Nave Diciotti, Salvini indagato dalla Procura di Agrigento

Politica
Matteo Salvini durante il comizio della Lega a Pinzolo (FOTO: Ansa)

Le ipotesi di reato sono: sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio. Sottoposto a indagini anche il capogabinetto del ministro. Il vicepremier chiede una riforma della giustizia e dice: "Vergogna, non ci fermeranno" 

Sono quasi le ore 21.30 di sabato 25 agosto quando il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, apprende di essere indagato dalla Procura di Agrigento nell'ambito dell'inchiesta sul caso "Diciotti". Le ipotesi di reato sono: sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio. Indagato anche il capogabinetto del ministro. La notizia scuote la festa della Lega di Pinzolo, in provincia di Trento. È qui che Salvini detta ai suoi la strategia di difesa e dal palco dice: "Vergogna, non ci fermeranno". 

Indagati il ministro Matteo Salvini e il suo capogabinetto

La decisione della procura di Agrigento di indagare il ministro Matteo Salvini e il suo capogabinetto è arrivata al termine della missione romana del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio che ha trasmesso gli atti alla procura di Palermo
per il successivo passaggio "al tribunale dei ministri della stessa città". Tale procedura di "legge costituzionale 16/1/89 n. 1, permetterà, con tutte le garanzie e le immunità previste dalla medesima legge, di sottoporre ad un giudice collegiale specializzato le condotte poste in essere dagli indagati nell'esercizio delle loro funzioni. Ogni eventuale negativa valutazione delle condotte - spiega - dovrà essere sottoposta alla autorizzazione della competente Camera".

Salvini: nessun indagato per Genova e indagano me

"Possono arrestare me, ma non la voglia di 60 milioni di italiani. Indaghino chi vogliono” ha detto Salvini da Pinzolo. “Dieci giorni fa è crollato un ponte sotto il quale sono morte 43 persone e non c'è un indagato; ma indagano un ministro che salvaguardia la sicurezza di questo Paese. È una vergogna". “Aspetto con il sorriso il procuratore di Agrigento, voglio spiegargli le mie ragioni – ha proseguito Salvini -. Aspetto un procuratore che indaghi i trafficanti e chi favoreggia l'immigrazione clandestina. Gli ricordo che gli scafisti comprano armi e droga che poi viene spacciata magari fuori dalle scuole dei nostri figli". 

Salvini: serve una riforma della giustizia

"È una vergogna essere indagati per difendere gli italiani serve la riforma della giustizia. Fate più in fretta a smaltire questi processi: non ci si possono mettere tanti anni, non si possono trattenere tanti imprenditori in attesa di giustizia. Faccio affidamento ai tanti magistrati per bene”. Ha detto Matteo Salvini intervenendo a Pinzolo. “Buttate fuori le correnti dalle aule e se qualcuno vuole fare politica per il Pd si candidi".

Qual è il filone delle indagini

Sabato romano per il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio e il suo sostituto Salvatore Vella. In circa 3 ore al Viminale hanno sentito, come persone informate sui fatti, il capo del Dipartimento Libertà civili e Immigrazione prefetto Gerarda Pantalone, e il vice capo del Dipartimento, prefetto Bruno Corda. Obiettivo di Patronaggio, che nei giorni scorsi era salito su nave Diciotti per una ispezione, era ricostruire la catena di comando per individuare chi ha dato l'ordine di non fare sbarcare i migranti. Le indagini sono state delegate alla Guardia costiera, verso la quale c'è stata fin da subito la massima fiducia. Oltre ad Agrigento indagano sul caso Diciotti anche la procura di Palermo che ha aperto un'inchiesta per associazione a delinquere finalizzata al traffico di uomini, e quella di Catania con un fascicolo di 'atti relativi'.

Cosa accade adesso

"La procedura prevede che gli atti vengano trasmessi al procuratore della Repubblica di Palermo che, entro 15 giorni, li dovrà poi girare ala sezione del distretto di Palermo del Tribunale dei ministri, organismo composto da tre magistrati scelti per sorteggio ogni due anni e attualmente in carica". ha spiegato il presidente del Tribunale di Palermo, Salvatore Di Vitale. "In ogni caso il tribunale dei ministri dovrà eseguire un'istruttoria alla fine della quale può archiviare ovvero trasmettere nuovamente le carte al procuratore della Repubblica che dovrà inoltrare l'autorizzazione a procedere alla Camera di competenza". 

 

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