Migranti, le aree di potere in Libia e l'influenza russa in Africa
Al momento i flussi in arrivo in Italia dalle coste libiche sono sotto controllo, ma la situazione esplosiva sul territorio rischia può far sì che le partenze vengano utilizzate come fattore di destabilizzazione. Anche di questo si è parlato nella puntata di "Numeri" di Sky TG24 andata in onda il 9 luglio
MIGRANTI, I NODI APERTI LEGATI ALLA LIBIA
- Su Roma continuano a pesare i dossier legati alla Libia. Non solo i fronti politici aperti, dal respingimento del governo di Bengasi della delegazione Ue di cui faceva parte anche il ministro dell’Interno Piantedosi alle novità sul caso Almasri, ma anche i flussi migratori. Con lo spettro dell’influenza russa in Africa come fonte di ulteriore destabilizzazione. Anche di questo si è parlato nella puntata di Numeri, approfondimento di Sky TG24, andata in onda il 9 luglio
GLI SBARCHI VIA MARE IN ITALIA NEL 2025
- Tra gennaio e inizio luglio, in Italia sono arrivati via mare 28mila migranti. Non sono dati particolarmente allarmanti rispetto agli ultimi anni, soprattutto se confrontati con il grande picco del 2023, quando si era toccata quota 70mila
SALE LA PERCENTUALE DI MIGRANTI PARTITI DALLA LIBIA
- Qualcosa però è cambiato. La quota di migranti che parte dalla Libia (nella maggior parte arrivati da altri Paesi) è cresciuta esponenzialmente: il 90% delle persone arrivate via mare sulle nostre coste si è imbarcata proprio dalla coste libiche
SCENDE IL NUMERO DI ARRIVI DALLA TUNISIA
- Negli scorsi anni la maggioranza dei migranti partivano invece dalla Tunisia, mentre nel 2025 siamo ad appena 2mila persone. Numeri che rivelano una realtà opaca. In parte è per effetto degli accordi stretti per arginare il fenomeno, ma sappiamo che molte persone vengono trattenute in Tunisia in condizioni disumane
CHI COMANDA IN LIBIA?
- Se al momento le partenze dalla Libia sono sotto controllo, il rischio che vengano utilizzate come un’arma da parte di chi controlla parti del Paese è sempre vicino. Va ricordato che al momento la Libia è come se fosse divisa (almeno) in due Stati diversi
TRA DBEIBAH E HAFTAR
- Non c’è infatti solo il governo “ufficiale” di Tripoli del premier Dbeibah a detenere il potere, ma anche – in larga parte – il generale Haftar, nella zona della Cirenaica, che è quella da cui è stata respinta la delegazione Ue e su cui i Paesi occidentali hanno pochissimo controlli. A questi si aggiungono i territori sotto altre milizie
LE BASI AEREE RUSSE IN LIBIA
- In questo quadro complicato sbuca anche la Russia. Da quando gli uomini di Mosca sono stati cacciati dalla Siria, dove avevano basi aeree e una base navale, la loro presenza in Libia è aumentata sempre più. È una potenziale minaccia verso Nord, cioè verso i Paesi del Mediterraneo, e un possibile potenziamento della loro influenza verso il Sud, come ad esempio verso il Ciad
LE ROTTE MIGRATORIE E L’INFLUENZA RUSSA
- Da sottolineare che gli Stati africani dove l’influenza politico-diplomatica o militare russa è già ben radicata sono proprio quelli sulle classiche rotte percorse dei migranti (basti pensare al Niger)