Introduzione
È durato meno di tre ore, ovvero la metà del tempo previsto, il summit in Alaska tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il Capo del Cremlino Vladimir Putin. Una giornata che si è svolta ad Anchorage, la più grande città dello Stato americano, non senza una serie di imprevisti e cambi di programma dell’ultimo momento. Dagli alloggi improvvisati per i diplomatici russi arrivati da Washington all’incertezza su chi avrebbe accolto lo Zar russo al suo arrivo all’aeroporto della base militare: tanti dettagli che dimostrano come, scrive il quotidiano russo Moskovsky Komsomolets, "l'incontro sia stato preparato in fretta ed sia risultato evidente non solo dalla dubbia organizzazione, ma anche dal caos della parte ospitante". Ecco cosa è successo
Quello che devi sapere
Alloggi improvvisati
Oltre ai diplomatici russi giusti da Washington che non hanno particolarmente gradito gli alloggi improvvisati all’interno di uno stadio, è polemica anche per l’ospitalità offerta ai giornalisti russi che, a causa dell’alta stagione nella città dell’Alaska e del conseguente sold out in tutti gli hotel, sono stati fatti sistemare su brandine divise una dall’altra da divisori molto spartani all’interno di una sala dell’Alaska Airlines Center.
Per approfondire: Cosa hanno detto Trump e Putin nella conferenza stampa congiunta
Il formato dell’incontro
Grande incertezza poi sull’accoglienza del presidente russo. Fino all’ultimo momento è sembrato non esserci un'intesa definitiva su chi avrebbe accolto Vladimir Putin sulla pista di atterraggio della base Elmendorf-Richardson. Alla fine, ad aspettarlo, c’era lo stesso Donald Trump che, dopo essere sceso dal suo Air Force, ha atteso lo zar sul tappeto rosso tendendogli la mano. Non chiaro fino all’ultimo neanche il formato dell’incontro tra i due o come sarebbe stata composta la delegazione di entrambe le parti al tavolo. Il Cremlino aveva annunciato che la prima parte dell'incontro si sarebbe tenuta in formato tete-a-tete (ovvero Putin, Trump e i traduttori) ma le prime immagini del faccia a faccia non sono mai arrivate e la Casa Bianca ha comunicato che i colloqui si sarebbero svolti nel formato 'tre a tre', scegliendo quindi di non lasciare soli i presidenti; ai due leader si sono uniti il segretario di Stato Marco Rubio e l'inviato speciale Steve Witkoff da parte americana, il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov e il consigliere diplomatico del Cremlino, Yuri Ushakov, da parte russa.
Per approfondire: Chi ha partecipato all'incontro con Trump e Putin
“The Beast”
L’unico momento in cui i due presidenti sono stati davvero soli sarebbe stato il breve viaggio tra l’aeroporto e il luogo dei negoziati, quando Putin ha accettato un passaggio sulla limousine di Trump invece che usare la propria. Un fuori programma decisamente inatteso che rompe il protocollo e su cui si stanno scatenando ipotesi e supposizioni di ogni tipo. Sebbene la “Aurus” di Putin fosse già sulla pista, il capo del Cremlino ha deciso di salire a bordo della “The Beast” del numero uno statunitense. Questione di cortesia per non offendere l'ospite o un calcolo strategico? Secondo alcune interpretazioni, ossessionato da possibili complotti ucraini per ucciderlo, Putin avrebbe preferito sedere a fianco di Trump, su un'auto che molto difficilmente i servizi di Kiev farebbero saltare in aria. Il breve viaggio di 10 minuti è sembrato svolgersi in un'atmosfera amichevole, "intima", azzarda la stampa russa.
Per approfondire: Dal Kyiv Independent a Le Monde: il vertice Trump-Putin sui giornali di tutto il mondo
Solo dichiarazioni alla stampa
Cosa si siano realmente detti Trump e Putin non si sa. Nessuno ha lasciato trapelare nulla e i due non si sono sbottonati più di tanto. La conferenza stampa congiunta, annunciata alla vigilia dell'evento da entrambe le parti, si è trasformata in semplici dichiarazioni dei leader, senza possibilità di domande da parte dei giornalisti (a cui sembra ne fossero già state promesse cinque per parte); una scelta insolita sia per Putin che per Trump ma probabilmente spiegabile col nulla di fatto con cui si è chiuso il vertice.
Per approfondire: Il video integrale della conferenza stampa congiunta
Summit più breve del previsto
Sia Mosca che Washington avevano preventivato che l’incontro in totale sarebbe durato 6-7 ore, ma alla fine non si sono superate le tre ore e dopo i colloqui 'tre a tre' è stata cancellata la parte del formato allargato e della colazione di lavoro che doveva includere le delegazioni.
L’invito a Mosca
Al termine delle dichiarazioni alla stampa, Vladimir Putin parlando in inglese ha invitato Donald Trump a tenere un prossimo round negoziale a Mosca. Un invito che ha colto di sorpresa il presidente americano che ha risposto: "Questa è interessante. Mi prenderei un po' di critiche. Ma potrebbe anche succedere"