Iran, terzo giorno di proteste: studenti scendono in piazza a Teheran

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Le manifestazioni in corso per denunciare la precarietà e il deterioramento della situazione economica nel Paese. Il presidente Masoud Pezeshkian ha chiesto di "dare ascolto alle legittime rivendicazioni di chi protesta"

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Gli studenti hanno protestato in diverse università di Teheran e di Isfahan, nel centro del Paese, per denunciare la precarietà e il deterioramento della situazione economica in Iran, nel terzo giorno di un mobilitazione sociale. "Le manifestazioni si sono svolte a Teheran presso l'Università Beheshti, l'Università Khajeh Nasir, l'Università Sharif, l'Università Amir Kabir, l'Università della Scienza e della Cultura, l'Università della Scienza e della Tecnologia e l'Università di Tecnologia di Isfahan", scrive l'agenzia Ilna, vicina agli ambienti operai. Gli atenei citati sono tra i più prestigiosi dell'Iran.

Pezeshkian: "Ascoltare legittime rivendicazioni dei manifestanti"

Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha chiesto di "dare ascolto alle legittime rivendicazioni di chi manifesta", dopo che per due giorni a Teheran ci sono state proteste nel bazar e nelle zone centrali contro le difficoltà economiche, le forti oscillazioni della valuta iraniana e il carovita. "Il sostentamento della popolazione è la mia preoccupazione quotidiana. Abbiamo in programma misure fondamentali per riformare il sistema monetario e bancario e preservare il potere d'acquisto della popolazione" ha aggiunto il presidente in un post su X. Domenica Pezeshkian aveva presentato in Parlamento il bilancio per il prossimo anno persiano, che inizia il 21 marzo, tra le critiche dei deputati che ritengono il previsto aumento salariale del 20% insufficiente di fronte all'elevata inflazione. Il capo di Stato ha riconosciuto che "non è proporzionale all'inflazione", ma ha messo l'accento sulle difficoltà nel reperire risorse.

L'inflazione annua ha oltrepassato il 52%

"Qualcuno mi dica dove dovrei trovare i soldi", ha sottolineato, annunciando che per cercare di compensare la differenza il governo attuerà agevolazioni fiscali e amplierà i programmi di sostegno alle famiglie, come i buoni spesa. Secondo il Centro Statistico Iraniano, l'inflazione annua delle famiglie in Iran ha raggiunto il 42,2% tra novembre e dicembre, mentre l'inflazione annua ha superato il 52%. Inoltre, l'economia iraniana ha subito una contrazione compresa tra lo 0,6% e lo 0,8% durante il primo semestre iraniano (dal 21 marzo al 21 agosto), secondo i dati recenti della Banca Centrale del Paese. Nel frattempo, il rial si è svalutato del 39% rispetto al dollaro nel corso del 2025. In questo scenario, diversi parlamentari hanno messo in dubbio la capacità del governo di stabilizzare l'economia e criticato la sua politica valutaria, osservando che il continuo deprezzamento del rial e la mancanza di un piano chiaro per frenare l'inflazione potrebbero far aumentare ulteriormente i prezzi.

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