Guerra in Ucraina, a Palermo manifestazione per la pace

Sicilia
@Raffaella Daino

 I partecipanti hanno esibito bandiere della pace e cartelli con la scritta 'Fermiamo la guerra'

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Manifestazione a Palermo per esprimere solidarietà nei confronti del popolo ucraino dopo l'invasione da parte della Russia (IL CONFLITTO IN DIRETTA - LO SPECIALE - TUTTI I VIDEO DA KIEV). Il presidio si è concentrato davanti al Teatro Politeama Garibaldi. I partecipanti hanno esibito bandiere della pace e cartelli con la scritta 'Fermiamo la guerra'. Sempre per condannare ogni forma di violenza e per esprimere vicinanza alle vittime della guerra, il 24 febbraio le colonne del Teatro Massimo sono state illuminate con i colori della pace.

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L'appello dell'Arcivescovo di Palermo: "Stop alle armi" 

Anche la chiesa palermitana si è mobilitata contro il conflitto in Ucraina. "Le guerre nel loro impatto reale - ha spiegato l'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice - possono essere valutate solo a partire dalle vittime e dagli innocenti come i profughi, gli sfollati, i morti, dalla sofferenza e dalla povertà che generano. La guerra, lungo la storia, fin dalle origini, è la crisi della creazione, è la fine dell'umano. Perché chi fa la guerra chiude gli occhi, finisce di ascoltare, chiude le porte al dialogo, pone fine a quell'incontro con l'altro che ci fa uomini". Poi l'appello: "Chiediamo che si sospendano le operazioni belliche in atto e riprenda la via del dialogo con l'apporto costruttivo di tutti, delle diverse organizzazioni internazionali e degli organismi mondiali".

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Da Palermo bloccata a Kiev con le due figlie: "Aiutateci a uscire dall'inferno"

La città si è mobilitata anche per sostenere Elena, la donna ucraina che da diversi anni vive a Palermo con la figlia Elisa, 8 anni, disabile in carrozzina, e ora è bloccata in Ucraina. "Vi prego aiutateci a uscire da questo inferno", ha scritto sui social raccontando la sua storia. "Ero venuta a Kiev con Elisa - spiega la donna - per portare via da qui l'altra mia figlia, ma ora siamo bloccate qui e non possiamo tornare in Italia". L'altra figlia, Litiia, ha 23 anni e studia in Ucraina. "A Kiev - ripete Elena - la situazione è davvero tragica. Stamattina in città i russi hanno bombardato la zona vicino all'aeroporto. Sentiamo continuamente le sirene d'allarme suonare e abbiamo paura". In sostegno di Elena si sono schierati gli alunni e gli insegnanti dell'istituto comprensivo Perez Calcutta, in pena per la loro compagna Elisa. "Abbiamo appreso che la nostra alunna si trova con la mamma in Ucraina siamo molto preoccupati per lei e la sua famiglia", dice la dirigente scolastica della scuola Grazia Pappalardo. "Chiediamo ai soggetti competenti in materia e a quanti sono nelle possibilità di farlo di adoperarsi perché la bambina insieme alla mamma e alla sorella rientri al più presto a Palermo per poter riprendere la sua vita normale sottraendola al pericolo e risparmiandole disagi e sofferenze che per lei sono ancora più difficili da affrontare". 

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