Russia, Putin pronto a schierare i nuovi missili Oreshnik: cosa sono e perché preoccupano

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Introduzione

Il presidente russo Vladimir Putin ha detto di essere pronto a dispiegare i razzi Oreshnik in Bielorussia. Si tratta di missili ipersonici a medio raggio, con una velocità di 3,6 chilometri al secondo, in grado secondo gli esperti di raggiungere i bersagli (anche europei) senza il rischio di essere distrutti dagli attuali sistemi antimissile.

Quello che devi sapere

Lo schieramento in Bielorussia

Nei giorni scorsi, il presidente russo Vladimir Putin ha fatto sapere di aver avviato la produzione su larga scala degli Oreshnik, nuovi missili ipersonici a medio raggio, che verranno schierati in Bielorussia entro la fine dell'anno. Il capo del Cremlino - in occasione dell’incontro con l’alleato Alexander Lukashenko sull'isola di Valaam, vicino San Pietroburgo - ha affermato che l'esercito russo ha già selezionato i siti di schieramento degli Oreshnik nel Paese amico. "I lavori preparatori sono in corso e molto probabilmente li concluderemo entro la fine dell'anno", ha sottolineato Putin.

 

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La prima volta

In realtà, parte degli Oreshnik sono già pronti e utilizzabili: la prima serie di questi nuovi razzi (e dei relativi sistemi) è già stata prodotta ed è diventata operativa. Anzi, la Russia ha già usato per la prima volta questo tipo di vettore il 21 novembre 2024, durante la guerra in Ucraina, contro un sito produttivo elettromeccanico e militare di Dnipro che costruiva missili da quando il Paese ora guidato da Volodymyr Zelensky faceva ancora parte dell'Unione Sovietica. In quell’occasione, le riprese sul campo hanno documentato la straordinaria velocità con cui il razzo è stato in grado di colpire gli obiettivi, immagini che hanno innalzato il livello di allarme sul potenziale dell’arsenale militare russo.

 

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Le caratteristiche

Ma quali sono nello specifico le caratteristiche di questa nuova arma? L’Oreshnik - nome russo che in italiano significa “nocciola” - ha una gittata che consente di raggiungere tutta l'Europa. Con una capacità di trasporto pari a sei testate nucleari o convenzionali - equipaggiate con sei sottomunizioni - il razzo ha una velocità di 3,6 chilometri al secondo, il che gli consentirebbe, secondo gli esperti, di raggiungere il proprio bersaglio senza il rischio di essere distrutto da sistemi antimissile.

 

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Cosa ha detto il Pentagono

Maggiori informazioni sul nuovo missile russo sono arrivate dal Pentagono americano. L'Oreshnik, spiegano dagli Stati Uniti, è un missile balistico a medio raggio (Irbm) derivato dal modello intercontinentale RS-25 Rubezh (Icbm). Una versione modificata, dunque. L’utilizzo di questo tipo di armi era stato bandito dal Trattato internazionale sulle forze nucleari a medio raggio (Inf) firmato da Usa e Urss nel dicembre 1987 e scaduto nell’agosto 2019. A preoccupare è soprattutto l’autonomia del missile, che varia da 310 a 3.400 miglia, pari a circa 5.500 chilometri.

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Le testate nucleari

Chiariamo subito un elemento: fonti di Washington hanno derubricato l'Oreshnik a un'arma non in grado di cambiare le sorti del conflitto in Ucraina, a differenza di altri "assi nella manica" in possesso della Russia, come scorte di missili balistici intercontinentali (Icbm) che hanno ben altro impatto, visto che possono essere caricati con testate atomiche e coprire una distanza fino a 10.000 chilometri. Tuttavia, se l’Oreshnik fosse equipaggiato con testate nucleari indipendenti, ognuna di esse potrebbe avere una capacità di 0,3 megatoni, ovvero 300 chilotoni. La bomba che ha colpito Hiroshima era pari a 16 chilotoni.

La strategia di Putin

Ma perché Putin ha scelto di puntare sugli Oreshnik? Il loro dispiegamento coincide di fatto con la revisione della dottrina nucleare da parte di Mosca, che ha abbassato la soglia sull’utilizzo di armi atomiche, anche in risposta ad attacchi convenzionali supportati da potenze nucleari. "Un numero sufficiente di questi moderni sistemi d'arma”, ossia gli Oreshnik, “porta praticamente al punto di non avere più bisogno di usare armi nucleari", ha affermato il presidente russo Putin, secondo cui Mosca "non sta inasprendo la dottrina nucleare ma la sta migliorando”.

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L'arma del futuro

Già a dicembre 2024 c'era stata un’ulteriore spia sul futuro utilizzo del missile da parte di Mosca. A dichiararlo era stato lo stesso presidente russo, che nel corso di un intervento televisivo aveva decantato le capacità dell'Oreshnik. Il leader del Cremlino, in quell'occasione, era tornato a minacciare gli alleati Nato di possibili raid nei confronti dei Paesi che avevano autorizzato Kiev a lanciare missili a lungo raggio.

La preoccupazione dell'Ue

L’uso dell'Oreshnik in Ucraina ha impensierito anche l'Unione europea, con il commissario alla Difesa Andrius Kubilius che, nel dicembre 2024, insisteva per fermare l'avanzata di Putin prima di un'aggressione "che potrebbe avvenire anche prima di quanto previsto dalle agenzie di intelligence europee". Del resto, come sostenuto dagli esperti già allora, la velocità del missile consente di colpire il quartier generale della Nato a Bruxelles in 17 minuti.

 

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L'altra minaccia: i sottomarini

Non solo Oreshnik: in questi giorni si parla di sottomarini, dopo la decisione del presidente americano Donald Trump di inviarne due in risposta alle minacce dell'ex presidente russo Dmitry Medvedev. Mentre il Cremlino è di fatto rimasto in silenzio alla decisione del tycoon, da Mosca hanno reagito solo un paio di deputati, che hanno minimizzato le conseguenze della scelta di Trump. "Questo non rappresenta una minaccia per la sicurezza russa", ha dichiarato uno di loro, l'ex generale Leonid Ivlev. La Russia, gli ha fato eco un altro parlamentare, Viktor Vodolatsky, "dispone di sottomarini nucleari molto più numerosi e meglio equipaggiati negli oceani rispetto a quelli statunitensi".

 

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I dati sui sottomarini

Secondo dati risalenti al 2021 dell'International Institute for Strategic Studies, la Russia non aveva più di 29 sottomarini, contro i 68 degli Stati Uniti, anche se sta lavorando alacremente al potenziamento della sua flotta. A sottolinearlo è stato lo stesso Putin il 24 luglio scorso, alla cerimonia dell'alzabandiera sull'ultimo sommergibile varato, il Principe Pozharsky, della classe Borey-A, destinata insieme alla classe Borey a sostituire le vecchie unità dell'era sovietica.

 

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