Guerra Russia-Ucraina, i punti del piano di pace di Trump che mettono Kiev in difficoltà
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Il piano di pace di Donald Trump per mettere fine alla guerra in Ucraina rischia di vanificare tutti gli sforzi fatti da Kiev per non soccombere a Mosca dal 24 febbraio 2022 – data di inizio dell’invasione russa – a oggi, allontanando la “pace dignitosa” a cui più volte negli anni ha fatto riferimento il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ed è anche per questo che l’Europa proverà in tutti i modi a intervenire per modificare i passaggi più critici, da una futura eventuale riabilitazione diplomatica di Vladimir Putin, su cui pende ancora un mandato di arresto della Corte penale internazionale, ai territori che Kiev dovrebbe lasciare a Mosca.
Quello che devi sapere
Piano pace Ucraina, la questione territoriale
Partendo proprio dalla questione territoriale, il piano messo a punto dal presidente Usa vedrebbe la Crimea, occupata illegalmente da Mosca nel 2014, il Lugansk e il Donetsk (che insieme formano il Donbass) riconosciuti come russe de facto, anche dagli Stati Uniti. Le regioni di Kherson e Zaporizhzhia resterebbero invece congelate sulla linea di contatto, con un riconoscimento implicito dello status quo.
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La riduzione dell’esercito ucraino
C’è poi il ridimensionamento dell’esercito ucraino: gli effettivi, nell’idea di Washington, passerebbero da 900mila a 600mila. Un'opzione che preoccupa anche i leader dell'Unione europea e del G7, come fatto sapere dal G20 sudafricano.
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Bastano le garanzie di sicurezza?
A compensare queste perdite non bastano le garanzie di sicurezza fornite dagli Usa, che rischiano al contrario di creare quasi paradosso: da un lato un patto di non aggressione Russia-Kiev-Ue e persino una risposta militare modellata sull'articolo 5 della Nato; dall'altro l'impegno costituzionale ucraino a non entrare nel Patto Atlantico, niente truppe Nato sul suo territorio e il blocco permanente all'adesione di Kiev da parte dell'Alleanza. Sempre secondo il piano, i jet europei sarebbero schierati in Polonia per fare da 'scudo', ma la cornice politica resterebbe fragile. E non tranquillizza l'ipotesi che il Cremlino stipuli per legge la sua politica di non aggressione.
Quale futuro politico per l’Ucraina?
Ma non è solo la sicurezza a preoccupare. Nel piano c'è anche l'obbligo per l'Ucraina di andare a elezioni entro 100 giorni e un'amnistia totale per tutte le parti in conflitto: un'accelerazione che, nella lettura ucraina, rischia di cristallizzare un Paese indebolito.
I beni russi congelati
C’è poi il dossier che riguarda i beni russi congelati. Verrebbero investiti in Ucraina attraverso progetti guidati dagli Usa, con Washington che riceverebbe il 50% dei benefici. L'Europa aggiungerebbe altri 100 miliardi, mentre i fondi russi rimanenti confluirebbero in un veicolo finanziario congiunto Usa-Russia. Una leva economica enorme, ma che lega il futuro di Kiev alle priorità di Washington e ai nuovi equilibri con Mosca.
Quanto potrebbe resistere l’Ucraina senza intesa?
Cosa succederebbe se non si riuscisse ad arrivare a un’intesa? Kiev potrebbe resistere ancora per diversi mesi: "Avrebbe la capacità di superare l'autunno, l'inverno e arrivare fino alla primavera", complice anche la "mediocre prestazione delle forze armate russe", spiega all’ANSA l'ex capo di Stato maggiore della Difesa Vincenzo Camporini. Ma è anche vero che il rapporto numerico tra l'esercito di Mosca e quello di Kiev appare "difficilmente sostenibile" nel lungo periodo.
“Frasi sconnesse e contraddizioni” nel piano di Trump
I giudizi di Camporini sul piano Trump non sono positivi. Le persone che hanno redatto i 28 punti, sostiene, sono "dilettanti allo sbaraglio che parlano di cose che non conoscono". A dimostrarlo sarebbero anche "una serie di evidenze linguistiche e logiche", oltre che "frasi sconnesse" e "contraddizioni nei termini". Un esempio? La previsione di schierare aerei da combattimento in Polonia. Varsavia, sottolinea Camporini, è un membro della Nato: “Noi quotidianamente abbiamo velivoli dall'Alleanza atlantica stanziati in Polonia. Dunque non deve essere scritto in un trattato fra due Paesi". Un'altra criticità riguarda il punto nel documento che prevede una mediazione degli Stati Uniti nel dialogo tra Russia e Nato, come se gli Usa fossero un corpo esterno all'Alleanza. "Ma gli Stati Uniti - chiosa l’ex capo di Stato maggiore - fanno ampiamente parte dell'Alleanza Atlantica".
Le deboli garanzie militari
Quanto alle garanzie di intervento militare nel caso di una nuova aggressione da parte di Mosca, anche queste contenute nel piano, Camporini le definisce "scritte sulla sabbia". E ricorda: nel 1994 "gli Stati Uniti, insieme a Gran Bretagna, Francia, Cina e Russia scrissero che l'integrità territoriale dell'Ucraina sarebbe stata garantita". Dopo che questa fu violata, nessuno intervenne.
Cosa succederebbe se Kiev rifiutasse il piano
Di certo c'è comunque che un no secco al piano proposto da Trump metterebbe molto in difficoltà Kiev. "In base alle ultime dichiarazioni del presidente, verrebbe meno il supporto dell'intelligence americana alle operazioni sul terreno" che è "molto importante" per l'Ucraina, dice sempre Camporini. E a questo si aggiungerebbe una "maggiore vulnerabilità" con il venir meno dei rifornimenti di munizionamento occidentali, compresi i missili Patriot. Senza queste difese, la capacità di contrastare gli attacchi russi sarebbe "meno efficace".
Cosa può fare l’Europa?
Dal canto suo, l'Europa qualcosa può fare: dal punto di vista del munizionamento da campo di battaglia, ad esempio, può garantire "una capacità significativa" di supporto, poi "dipende dalla volontà ucraina di proseguire o meno nelle operazioni", sottolinea Camporini. Tutto dipenderà da tre fattori. Alcuni sono “oggettivi, e cioè la logistica, operativi, vale a dire quel che avviene sul terreno”. Altri sono “interni”: bisogna capire “se Kiev vuole resistere o meno".
Per approfondire: Guerra in Ucraina, offensiva russa nel Donetsk e in Donbass: situazione sul campo e mappe