
Cinquanta anni fa moriva Giorgio Scerbanenco, il maestro del noir italiano. FOTOGALLERY
Scrittore prolifico e versatile, è noto al grande pubblico grazie alle storie con protagonista Duca Lamberti, ambientate nella Milano del secondo dopoguerra. Ora La Nave di Teseo ne sta ripubblicando l'intera opera

Il 27 ottobre 1969 muore a Milano Giorgio Scerbanenco. Nato a Kiev 58 anni prima, è considerato uno dei maestri del noir italiano. Il grande pubblico lo conosce per aver inventato il personaggio di Duca Lamberti, il medico diventato investigatore dopo essere stato radiato e condannato per aver praticato un’eutanasia (Credits foto: Nave di Teseo)
Marie la strabica è un grande romanzo (come quasi tutti i libri di Georges Simenon)
Ma la storia narrativa di Scerbanenco è molto più lunga e articolata. Lo scrittore italo-ucraino debutta nell'editoria poco più che ventenne, dopo aver interrotto gli studi per motivi economici e aver lavorato come operaio e conducente di ambulanze (Credits: La Nave di Teseo)
Camilleri e Montalbano: storia di un amore (e di un equivoco letterario)
Nella seconda metà degli anni Trenta Scerbanenco è un autore conosciuto nell'editoria: è stato assunto in Rizzoli e ha già al suo attivo più di ottanta racconti, pubblicati sui settimanali. Continuerà a scrivere romanzi anche nel dopoguerra. La Nave di Teseo sta ora ripubblicando tutti suoi libri. Tra questi, "Appuntamento a Trieste" con protagonisti un agente americano sotto copertura e una seducente ragazza triestina (Credits: La Nave di Teseo)
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"Siede davanti alla sua macchina per scrivere. È l’ora in cui tanti operai iniziano il loro lavoro. Infila un foglio nel rullo della macchina. Poi guarda il foglio, la macchina, guarda il gatto che imperversa su poltrone e tappeti di casa: pensa. La trama di un suo romanzo sta tutta in una cartellina, al massimo due, si tratta di rapidi appunti sommari, appena un abbozzo di quello che dovrà accadere. Tutto il resto l’ha in testa". Così lo descrive un grande nome dell'editoria nostrana, Oreste Del Buono
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E proprio da una foto che lo ritrae con la macchina per scrivere trae spunto la copertina della biografia scritta dalla figlia. Si intitola "Il fabbricante di storie" ed è pubblicato dalla Nave di Teseo. Le copertine delle nuove edizioni sono a firma di Manuele Fior (Credits: La Nave di Teseo)
Camilleri e Montalbano: storia di un amore (e di un equivoco letterario)
Nella biografia, Cecilia Scerbanenco racconta anche il successo – datato alla seconda metà degli anni Sessanta – che arriva con la serie di romanzi con protagonista Duca Lamberti. Ma si sofferma anche sugli altri romanzi e sui racconti. Tra i libri più celebri di Scerbanenco c’è l’antologia “Il Centodelitti”, pubblicata postuma nel 1970 e ora riedita sempre dalla Nave di Teseo in occasione dell'anniversario della morte
Camilleri e Montalbano: storia di un amore (e di un equivoco letterario)
Ma La Nave di Teseo sta ripubblicando anche molti dei romanzi giovanili di Scerbanenco. Tra loro, "Il terzo amore", con protagonista una giovane donna, madre di un bimbo e costretta a zigzagare attorno a una sfilza di uomini che fanno a gara per conquistarla
Camilleri e Montalbano: storia di un amore (e di un equivoco letterario)
Il "Terzo amore", come la maggior parte dei romanzi giovanili di Scerbanenco, è ambientato nella Milano povera e periferica degli anni Trenta. Milano fa da sfondo anche a gran parte delle storie del dopoguerra, a cominciare da quelle con protagonista Duca Lamberti
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È invece ambientato un minuscolo scoglio verde al centro di un lago “L’isola degli idealisti”, il romanzo recuperato qualche anno fa dalla figlia Cecilia e ripubblicato nel 2018. Protagonisti, un vecchio medico dalla tagliente ironia e i suoi due figli. Alla memoria di Scerbanenco è dedicato il più importante premio italiano per la letteratura poliziesca
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