
Ayman al-Zawahiri, chi era il capo di al-Qaeda ed erede di Osama bin Laden
Egiziano, 71 anni, proveniva da un’importante famiglia borghese. Contribuì a fondare la Jihad islamica egiziana che nel 1981 assassinò il presidente Sadat e fu accusato di essere uno dei registi degli attacchi del 1998 alle ambasciate Usa in Kenya e Tanzania. Medico personale dello “sceicco del terrore”, ideò con lui gli attentati dell’11 settembre 2001. Poi, nel 2011, prese il suo posto alla guida dell’organizzazione terroristica. Muore nel luglio 2022 a Kabul in un blitz condotto dalla Cia

L'ultima apparizione “pubblica” era stata in un video diffuso da al-Qaeda nel 20esimo anniversario degli attentati dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle, al Pentagono e in Pennsylvania. Ora Ayman al-Zawahiri, capo dell’organizzazione terroristica e successore di Osama bin Laden, è morto, ucciso il 31 luglio 2022 in un attacco con un drone a Kabul per mano degli Stati Uniti
GUARDA IL VIDEO: Al-Zawahiri, capo al-Qaeda ucciso da un drone Usa
Nato il 19 giugno 1951 a Kafr el-Dawar, in Egitto, al-Zawahiri faceva parte di un’importante famiglia della borghesia: padre medico, nonno letterato e zio primo Segretario generale della Lega Araba
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“Ayman non è uno capace di compromessi. Vede tutto bianco o tutto nero. Questo è il suo problema. Io non so perché è diventato così radicale. Era uno timidissimo. Silenzioso. Pregava e studiava”, raccontava la sorella Heba Mohamed al-Zawahiri al Corriere della Sera nel 2011, dopo che il fratello aveva raccolto l’eredità di Osama bin Laden a seguito della sua uccisione sempre per mano americana
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Probabilmente dopo la guerra dei sei giorni, al-Zawahiri si unì ai Fratelli Musulmani mentre studiava per laurearsi in medicina. Poi contribuì a fondare il gruppo militante della Jihad islamica egiziana, il gruppo integralista che nel 1981 assassinò il presidente Anwar Sadat, anche se la sua responsabilità nell'attentato non fu mai dimostrata
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Negli anni Ottanta, in Afghanistan, incontrò Osama bin Laden, di cui poi diventò medico personale e braccio destro. Alla fine del 1996, al-Zawahiri fu arrestato in Daghestan e incarcerato in Russia per sei mesi dopo aver provato apparentemente a reclutare combattenti "jihadisti" in Cecenia
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Fu accusato anche di essere uno dei registi degli attentati del 1998 alle ambasciate statunitensi in Kenya e Tanzania. Nello stesso anno, entrò a far parte di al-Qaeda accanto a bin Laden con cui, tre anni dopo, ideò gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001
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Dopo gli attentati del 2001, alcuni esperti sul New York Times dissero che se bin Laden restava una figura di straordinario carisma, al-Zawahiri aveva portato nel gruppo un bagaglio di intelligenza e di astuzia tattica altrettanto prezioso. “Ha una maggiore esperienza di bin Laden, dagli anni Settanta il suo nome è stato spesso associato ai vari casi in cui sono stati coinvolti gli estremIsti islamici'', diceva Dia'a Rashwan, uno dei massimi conoscitori della galassia dell'integralismo musulmano

All'epoca degli attentati di 21 anni fa, al-Zawahiri era il numero due - dietro a bin Laden - nella lista dei 22 terroristi più ricercati dal governo degli Stati Uniti

Dato già per morto nel novembre 2020, Zawahiri era stato visto l'ultima volta nella città afghana orientale di Khost nell'ottobre 2001, e da allora era rimasto nascosto sfuggendo sempre alla cattura. È probabile che per anni abbia trovato rifugio nelle regioni montuose in Pakistan, con l'aiuto di tribù locali solidali

Il 13 gennaio 2006 fu l'obiettivo di un attacco missilistico americano vicino al confine fra Pakistan e Afghanistan. Morirono quattro membri di al-Qaeda, ma Zawahiri si salvò. Due settimane dopo apparve in un video in cui avvertiva che "né Bush né tutte le potenze della Terra" avrebbero anticipato la sua morte - rispetto al destino - di un secondo

Il 2 maggio 2011 Osama bin Laden venne ucciso ad Abbottabad, in Pakistan, in un'azione militare condotta dai Navy SEAL americani. L’8 giugno dello stesso anno, al-Zawahiri realizzò un video nel quale si impegnava a continuare il lavoro iniziato da bin Laden

Nei successivi 11 anni, al-Zawahiri è rimasto nascosto, facendosi sentire di tanto in tanto con messaggi audio e video per incitare i suoi seguaci alla guerra contro l'Occidente. Nel 2020 Arab News Pakistan diffuse la notizia della sua morte per cause naturali, a causa dell’asma o di un’insufficienza respiratoria, salvo poi vederlo ricomparire nel video dell’anniversario degli attentati dell’11 settembre

All’inizio del 2022, l'intelligence americana viene a sapere dell'arrivo a Kabul di moglie, figlia e nipoti di al-Zawahiri, poi ad aprile la conferma che anche il leader di al-Qaeda è lì, nel quartiere residenziale di Shirpur. Il 25 luglio il presidente Usa Joe Biden dà l’ordine finale: alle 21.48 del 30 luglio (mattina del 31 luglio a Kabul), scatta il blitz e al-Zawahiri viene ucciso con l’uso di un drone mentre si trova sul terrazzo dell’edificio dove viveva