Nato, cosa sono gli articoli 4 e 5 sulla difesa collettiva e quando si possono attivare
L'articolo 4 del Trattato istitutivo dell'Alleanza prevede che "le Parti si consulteranno ogniqualvolta, a giudizio di una di esse, l'integrità territoriale, l'indipendenza politica o la sicurezza di una delle Parti siano minacciate". Una precondizione per la clausola di difesa collettiva del successivo articolo che recita: “Un attacco armato contro uno o più di loro sarà considerato un attacco contro tutte le parti". E un attacco rivolto a uno Stato Nato legittima qualsiasi azione considerata necessaria
- Negli ultimi anni, dopo l'invasione russa in Ucraina che ha fatto scoppiare il conflitto tra le due nazioni nel 2022, la Nato si è schierata al fianco di Kiev (che non fa parte dell'Alleanza) e si è più volte interrogata del possibile utilizzo delle clausole di difesa collettiva, che sono il fulcro degli articoli 4 e 5 del Trattato Nord Atlantico istitutivo della Nato, siglato nel 1949
- L'articolo 4 del trattato di Washington prevede che "le Parti si consulteranno ogniqualvolta, a giudizio di una di esse, l'integrità territoriale, l'indipendenza politica o la sicurezza di una delle Parti siano minacciate". L'articolo 4 del Patto Atlantico in sostanza è una sorta di precondizione affinché si attivi l'articolo 5
- L’articolo 4 nel corso degli anni è stato invocato sette volte. Il 24 febbraio 2022, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia preoccupati dall'invasione russa dell'Ucraina hanno richiesto consultazioni con gli Alleati. E Varsavia ha valutato se invocarlo dopo la caduta di un missile sul suo territorio, sempre nel 2022
- Lo step successivo è l'articolo 5 che invece riguarda uno scenario più grave. La norma recita che “le Parti convengono che un attacco armato contro uno o più di loro in Europa o Nord America sarà considerato un attacco contro tutte le parti"
- Le parti "di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell'esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall'art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l'azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l'uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell'Atlantico settentrionale"
- "Ogni attacco armato di questo genere - prosegue il testo - e tutte le misure prese in conseguenza di esso, saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali"
- L'articolo 5, che sancisce il principio della difesa reciproca, è stato invocato solo una volta finora. È avvenuto dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001 contro gli Usa
- Nel mesi scorsi si era parlato della possibilità di attivare l'articolo 5 anche per gli attacchi cosiddetti "ibridi". Si tratta essenzialmente di manovre messe in campo da un soggetto statale che, oltre ad attacchi convenzionali nei confronti di un Paese, decide di ricorrere a metodi non convenzionali che indeboliscono anche altri Stati. Utilizzando, ad esempio, la sua influenza attraverso attacchi cibernetici o andando a colpire infrastrutture strategiche
- Rientrano in questa casistica gli episodi di attacchi a infrastrutture, in Europa. Prima ci sono state le esplosioni ai gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2. Poi i danni ai cavi di alcune ferrovie tedesche. In entrambi i casi, sia Bruxelles che la Nato ritenevano che non si fosse trattato di semplici incidenti
- La vicenda dei gasdotti Nord Stream è stata subito considerata come un deliberato atto di sabotaggio all’infrastruttura che trasporta il gas dalla Russia verso l’Europa, passando per il Mar Baltico nelle zone di competenza danese e svedese. Quello che è difficile, nei casi di guerra ibrida, è dimostrare l’attribuzione degli attacchi non convenzionali a un singolo Stato
- Il 2 maggio 2024 il presidente francese Emmanuel Macron ha detto che non si escludono truppe di terra in Ucraina se Mosca "sfonda le linee del fronte" e Kiev lo richiede. Già a febbraio aveva parlato per la prima volta della possibilità futura di un invio di truppe di terra europee in aiuto all’Ucraina. Un’ipotesi che andrebbe valutata attentamente, dal momento che Kiev non fa ancora parte dell’Alleanza e quindi non si potrebbe parlare direttamente di attivazione degli articoli 4 e 5