Napoli, omicidio calciatore dilettante: pm chiede 30 anni

Campania
Francesca Perinelli con la foto del fratello Raffaele (Agenzia Fotogramma)

Il 6 ottobre 2018 Raffaele 'Lello' Perinelli fu assassinato con una coltellata al petto da Alfredo Galasso, reo confesso. La famiglia della vittima soddisfatta della requisitoria

Trent'anni di carcere per omicidio volontario aggravato dai futili motivi: questa la richiesta della Procura di Napoli (pm Capuano) nei confronti di Alfredo Galasso, 31 anni, reo confesso dell'omicidio di Raffaele 'Lello' Perinelli, il calciatore 21enne assassinato con una coltellata al petto davanti a un circolo ricreativo di Miano, a Napoli, il 6 ottobre 2018. Il processo con rito abbreviato dinanzi al gip Pietro Carola si è spostato oggi, mercoledì 29 maggio, nell'aula bunker del Tribunale di Napoli. Nella precedente udienza, l'assassino ha chiesto perdono alla famiglia, in particolare alla mamma e alla sorella di Raffaele, Adelaide Porzio e Francesca Perinelli, difese dall'avvocato Enrico Di Finizio. La sentenza è attesa per il prossimo 28 giugno, dopo le arringhe dell'avvocato della famiglia Perinelli Enrico Di Finizio e degli altri avvocati.

Per famiglia vittima delitto fu premeditato

Per la famiglia Perinelli e per il loro avvocato, il delitto di Lello fu premeditato. La sorella e la madre di Raffaele hanno sempre sostenuto che Galasso, che i Perinelli conoscevano bene, avesse deliberatamente deciso di uccidere Lello dopo una violenta lite, scoppiata in una discoteca una settimana prima dell'assassinio. "Da almeno sette giorni - spiega Di Finizio - c'era la volontà di compiere l'assassinio. Era solo questione di trovare l'occasione giusta. E Galasso conosceva benissimo le abitudini di Lello". Malgrado non sia stata contestata la premeditazione, la famiglia si è comunque detta soddisfatta della richiesta avanzata dal sostituto procuratore Capuano. 

La requisitoria

Nel corso della requisitoria, il pm ha più volte detto che Lello "era un bravo ragazzo, era veramente un bravo ragazzo", sottolineando la scelta della vittima di intraprendere la strada della legalità, malgrado fosse figlio di un camorrista e vivesse in un contesto 'a rischio'. Capuano ha anche spiegato i motivi che avrebbero portato Galasso a uccidere Lello: Galasso nutriva rancore e gelosia nei confronti della vittima a causa di una sua ex ragazza, che aveva avuto una storia, ormai finita, con il giovane calciatore. Secondo l'accusa, Galasso temeva che Lello e la giovane fossero tornati insieme. "Dopo l'alterco cercato da Galasso davanti alla discoteca di Coroglio - sottolinea Di Finizio - durante il quale ebbe la peggio, il 31enne disse a tutti, in giro, che si sarebbe vendicato, sia per l'epilogo della sua vicenda sentimentale che per lo sfregio sul viso che riportò durante la colluttazione in discoteca". 

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