Il numero uno dello Stato Islamico si è ucciso durante un raid Usa in Siria. Figura misteriosa, nel 2010 iniziò l'ascesa nel Daesh fino ad auto-proclamarsi Califfo a Mosul nel 2014. Negli ultimi anni si erano rincorse varie notizie sulla sua sorte
Abu Bakr al-Baghdadi, leader dell’Isis, si è ucciso in Siria durante un blitz delle forze armate Usa nel compound dove si nascondeva. Come confermato dal presidente statunitense Donald Trump, il Califfo Nero ha azionato il detonatore di un giubbotto esplosivo facendosi saltare in aria. Dopo anni di ricerche e indiscrezioni sulla sua sorte, è finita la caccia all’uomo contro il numero uno dello Stato Islamico.
La nascita e l’ascesa
Abu Bakr al-Baghdadi è stato una figura estremamente misteriosa ed enigmatica. Sono pochissime le foto e i video in cui compare il suo volto e rare le notizie certe sulla sua vita. Secondo le poche informazioni disponibili, era nato nel 1971 a Samarra, in Iraq, in una famiglia della classe media sunnita. Quello di Abu Bakr al-Baghdadi era il nome di battaglia scelto ma in realtà si chiamava Awwad al Badri. Diverse ricostruzioni sostengono che abbia conseguito un dottorato in Studi Islamici all’università di Baghdad, nel 1999, e che sia stato attivo in varie moschee, fino a diventare imam. Negli anni dell’invasione statunitense dell’Iraq - iniziata nel 2003 - si sarebbe anche avvicinato ad al-Zarqawi, uno dei leader di al Qaeda. Nel 2004 è stato arrestato dagli americani durante un raid vicino a Fallujia, in Iraq. Al-Baghdadi potrebbe essersi radicalizzato già durante il regime di Saddam Hussein, oppure durante il periodo di prigionia trascorso nel carcere americano di Camp Bucca. Su quando al-Baghdadi venne liberato le ipotesi sono contrastanti: alcune parlano del 2005, altre del 2009.
L’ascesa ai vertici
Il Califfo ha militato nelle fila dei combattenti di al-Zarqawi fine alla morte del leader. Dal 2010, è iniziata la scalata all'interno dello Stato Islamico di cui diventa guida e dove si fa conoscere per la crudeltà delle punizioni applicate contro chi non rispetta la Sharia (la sacra legge dell’Islam). Al-Baghdadi ha avuto una taglia di dieci milioni di dollari sulla sua testa, stabilita dagli Usa, che poi, nel 2016 era stata alzata a 25. Diventò così il secondo terrorista più ricercato, dopo Ayman Al-Zawahiri, leader di al-Qaeda dopo l’uccisione di Bin Laden nel 2011.
La nascita del Califfato
Fino al 2013, gli uomini del Califfo hanno combattuto sia in Iraq che in Siria, allontanandosi sempre più da al-Qaeda e al-Nursa, l’altro gruppo jihadista presente nella zona. Il 29 giugno del 2014, arrivò l'annuncio dell’auto-proclamazione di al-Baghdadi a Califfo dello Stato Islamico. Diventò cioè il "capo dei musulmani nel mondo". Nel suo discorso, tenuto a Mosul, a inizio luglio (FOTO), il leader destituì di ogni legittimità i gruppi jihadisti diversi dal Isis. Da quel momento sono iniziate le persecuzioni delle minoranze nella zona, a partire da quella contro gli yazidi, fino alle uccisioni degli ostaggi occidentali, come quella del giornalista americano James Foley, in Siria. Il califfato ha richiamato i foreign fighters dall’Occidente a unirsi alla sua lotta e ha istigato i lupi solitari ad attaccare gli “infedeli”, in un’escalation di attentati terroristici che hanno insanguinato il mondo.
La fuga e la latitanza
Negli ultimi anni, con la caduta dell’Isis, il Califfo era fuggito e si era nascosto. Ha diffuso i video di alcuni sermoni, compreso quello nel quale annunciava che il Califfato avrebbe "presto conquistato Roma". In aprile è stato pubblicato un video dell'ala mediatica dell'Isis al-Furqan che mostrava un uomo che si spacciava per Baghdadi. Era la prima volta che Baghdadi veniva visto dal luglio 2014, quando aveva parlato nella Grande Moschea di Mosul.
Le notizie sulla sorte del Califfo negli anni
Prima del blitz del 27 ottobre 2019, la notizia della morte del Califfo era già stata diffusa nel 2015, ma senza trovare conferme. Nel 2014, invece, si era parlato di un raid a Mosul nel quale al-Baghdadi sarebbe rimasto ferito. Poi, nel 2016, il Califfo era ricomparso in un video girato a Fallujia. Negli ultimi anni si sono rincorse anche molte voci sui suoi continui spostamenti. A inizio 2017, le forze irachene ipotizzavano che al-Baghdadi si trovasse in Siria, ma altre indiscrezioni avevano parlato di una sua fuga in Libano. Nel febbraio 2018, diversi esponenti statunitensi avevano dichiarato che Baghdadi era stato ferito in un attacco aereo nel maggio 2017 e aveva dovuto rinunciare al controllo del gruppo terroristico per cinque mesi a causa delle sue ferite.