Il portavoce del Cremlino ha detto che "molti governatori hanno in effetti ottenuto risultati molto alti, e ovviamente questo mostra il continuo consolidamento della nostra società e dei nostri concittadini dietro alla linea del presidente e delle persone da lui scelte". Peskov ha poi sottolineato che "risultati così significativi sono stati raggiunti proprio da coloro che hanno ricevuto il supporto del presidente"
Non ci sono state sorprese nelle elezioni locali tenutesi in Russia dal 12 al 14 settembre, tramite le quali sono state rinnovate le leadership locali di decine di regioni e città del Paese. In una corsa che avrebbe visto - secondo il media indipendente Novaya Gazeta - la candidatura di 1.400 ex soldati, di cui alcune "dozzine" coinvolti in crimini di guerra in Ucraina, il partito di Vladimir Putin Russia Unita ha mantenuto saldamente il controllo degli enti locali. Tra le zone chiamate a rinnovare il mandato degli esponenti del partito dello Zar c’erano anche territori coinvolti dalla guerra contro l’Ucraina, come la regione di Kursk e di Bryansk, e anche territori illegalmente annessi come la Crimea e la città di Sebastopoli.
I risultati delle elezioni in Russia
Secondo quanto riportato da Interfax, la Commissione elettorale centrale della Russia ha definito le elezioni “un successo”, in base a quanto dichiarato da Dmitry Peskov: "Non ci sono state violazioni significative che possano aver influenzato i risultati", ha detto il portavoce del Cremlino. E parlando dei risultati ottenuti dai candidati, Peskov ha detto: "Molti governatori hanno in effetti ottenuti risultati molto alti, e ovviamente questo mostra il continuo consolidamento della nostra società e dei nostri concittadini dietro alla linea del presidente e delle persone da lui scelte”. Il portavoce del Cremlino ha detto che "essenzialmente, i risultati così significativi sono stati raggiunti proprio da coloro che hanno ricevuto il supporto del presidente”.
Il voto nei territori ucraini occupati e la reazione di Kiev
Come detto, in questi giorni la Russia ha tenuto votazioni anche nei territori ucraini temporaneamente occupati, tra cui la Repubblica autonoma di Crimea e la città di Sebastopoli. E secondo quanto dichiarato dal ministero degli Affari Esteri di Kiev in una nota, “l’organizzazione da parte della Russia delle cosiddette 'elezioni' nei territori ucraini temporaneamente occupati è illegale e i loro risultati sono nulli. Nessun individuo presumibilmente 'eletto' attraverso questa farsa avrà alcuna base legale per svolgere funzioni ufficiali". Inoltre "confermiamo ancora una volta che tutte le persone coinvolte nell'organizzazione e nello svolgimento di qualsiasi 'elezione' nei territori ucraini temporaneamente occupati saranno ritenute responsabili ai sensi della legge ucraina vigente e dei procedimenti legali internazionali, e saranno inoltre soggette a regimi sanzionatori esistenti e futuri nelle giurisdizioni ucraine e straniere", ha aggiunto la nota.
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L’Ue: "Non riconosciamo le elezioni locali a Sebastopoli"
Non è stata solo Kiev a parlare contro il voto in Crimea e nella città di Sebastopoli: l’Unione europea ha infatti fatto sapere di non riconoscere né le cosiddette "elezioni" né i loro risultati nel territorio occupato. Per Bruxelles si tratta di un'altra violazione del diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite, e della sovranità, dell'indipendenza e dell'integrità territoriale dell'Ucraina. A più di un decennio dall'invasione russa e dal tentativo di annessione illegale della Crimea, l'Ue ha ribadito la sua posizione: la Crimea è ucraina. Facendo riferimento alla risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 27 marzo 2014, Bruxelles ha invitato la Russia a cessare i suoi tentativi di minare l'unità nazionale e l'integrità territoriale dell'Ucraina. L'Unione europea inoltre ha espresso il suo incondizionato sostegno all'Ucraina nei suoi sforzi per resistere alla guerra di aggressione della Russia, e ha detto di rimanere fermamente impegnata a favore di una pace globale, giusta e duratura in Ucraina.