"Abbiamo contattato le autorità libiche per chiarire i fatti, è loro compito dire cosa è accaduto", ha dichiarato un portavoce della Commissione Europea, dopo che la Ong Sos Mediterranee ha denunciato di essere stata l'obiettivo di una sparatoria da parte della Guardia costiere libica. "Stiamo stabilendo i fatti, non siamo ancora alla fase delle possibili conseguenze", ha aggiunto il portavoce
La Procura di Siracusa ha aperto un'inchiesta su quanto accaduto alla Ocean Viking della ong Sos Mediterranee in acque internazionali. La nave, con 87 migranti a bordo, il 24 agosto ha denunciato di essere stata centrata da colpi di arma da fuoco esplosi dalla guardia costiera libica. La procuratrice Sabrina Gambino ha fatto avviare accertamenti dalla polizia scientifica che ha eseguito i primi rilievi sulla nave: "Individueremo il posto in cui è avvenuto e poi prenderemo le determinazioni necessarie. Dobbiamo ricostruire cosa è accaduto". Cerca di vederci più chiaro anche l'Ue. “Abbiamo contattato le autorità libiche per chiarire i fatti, è loro compito dire cosa è accaduto. Stiamo stabilendo i fatti, non siamo ancora alla fase delle possibili conseguenze”, ha dichiarato un portavoce della Commissione Europea. Non si fermano intanto gli sbarchi: oggi in Sicilia sono arrivati 750 migranti.
La nave attraccata ad Augusta
La Ocean Viking ieri è attraccata al porto commerciale di Augusta, nel Siracusano, con i migranti salvati in mare in due soccorsi. Sono tutti uomini, per la maggior parte provenienti dal Sudan, e ci sono 21 minorenni non accompagnati. La nave, secondo quanto raccontato da Sos Mediterranee, domenica - quando si trovava in acque internazionali - è stata l'obiettivo per venti minuti di una sparatoria che ha crivellato lo scafo. “La nave – hanno spiegato dalla Ong – è stata avvicinata dalla motovedetta libica, che ha illegalmente chiesto di lasciare la zona e dirigersi verso nord. Senza alcun preavviso o ultimatum due uomini a bordo della motovedetta hanno aperto il fuoco sulla nostra nave".
Vedi anche
Migranti, Ocean Viking: “Spari Guardia Costiera libica su nostra nave”
Il racconto della Ong
La Ong ha riferito che l’equipaggio, dopo l’attacco, è ancora scosso: "Sebbene nessuno sia rimasto ferito, tutti a bordo hanno temuto per la propria vita". Sos Mediterranee ha spiegato che la nave è stata bersaglio degli spari dopo aver fatto l'operazione di soccorso tra la notte di sabato e la mattina di domenica scorsi. L’imbarcazione, ha proseguito la Ong, “era stata autorizzata dal centro di coordinamento italiano a interrompere la rotta verso il porto di sbarco assegnato e cercare un'altra imbarcazione in difficoltà nelle acque internazionali. Mentre i nostri team erano impegnati nella ricerca del caso di soccorso - afferma Valeria Taurino, direttrice della Ong - la nave è stata avvicinata dalla motovedetta libica, che ha illegalmente chiesto di lasciare la zona e dirigersi verso nord. L'informazione ci è stata fornita prima in inglese e poi in arabo. Il nostro mediatore culturale ha informato dal ponte che la Ocean Viking stava lasciando la zona. Tuttavia, senza alcun preavviso o ultimatum, due uomini a bordo della motovedetta hanno aperto il fuoco sulla nostra nave, iniziando un assalto durato almeno venti minuti ininterrotti, direttamente contro di noi". I proiettili hanno causato fori all'altezza della testa dell'imbarcazione, la distruzione di diverse antenne e quattro finestre sul ponte. Diversi proiettili hanno colpito e danneggiato i tre motoscafi di soccorso veloci, insieme ad altre attrezzature di soccorso.
Tensione politica sui migranti. Piantedosi: "Spetta allo Stato coordinare i soccorsi"
Sul fronte politico il coportavoce dei Verdi e deputato di Avs, Angelo Bonelli, ritiene "intollerabile che le nostre motovedette vengano trasformate in strumenti di violenza contro chi salva vite" e, aggiunge, "il silenzio di Meloni, mentre con una nave italiana si spara a una missione umanitaria, è un atto di resa politica e morale che umilia il nostro Paese davanti all'Europa e al mondo". Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi è intervenuto sui salvataggi nel Mediterraneo, ribadendo che "è lo Stato che contrasta i trafficanti di esseri umani e gestisce e coordina i soccorsi in mare. Non le Ong". Lo ha scritto sul suo profilo X, postando una foto della nave di Mediterranea e la notizia del fermo dell'imbarcazione per aver disobbedito alle disposizioni del Viminale, sbarcando i migranti soccorsi nel porto di Trapani anziché in quello indicato dal ministero, cioè Genova.