
Tensioni Turchia-Occidente, dal 'sofagate' agli ambasciatori cacciati. LE TAPPE
Nuovo strappo tra Ankara da una parte, l’Unione europea e gli Stati Uniti dall'altra: Erdogan ha messo alla porta 10 diplomatici che avevano chiesto il rilascio del dissidente Kavala. Negli ultimi anni sono stati numerosi gli scontri, dai migranti ai diritti delle donne

Risale la tensione fra Turchia e Occidente. Nell’ultimo atto di una sequela di frizioni, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha messo alla porta 10 ambasciatori, tra cui quelli di Stati Uniti, Francia e Germania, che avevano chiesto il rilascio del filantropo dissidente Osman Kavala. Le critiche di Erdogan all'Occidente non sono nuove. Ecco alcuni degli scontri più eclatanti
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Nel marzo 2017, Erdogan accusa di "nazismo" le autorità tedesche e olandesi per non avere permesso a funzionari del governo di Ankara di tenere comizi politici alla diaspora turca in Germania e Olanda prima di un referendum. Particolarmente acceso lo scambio di accuse tra il presidente turco e il premier olandese Mark Rutte
Lo scontro Turchia-Olanda nel 2017
Nell’ottobre 2020, Erdogan tuona contro la "peste dell'islamofobia" in Europa e attacca Emmanuel Macron, mettendo in discussione la "salute mentale" del presidente francese. Al centro dello scontro le vignette sul profeta Maometto, ripubblicate il mese da Charlie Hebdo e nuovamente difese da Macron durante la cerimonia in memoria di Samuel Paty, l'insegnante ucciso da un giovane ceceno dopo aver mostrato in classe le caricature
Turchia condanna la vignetta di Charlie Hebdo su Erdogan
Nell’ottobre del 2019, il presidente turco, parlando della crisi in Siria, dice che "tutto l'Occidente si è schierato con i terroristi e ci ha attaccato", soprattutto "i Paesi della Nato e i Paesi dell'Unione europea”. Sempre, relativamente al caso siriano, tra Turchia e Ue nel marzo 2020 si accende una polemica relativa ai migranti. Ankara dichiara di non essere "nella posizione di fermare" i siriani che vogliono recarsi in Europa e invita "le istituzioni Ue a rispettare i valori umanitari comuni", accogliendo i migranti
'Sofagate', i rapporti Italiia-Turchia dopo le parole di Draghi
In quei giorni, diversi leader di Paesi membri dell’Ue insorgono contro la Turchia. Su tutti il premier greco Kyriakos Mitsotakis. Il Patto Ue-Turchia, che dal 2016 limitava gli arrivi di migranti in Europa "è morto”, dice Mitsotakis, che accusa Ankara di "assistere" lo spostamento di migliaia di migranti verso il confine greco. "Siamo onesti - afferma il premier greco - l'accordo è morto, morto perché la Turchia ha deciso di violarlo completamente, a causa di ciò che è accaduto in Siria”
Le tensioni tra Turchia e Grecia sui migranti nel 2020
Una disputa, quella sui migranti siriani, tuttora aperta. "L'Ue deve sostenere la Turchia”, ha detto lo scorso 16 ottobre la cancelliera tedesca uscente Angela Merkel a proposito dell'accordo sui migranti tra Ankara e Bruxelles. Merkel ha lodato l'accordo del 2016 in base al quale la Turchia tiene le frontiere chiuse ai migranti che vogliono andare in Europa in cambio di un sostegno finanziario da parte dell’Ue. Erdogan ha detto che la Turchia continuerà a ospitare i migranti, "non li respingiamo come fa la Grecia", ha affermato il presidente turco

Occidente e Turchia sono da tempo in contrasto anche sul tema dei diritti. Nel marzo del 2021, Ankara annuncia di voler lasciare la Convenzione di Istanbul, trattato del 2011 per prevenire e combattere la violenza contro le donne. La Convenzione obbliga i governi ad adottare una legislazione che contrasti la violenza domestica e gli abusi simili. Secondo i conservatori turchi il provvedimento minerebbe l'unità familiare, incoraggiando il divorzio e dando spazio alla comunità Lgbt per essere maggiormente accettata nella società

A luglio 2021, la Turchia è definitivamente fuori dalla convenzione, nonostante gli appelli da tutto il mondo e le manifestazioni di piazza. Amnesty International definisce “vergognosa” la scelta del governo di Ankara. E’ la prima volta in cui uno stato membro del Consiglio d'Europa si ritira da una convenzione internazionale sui diritti umani

Sempre nel 2021, uno dei casi più simbolici degli ultimi anni che segnano la distanza fra la Turchia e l’Occidente: il cosiddetto “sofagate”. Durante la visita della delegazione Ue nella capitale turca, il 6 aprile, nel palazzo presidenziale di Ankara il leader di casa Erdogan fa sedere accanto a lui il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, lasciando su un divano Ursula von der Leyen. Un video della scena mostra l'evidente sorpresa di von der Leyen che, allargando le braccia, mostra un certo disappunto

La Turchia riceve numerose critiche per il caso. E si registra anche un aspro scontro verbale tra Erdogan e il premier italiano Mario Draghi. “Non condivido assolutamente Erdogan, credo che non sia stato un comportamento appropriato. Mi è dispiaciuto moltissimo per l'umiliazione che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha dovuto subire", dice Draghi sul “sofagate”, definendo Erdogan un “dittatore”

“La dichiarazione del presidente del Consiglio italiano è stata una totale maleducazione, una totale maleducazione”, replica il presidente turco. "Prima di dire una cosa del genere a Tayyip Erdogan devi conoscere la tua storia, ma abbiamo visto che non la conosci. Sei una persona che è stata nominata, non eletta” afferma, accusando Draghi di aver danneggiato “lo sviluppo delle relazioni Turchia-Italia”

Fino all’ultima, al momento, frattura tra Turchia e Occidente. Ottobre 2021, Erdogan prima minaccia e poi caccia 10 ambasciatori occidentali (Canada, Francia, Finlandia, Danimarca, Germania, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Svezia e Usa), “rei” secondo il presidente turco, di aver chiesto il rilascio del dissidente e attivista per i diritti umani Osman Kavala. "Non ci faremo intimidire", è la replica del presidente del Parlamento europeo David Sassoli, che su Twitter, primo a reagire, ha parlato di una "deriva autoritaria del governo turco"