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Salvini: ho votato salva-Benetton ma chi non ha vigilato taccia

Politica

Il ministro dell'Interno ammette il voto a favore del decreto sul rinnovo delle concessioni ma attacca "chi ha governato per anni e anni". Giorgetti: "A posteriori fu errore quel voto". Il sottosegretario scettico su nazionalizzazione di Autostrade

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Matteo Salvini ammette di aver votato il "Salva Benetton", il decreto sul rinnovo delle concessioni di Autostrade. Ma poi aggiunge: "Da parte di chi ha governato per anni e anni e ha firmato e verificato le concessioni, un buon silenzio sarebbe opportuno". Le parole del ministro dell’Interno si inseriscono nella polemica scatenata dal Partito Democratico che ieri, 19 agosto, ha fatto notare che l’attuale leader del Carroccio nel 2008 ha votato il decreto del governo Berlusconi (COME FUNZIONA IL SISTEMA DELLE CONCESSIONI). Un altro esponente leghista, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, commenta quel voto dicendo che "probabilmente fu un errore. A posteriori fu un errore", aggiungendo di "aver scoperto adesso" dei contributi del gruppo al partito, precisando di non aver ricevuto "mai nessuna pressione o influenza". E si è mostrato scettico sulla eventuale nazionalizzazione delle Autostrade italiane: "Non sono molto persuaso che la gestione dello Stato sia di maggiore efficienza".

Salvini: "Il pubblico deve controllare"

La proposta del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, di nazionalizzare le autostrade è stata commentata anche da Salvini: "Io sono a favore di una sana compresenza tra pubblico e privato. Ma il pubblico deve controllare. In questo caso il privato ha fatto un disastro ed è un privato molto ben pagato”. Il ministro dell’Interno assicura che nelle mosse del governo non c’è voglia di vendetta ma “di giustizia”. E aggiunge: “Se dovremo tagliare taglieremo in fretta".

Il ponte della Magliana a Roma

In linea con l'intenzione annunciata dal governo di un piano nazionale di controllo di tutte le Infrastrutture, Salvini ha parlato anche del ponte della Magliana, a Roma, e dei controlli svolti negli ultimi mesi: “I vigili del fuoco in un sopralluogo fatto a febbraio avevano riscontrato alcune problematiche, uno stato di ammaloramento e poi la struttura competente si è mossa ad aprile. Ora mi farò mandare una relazione".

Renzi: "Ridicolo dare la colpa al Pd"

Intanto, l’ex premier Matteo Renzi, attacca la posizione dell’esecutivo dalle colonne del quotidiano Repubblica: “Il governo passa la settimana a dare la colpa ai governi di prima, ma questo clima giacobino rischia di ritorcersi contro i presunti rivoluzionari", dice Renzi, commentando i fischi ricevuti dagli esponenti Pd durante i funerali solenni a Genova. Ma il senatore dem esorta anche l’opposizione: “Dobbiamo andare all'attacco, non stare sulla difensiva", in particolare sui soldi di Autostrade “presi dalla Lega come contributo elettorale e il premier Conte nella veste di avvocato” e il no alla Gronda di “Beppe Grillo e Toninelli”. E conclude: "Dare la colpa al Pd per il ponte è ridicolo prima che vergognoso".

Martina: "Ripartire dai fischi"

Sulla questione dei fischi ricevuti durante i funerali si esprime oggi anche il segretario Pd Maurizio Martina: "Da quei fischi noi dobbiamo ripartire per cambiare. L'unica cosa da non fare è trattare con sufficienza il clima che sta attraversando il paese, perché ci riguarda". Rimettersi a fianco delle persone e tornare con i "piedi in strada": queste le mosse che, secondo Martina, il Pd deve intraprendere per sconfiggere "il pericolo rappresentato da chi governa oggi".

Delrio: "Dopo il crollo troppe bugie che disonorano i morti"

Tra le voci politiche sul crollo di Genova c'è anche quella dell'ex ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio: "Dopo il crollo del ponte di Genova sono state dette troppe bugie, che tra l'altro disonorano i morti: da parte dei governi precedenti a guida Pd non c'è stata nessuna proroga delle concessione dal 2038 al 2042 e nessuna secretazione degli atti", ha affermato Delrio, che poi aggiunge: "Non ci è mai stata segnalata la necessità di limitazione del traffico", segnala riferendosi all'inchiesta dell'Espresso sulle riunioni tecniche anche al ministero che in febbraio evidenziavano un calo dell'efficienza dei tiranti.