
Per Bersani "aria nuova significa vincere in sette regioni"; per Berlusconi "la vera vittoria sarebbe che la maggioranza dei cittadini fosse amministrata da noi". Con queste premesse, a urne chiuse, entrambi potrebbero cantare vittoria contemporaneamente
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di Filippo Maria Battaglia
Comunque vada, sarà un successo per entrambi, almeno secondo le rispettive previsioni.
Per indicare il livello dell’asticella che coinciderebbe con la vittoria alle prossime regionali, infatti, Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani hanno indicato due parametri diversi, che non si escludono necessariamente.
Nell’intervista a Sky Tg24 , il segretario del Pd aveva detto che “aria nuova significa vincere in sette regioni”, dunque conquistare la leadership della maggioranza.
Per il presidente del Consiglio, il traguardo invece è un altro: “la vera vittoria – ha detto il premier, intervistato da Emilio Carelli - sarebbe che la maggioranza dei cittadini fosse amministrata da noi”.
Una diversità di interpretazione che a urne chiuse potrebbe accontentare entrambi.
Gli elettori chiamati alle urne domenica e lunedì prossimo sono infatti 40.830.521; le regioni, invece, ammontano a tredici ma, ovviamente, non sono abitate dallo stesso numero di residenti.
Così se il centrosinistra dovesse conquistare ( l’ipotesi è assolutamente teorica e sganciata da qualsiasi sondaggio o rilevazione, ndr ) regioni quali la Calabria, la Basilicata, la Puglia, le Marche, l’Umbria, la Toscana e l’Emilia Romagna, tutti e due gli schieramenti potrebbero cantare vittoria.
Il centrosinistra otterrebbe infatti la leadership nella maggioranza delle regioni (sette contro sei); il centrodestra governerebbe la maggioranza dei cittadini che sono andati al voto (venticinque milioni contro quindici). E a urne chiuse si potrebbe assistere una scena per niente inedita alle latitutidini nostrane: sarebbero tutti felici e contenti; e, soprattutto, canterebbero entrambi vittoria.
L'intervista di Sky Tg24 a Silvio Berlusconi:
L'intervista di Sky Tg24 a Pier Luigi Bersani:
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Comunque vada, sarà un successo per entrambi, almeno secondo le rispettive previsioni.
Per indicare il livello dell’asticella che coinciderebbe con la vittoria alle prossime regionali, infatti, Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani hanno indicato due parametri diversi, che non si escludono necessariamente.
Nell’intervista a Sky Tg24 , il segretario del Pd aveva detto che “aria nuova significa vincere in sette regioni”, dunque conquistare la leadership della maggioranza.
Per il presidente del Consiglio, il traguardo invece è un altro: “la vera vittoria – ha detto il premier, intervistato da Emilio Carelli - sarebbe che la maggioranza dei cittadini fosse amministrata da noi”.
Una diversità di interpretazione che a urne chiuse potrebbe accontentare entrambi.
Gli elettori chiamati alle urne domenica e lunedì prossimo sono infatti 40.830.521; le regioni, invece, ammontano a tredici ma, ovviamente, non sono abitate dallo stesso numero di residenti.
Così se il centrosinistra dovesse conquistare ( l’ipotesi è assolutamente teorica e sganciata da qualsiasi sondaggio o rilevazione, ndr ) regioni quali la Calabria, la Basilicata, la Puglia, le Marche, l’Umbria, la Toscana e l’Emilia Romagna, tutti e due gli schieramenti potrebbero cantare vittoria.
Il centrosinistra otterrebbe infatti la leadership nella maggioranza delle regioni (sette contro sei); il centrodestra governerebbe la maggioranza dei cittadini che sono andati al voto (venticinque milioni contro quindici). E a urne chiuse si potrebbe assistere una scena per niente inedita alle latitutidini nostrane: sarebbero tutti felici e contenti; e, soprattutto, canterebbero entrambi vittoria.
L'intervista di Sky Tg24 a Silvio Berlusconi:
L'intervista di Sky Tg24 a Pier Luigi Bersani: