Tregua Gaza, Trump in visita in Israele. Poi vertice in Egitto per la firma dell'accordo
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Giornata importante, oggi, per il futuro del Medio Oriente. Il presidente Usa Donald Trump è stato in Israele, dove ha parlato alla Knesset e dove ha incontrato un gruppo di famiglie degli ostaggi. In seguito il leader della Casa Bianca è partito alla volta di Sharm el-Sheikh dove ha guidato la cerimonia con la firma dell'accordo tra Israele e Hamas, presieduta insieme al presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Allo storico vertice in Egitto con i leader della regione ed europei ha preso parte anche l'Italia, rappresentata dalla premier Giorgia Meloni, l'unica donna tra 20 leader. Poi Trump in serata è ripartito verso gli Usa.
Quello che devi sapere
La visita di Trump in Israele
La visita lampo di Donald Trump in Israele è stata la prima da quando il tycoon è tornato alla Casa Bianca a gennaio: l’ultima risaliva al 2017, durante il primo viaggio internazionale da presidente del precedente mandato. Trump è arrivato intorno alle 9.45 ora locale (le 8.45 in Italia)
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La giornata di Trump
Donald Trump è partito domenica sera dagli Stati Uniti per Israele. Il presidente ieri ha lasciato la Casa Bianca diretto a Tel Aviv alle 3.30 ora locale, le 21.30 italiane. Nel pomeriggio la ripartenza per l'Egitto, direzione Sharm El-Sheikh, per la "cerimonia per la pace in Medio Oriente". Poi il volo di ritorno per la Casa Bianca
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Le misure di sicurezza
Imponenti le misure di sicurezza in Israele, con l’operazione denominata “Scudo Blu 6”. La zona dell'aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv, dove è sbarcato Trump, è stata interdetta ai viaggiatori. Per motivi di sicurezza sono state chiuse l'autostrada 1 e altre arterie principali: stop al traffico privato, alle navette e ai taxi. Sono stati potenziati i treni da e per l'aeroporto, ma ai passeggeri è stato comunicato che a causa della prevista folla devono recarsi nelle stazioni con molto anticipo. Alcuni voli subiscono modifiche o cancellazioni. Già sabato sono arrivati in Israele aerei cargo con limousine, veicoli blindati e attrezzature speciali. Le autorità israeliane hanno messo in campo 4mila agenti
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La cerimonia in aeroporto
All'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv già da domenica sventolavano le bandiere americane, accanto a quelle di Israele. Gli operai hanno srotolato un tappeto rosso di 50 metri al terminal 1, dove è atterrato l'Air Force One. La visita di Trump è iniziata con una breve cerimonia proprio lì: ad accoglierlo sono arrivati il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e la moglie Sara, l'inviato speciale Steve Witkoff, il consigliere e genero del presidente Jared Kushner, la figlia Ivanka e il presidente israeliano Isaac Herzog
L'incontro con le famiglie degli ostaggi
A bordo di un convoglio blindato, poi, il presidente Trump si è spostato verso la Knesset, il Parlamento israeliano, a Gerusalemme. Lungo l'autostrada da Tel Aviv a Gerusalemme sono state sistemate le bandiere Usa "come simbolo di benvenuto e rafforzamento dei legami tra i due Paesi". Alla Knesset ha firmato il libro degli ospiti, poi la visita all’ufficio del presidente del Parlamento Amir Ohana e infine all'ufficio di Netanyahu. In seguito l’incontro con le famiglie degli ostaggi (in foto)
Il discorso di Trump alla Knesset
Punto centrale della giornata di Trump è stato il discorso alla plenaria, che è durato 65 minuti. Ecco alcuni dei passaggi principali del suo intervento, come anticipati dalla Casa Bianca.
- "La storia della ferrea determinazione e del trionfo di Israele dal 7 ottobre dovrebbe essere la prova per il mondo intero che coloro che cercano di distruggere questa nazione sono destinati a un amaro fallimento. Lo Stato di Israele è forte e vivrà e prospererà per sempre".
- "Israele ha vinto tutto ciò che si poteva ottenere con la forza delle armi. Ora è il momento di trasformare queste vittorie contro i terroristi sul campo di battaglia nel premio finale: pace e prosperità per l'intero Medio Oriente".
- "Ci riuniamo in un giorno di profonda gioia, di speranza crescente, di fede rinnovata e, soprattutto, un giorno per rendere il nostro più profondo ringraziamento all'Onnipotente Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. Dopo tanti anni di guerre incessanti e pericoli senza fine, oggi il cielo è sereno, le armi tacciono, le sirene non suonano più e il sole sorge su una Terra Santa finalmente in pace. È l'alba storica di un nuovo Medio Oriente".
- "L'attenzione su Gaza deve concentrarsi interamente sul ripristino dei fondamenti della stabilità, della sicurezza, della dignità e dello sviluppo economico, affinché possano finalmente avere la vita migliore che i loro figli meritano"
Le armi degli Usa a Israele e la grazia per Netanyahu
Trump ha sottolineato di aver dato "molte armi a Israele". Netanyahu, ha detto, "mi chiamava così tante volte: puoi procurarmi quest'arma, quell'arma, e altre di cui non avevo mai sentito parlare. Israele sapeva come usarli bene". Poi ha chiesto a Herzog di graziare il premier, incriminato nel 2019 con l'accusa di corruzione e frode
Salta incontro con gli ostaggi liberati e sosta al Muro del Pianto
Secondo alcuni media il presidente Usa avrebbe dovuto fare visita a due dei rapiti rilasciati questa mattina da Hamas, i fratelli Gali e Ziv Berman. La tappa è però saltata a causa del forte ritardo sulla tabella di marcia. Cancellato anche un altro fuori programma a Gerusalemme, dove avrebbe dovuto visitare il Muro del Pianto, il luogo più sacro dell'ebraismo corrispondente a ciò che rimane dell'originario Tempio distrutto dai romani. Trump era stato al Muro del Pianto già nel 2017 nel corso della sua prima presidenza
Trump in Egitto - l'incontro con al-Sisi
Lasciata la Knesset, Trump è quindi volato a Sharm El-Sheikh. Prima di tutto si è tenuto incontro con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, che ha lanciato l'ipotesi di una conferenza al Cairo a novembre per "la rapida ripresa e la ricostruzione" di Gaza, per "costruire sullo slancio generato" da questo vertice. In seguito la firma dell'accordo tra Usa, Qatar, Egitto e Turchia, presieduta proprio da Trump. Lo storico vertice sulla Striscia di Gaza è stato presentato ai media egiziani come “Summit di pace di Sharm el-Sheikh, accordo per terminare la guerra a Gaza”. Diversi gli incontri bilaterali a margine del vertice, come quello tra Giorgia Meloni e al-Sisi
Il vertice di Sharm
Già prima della sessione plenaria, tutti i capi di Stato e di governo che hanno posato per una foto di famiglia simbolica: sono loro la ventina di leader che si impegnano per il futuro di Gaza. Presenti al vertice i Paesi del Golfo e i Paesi mediatori nella trattativa, a partire da Turchia e Qatar. Non sono stati invitati i rappresentanti di Hamas e non c'era Benjamin Netanyahu, che ha evidenziato come il summit coincida con l'inizio delle festività di Simchat Torah. Il motivo potrebberò essere un altro. La Turchia ha esercitato pressioni per impedire la presenza di Netanyahu al vertice su Gaza, dicono fonti diplomatiche all'Afp. All'International Convention Center della città resort sul Mar Rosso, vari leader in rappresentanza dell'Europa, da Meloni e il francese Emmanuel Macron allo spagnolo Pedro Sanchez al primo ministro britannico Keir Starmer. A Sharm anche Antonio Costa per l'Ue e il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres. Assente l'Iran, nonostante l'invito del tycoon
"Un nuovo inizio per Medio Oriente. Ok ad Hamas forza di polizia"
"La svolta epocale che siamo a celebrare è molto più della fine della guerra a Gaza: con l'aiuto di Dio, sarà un nuovo inizio per l'intero Medio Oriente. Da questo momento in poi, possiamo costruire una regione forte, stabile, prospera e unita nel rifiutare una volta per tutte la via del terrorismo", ha detto Donald Trump ai leader a Sharm El Sheikh secondo gli estratti anticipati dalla Casa Bianca. A un giornalista che gli chiedeva quale fosse il suo messaggio ad Hamas in seguito alle notizie secondo cui il gruppo svolgerà un ruolo di forza di polizia palestinese, ha risposto: "Abbiamo dato loro l'approvazione per un periodo di tempo. Vogliono porre fine ai problemi e lo hanno detto apertamente, e abbiamo dato loro l'approvazione per un periodo di tempo. Penso che andrà tutto bene". Il presidente in serata è ripartito verso gli Usa.
Gli obiettivi del vertice
Lo scopo del vertice in Egitto è quello di garantire una legittimazione internazionale all'accordo di pace tra Israele e Hamas, così che nessuna delle parti in causa possa tornare indietro. L'obiettivo dell'incontro, ha sottolineato la presidenza egiziana, è "porre fine alla guerra, intensificare gli sforzi per raggiungere la stabilità in Medio Oriente e inaugurare una nuova era di sicurezza e stabilità". Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha rimarcato la necessità di blindare l'accordo in un evento di risonanza mondiale, prospettando anche "l'importanza" di dargli legittimità internazionale "attraverso il Consiglio di sicurezza" dell'Onu
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