Fini: “Berlusconi delegittima i magistrati”

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Il presidente della Camera difende i giudici, dopo il nuovo attacco del premier alle toghe. E alle opposizioni dà un consiglio: “Bisogna smettere di pensare che Berlusconi cadrà per via giudiziaria. Lui perde credibilità per le promesse che non mantiene"

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"Non posso accettare che il presidente del Consiglio si scagli contro i magistrati delegittimando il corpo giudiziario". Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini all'indomani dell'ennesimo attacco alle toghe del premier Silvio Berlusconi.
Il leader di Fli, a Cagliari per sostenere il candidato sindaco Fli Ignazio Artizzu, parlando in un albergo della città in occasione della presentazione del suo libro "L'Italia che vorrei" ha poi aggiunto: "Chi riveste cariche istituzionali si deve rendere conto dell'errore enorme che compie ogni volta che delegittima la magistratura". E ha sottolineato che lunedì 9 maggio è prevista una cerimonia solenne al Quirinale, in occasione dell'anniversario della morte di Aldo Moro, per commemorare le vittime del terrorismo tra cui diversi magistrati.

Il presidente della Camera ha messo in evidenza che comunque "bisogna riformare la giustizia", ma ha anche rimarcato come "il simbolo della giustizia è la bilancia e quindi bisogna avere grande tensione a garantire l'equilibrio". "Ogni cittadino - ha aggiunto il presidente della Camera - è innocente fino al terzo grado di giudizio ma occorre fare attenzione garantendo l'imputato e dimenticando che c'è una parte lesa". Fini ha anche ricordato che "la parola legalità è scomparsa dal vocabolario politico del centrodestra". "Legalità - ha aggiunto - è qualcosa di più impegnativo della sicurezza: è un abito mentale vuol dire rispetto per chi lavora, per la forza dell'esempio e per le istituzioni. Ogni volta che si reclama un diritto si deve anche essere pronti a un dovere".

Sul Pdl ha poi osservato: "Il Pdl pur di non disturbare la Lega ha progressivamente annacquato la propria identità sulle questioni fondamentali della coesione e dell'orgoglio nazionali". "Il 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia", ha sottolineato Fini, "per qualcuno non doveva essere affatto celebrato oppure ridotto ad una qualche sterile iniziativa piena di ragnatele e retorica. Al contrario, anche per impulso del Capo dello Stato, abbiamo visto come gli italiani hanno sentito la necessità di fermarsi a riflettere sulla propria storia per costruire un solido futuro". Fini ha attaccato la Lega sottolineando ancora una volta che "l'alleato del Pdl non ha una identità nazionale" perché la Padania "tutt'al più è una pianura". "Da Ventimiglia al Cadore cosa può unire gli italiani del nord se non essere del nord?", ha chiesto ironicamente Fini.

Poi, dà un consiglio al centrosinistra. E non solo. "Tutte le opposizioni devono smettere di pensare che Berlusconi possa essere battuto per via giudiziaria. Il presidente del Consiglio, infatti, perde credibilità perché promette cose che non mantiene mai, non per questo o quel processo e non va dimenticato che dal 2001 al 2011 è stato a Palazzo Chigi per otto anni". E ancora: "Non è la via giudiziaria che sta indebolendo il centrodestra, per cui la sinistra deve smettere di pensare che sarà un processo a farlo cadere". "Berlusconi, dal canto suo", ha aggiunto Fini, "deve smettere di pensare che i magistrati ce l'hanno con lui per ragioni politiche e, come le cose dimostrano, anche se ci sono processi in corso si può continuare tranquillamente a governare perché non c'è alcun tipo di impedimento. Occorrerebbe invece una responsabilità di tutte le parti per staccare un po' la spina, se no si va verso il cortocircuito".

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