Salerno, introducevano droga e telefoni cellulari in carcere: 53 indagati

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Gli investigatori hanno eseguito un'ordinanza per l'applicazione di misure cautelari con le accuse di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e per associazione a delinquere finalizzata all'introduzione e all'uso di telefoni cellulari nella Casa Circondariale di Salerno 

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Sono 53 le persone indagate a vario titolo per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, per associazione a delinquere finalizzata all'introduzione e all'uso di telefoni cellulari nella Casa Circondariale di Salerno e altri numerosi reati. Ad eseguire l'ordinanza di applicazione di misure cautelari sono stati gli agenti della polizia di Stato e della Penitenziaria su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.

La Polizia di Stato e la Polizia Penitenziaria stanno eseguendo un'ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip. del Tribunale di Salerno, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 56 persone indagate a diverso titolo per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e per associazione per delinquere finalizzata all'introduzione e all'uso in carcere di telefoni cellulari, oltre che per numerosi reati. I fatti sono avvenuti all'interno della Casa Circondariale di Salerno. ANSA/US POLIZIA +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++ NPK +++
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L'inchiesta

L'ordinanza, emessa dal gip di Salerno, ha posto agli arresti in carcere 35 indagati; per altri nove è scattata la detenzione domiciliare. Otto le misure di obbligo di dimora, mentre per un avvocato è stata disposta l'interdizione per un anno dall'esercizio della professione. Le attività investigative hanno ricostruito come, dal dicembre 2020 all'ottobre del 2022, sia stata realizzata un'attività sistematica di introduzione, all'interno della casa circondariale di Salerno, di telefoni cellulari, altro materiale informatico e sostanze stupefacenti di varia natura, in particolare cocaina, hashish e marijuana. I materiali introdotti, successivamente, sarebbero stati venduti ad altri detenuti a prezzi notevolmente maggiorati. Per l'introduzione di droga e cellulari venivano utilizzati droni o altri sistemi: consegne durante i colloqui settimanali dei detenuti con i loro familiari, oppure mediante l'invio ai detenuti di pacchi postali all'interno dei quali, insieme a beni consentiti, sarebbero stati occultati sostanze stupefacenti o microtelefoni. È stato anche disposto il sequestro di numerose Carte PostePay intestate o, comunque, nella disponibilità dei soggetti accusati di essere membri dell'associazione.

Il furogne della polizia penitenziaria di Bergamo che trasporta Massimo Bossetti arriva in tribunale per l'udienza del processo per l'omicidio di Yara Gambirasio, Bergamo, 3 luglio 2015. ANSA/PAOLO MAGNI

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