnato in cella.
La richiesta dell'Italia all'Iran
"Garanzie totali sulle condizioni di detenzione di Cecilia Sala" e la sua "liberazione immediata": è quanto l'Italia ha chiesto all'Iran in una nota verbale che la Farnesina ha consegnato ieri formalmente a Teheran. Nel messaggio si chiedeva anche la possibilità di inviare a Sala generi di conforto e la garanzia che siano consegnati davvero alla giornalista. Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno il 31 dicembre ha ricordato il caso della giornalista: "Interpreto l'angoscia di tutti per la sua detenzione e le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia".