Incursioni dei droni, il Belgio presenta il sistema di difesa PIORUN. Ecco come funziona
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Da tempo ormai i droni sono entrati nel dibattito pubblico, non solo per il loro utilizzo sul campo di battaglia come avvenuto in questi anni nel corso della guerra in Ucraina e nei conflitti in Medio Oriente. Negli ultimi mesi infatti si sono registrati diversi casi di sorvoli che hanno violato lo spazio aereo di Paesi europei, persino sopra una centrale nucleare come accaduto poche settimane fa in Francia. Sono dunque molti gli Stati - oltre all’Unione Europea - che hanno iniziato a muoversi per testare soluzioni in grado di contrastare queste azioni con i droni, poiché sono capaci di paralizzare interi aeroporti e causare ingenti fastidi con l’utilizzo di pochi mezzi e a costi molto contenuti
Quello che devi sapere
Il sistema PIORUN
Uno dei Paesi ad avere compiuto passi concreti in questa direzione è il Belgio: il 23 dicembre è stato infatti presentato un nuovo sistema di difesa aerea, il cui scopo è quello di ampliare le capacità di Bruxelles di fronte alle incursioni dei droni che - come accennato prima - negli ultimi mesi hanno costretto alla chiusura degli aeroporti del Paese e hanno colpito altre infrastrutture, come basi militari e una centrale nucleare. Il ministro della Difesa, Theo Francken, ha consegnato il sistema PIORUN presso la caserma di Hevaerlee, nella zona centrale del Belgio.
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Cos'è e come funziona
Il sistema PIORUN è un'arma a spalla con canna lunga, progettato per neutralizzare da terra droni di grandi dimensioni, ma anche elicotteri e velivoli a bassa velocità. Il ministro della Difesa Theo Francken ha spiegato tramite un post sul suo account su X che “i droni stanno trasformando il campo di battaglia. A seguito degli incidenti con i droni del mese scorso, il governo ha deciso di accelerare gli investimenti nelle capacità anti-droni”.
Il pacchetto C-UAS
E non è tutto: il ministro Francken ha infatti spiegato che, sempre il 23 dicembre, è stato mostrato “il nuovo pacchetto C-UAS”. Questo comprende tra le altre cose il “radar SAAB, contromisure specializzate e strumenti di intercettazione tattica” per i droni. L’esponente del governo ha ricordato infine che "il rilevamento, l'identificazione e la neutralizzazione” dei droni “non sono un lusso, ma una necessità".
Gli incidenti degli ultimi mesi
Negli ultimi mesi, come anticipato, si sono registrati incidenti con droni in diverse infrastrutture in Belgio. Ad essere coinvolti sono stati gli aeroporti di Bruxelles-Zaventem, Anversa, Ostenda e Liegi: gli episodi hanno portato alla loro chiusura temporanea e alla cancellazione di decine di voli. Inoltre si sono verificati incidenti anche nei pressi della centrale nucleare di Doel nel Nord del Paese, e anche nelle basi militari di Elsenborn, vicino al confine belga con la Germania, e di Marche-en-Famenne nel Sud del Paese. I servizi segreti belgi ritengono che un attore statale, probabilmente la Russia, sia responsabile di queste azioni. L'anno scorso in Belgio sono stati registrati in totale 30mila incidenti con droni, anche se gli aerei hanno dovuto cambiare rotta solo due volte.
I voli sospetti in Germania
Anche la vicina Germania non è immune al problema: “Quest'anno abbiamo ricevuto segnalazioni relative a oltre mille voli sospetti di droni. Il problema è che spesso si tratta di avvistamenti visivi e quindi possono esserci degli errori, ad esempio in caso di maltempo si possono confondere le luci che si vedono con quelle di un aereo. Ciò significa che non sempre si tratta di droni e non tutti i droni rappresentano delle minacce”, ha detto il presidente dell'Ufficio federale della polizia criminale Holger Muench. Che ha comunque sottolineato come non sempre è stato possibile identificare i piloti dei droni e che "sono maggiormente colpiti gli impianti militari, gli aeroporti, ma anche altre infrastrutture critiche, come le aziende produttrici di armamenti o gli impianti portuali", ecco perché "prendiamo molto sul serio la questione".
I droni al centro dell’attenzione Usa
Non c’è però solamente il Belgio ad aver messo le attività dei droni sotto la lente di ingrandimento. Anche dall’altra parte dell’oceano Atlantico, infatti, c’è chi si sta muovendo per cautelarsi: la Federal Communications Commission degli Stati Uniti ha aggiunto tutti i produttori di droni esteri alla lista di aziende ritenute rischiose per la sicurezza nazionale. Interessata anche la cinese Dji, primo produttore di droni commerciali al mondo, che non potrà portare sul mercato americano i suoi nuovi modelli. Nella nota pubblicata sul proprio sito l’agenzia ha affermato che i droni e i componenti critici prodotti all'estero rappresentano "rischi inaccettabili per la sicurezza degli Stati Uniti e per l'incolumità dei cittadini", e che "criminali, attori ostili e terroristi possono usarli per avanzare nuove e gravi minacce alla nostra patria".
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