E' l'appello attraverso i social di Elena, una donna ucraina che da diversi anni vive a Palermo. "Ero venuta a Kiev con Elisa - spiega la donna riferendosi alla figlia di 8 anni, disabile - per portare via da qui l'altra mia figlia, ma ora siamo bloccate qui e non possiamo tornare in Italia"
"Vi prego aiutateci a uscire da questo inferno". E' l'appello attraverso i social di Elena, la donna ucraina che da diversi anni vive a Palermo con la figlia Elisa, 8 anni, disabile in carrozzina. "Ero venuta a Kiev con Elisa - spiega la donna - per portare via da qui l'altra mia figlia, ma ora siamo bloccate qui e non possiamo tornare in Italia". L'altra figlia, Litiia, ha 23 anni e studia in Ucraina. "A Kiev - ripete Elena - la situazione è davvero tragica. Stamattina in città i russi hanno bombardato la zona vicino all'aeroporto. Sentiamo continuamente le sirene d'allarme suonare e abbiamo paura". (IL CONFLITTO IN DIRETTA - LO SPECIALE - TUTTI I VIDEO DA KIEV)
La situazione a Kiev
La situazione nella Capitale, secondo il racconto della donna, si sta aggravando con il passare delle ore. "Siamo andati a comprare qualcosa da mangiare, c'è folla ovunque. Negozi e farmacie sono prese d'assalto. Ci sono macchine in coda davanti ai distributori di carburante. E per strada si vede tanta gente con le valigie che cerca di scappare". Elena e le sue figlie vorrebbero lasciare la città ma l'aeroporto è chiuso e i treni non partono. Avevano un biglietto aereo per Roma con partenza il 3 marzo ma la guerra le ha bloccate. "Le valigie sono pronte - spiega la donna - e stiamo cercando il modo di raggiungere la frontiera con l'Ungheria da dove speriamo di prendere un aereo per l'Italia, ma al momento non sappiamo come fare. Abbiamo contattato l'ambasciata italiana a Kiev ma ci hanno detto che non possono aiutarci, consigliandoci per ora di restare a casa". Intanto la guerra continua e i bombardamenti non si fermano. "Pochi minuti fa - scrive - ho sentito un'esplosione. Io e le mie figlie ci troviamo in un appartamento all'ottavo piano ed Elisa è su una carrozzina. Se la situazione dovesse precipitare dobbiamo scappare e raggiungere il rifugio antiaereo, ma con lei in queste condizioni diventa tutto più difficile. Vi prego aiutateci a uscire da questo inferno e a rientrare in Italia".
si prega per la sorte della piccola Elisa
Mobilitazione a Palermo per la bambina
Intanto a Palermo alunni e insegnanti dell'istituto comprensivo Perez Calcutta di Palermo sono in pena per la loro compagna Elisa. "Abbiamo appreso che la nostra alunna si trova con la mamma in Ucraina siamo molto preoccupati per lei e la sua famiglia", dice la dirigente scolastica della scuola Grazia Pappalardo. "Chiediamo ai soggetti competenti in materia e a quanti sono nelle possibilità di farlo di adoperarsi perché la bambina insieme alla mamma e alla sorella rientri al più presto a Palermo per poter riprendere la sua vita normale sottraendola al pericolo e risparmiandole disagi e sofferenze che per lei sono ancora più difficili da affrontare". Tutti a scuola conoscono la bimba e la notizia della sua presenza in Ucraina ha provocato tanta commozione. "Ho avuto la fortuna di conoscere Elisa e la sua famiglia - racconta Valeria Zinna che lo scorso anno scolastico era l'operatrice di sostegno dell'alunna -. La piccola ha diverse patologie che richiedono attenzioni e cure particolari. È necessario fare qualcosa e aiutare la famiglia a rientrare al più presto. La vita è stata già dura con questa famiglia, occorre intervenire al più presto e trovare una soluzione. Facciamo in modo che le sofferenze già pesanti di questa bambina non siano ulteriormente aggravate da questa drammatica situazione".