Freedom Flotilla, sequestrata nave diretta a Gaza con aiuti: fatta approdare in Israele
MondoLa nave Handala della Freedom Flotilla Coalition fermata tra sabato e domenica dalla Marina israeliana: stava tentando di raggiungere Gaza con aiuti umanitari. A bordo 21 persone, attivisti pro-Palestina provenienti da 12 Stati: condotti nel porto israeliano di Ashdod, sarebbero in stato di fermo. Presenti anche 2 italiani, hanno due opzioni: firmare dichiarazione e lasciare subito il Paese o rimanere in struttura detentiva con rimpatrio forzato in 3 giorni. Tajani: "Uno sarà espulso, l'altro vuole rientrare"
La nave Handala della Freedom Flotilla Coalition, sequestrata nella notte tra sabato e domenica dalla Marina israeliana, è stata fatta approdare in Israele. Quando è stata intercettata, l'imbarcazione stava tentando di raggiungere le coste di Gaza con un carico di aiuti umanitari. A bordo ci sono 21 persone, attivisti pro-Palestina provenienti da 12 Paesi: sarebbero in stato di fermo. Presenti anche due italiani: il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha parlato di loro con l'omologo israeliano Gideon Sa'ar. Hanno due opzioni: firmare una dichiarazione per andare in aeroporto e lasciare subito il Paese oppure venire fermati presso una struttura detentiva locale con rimpatrio forzato nei prossimi 3 giorni. Sembra, ha detto Tajani a Rainews24, che "uno dei due ha deciso di rimanere e farsi espellere, l'altro credo sia orientato a rientrare accompagnato dai nostri diplomatici per rientrare in Italia". La Freedom Flotilla Coalition ha fatto sapere che gli attivisti a bordo della nave Handala sono stati condotti nel porto israeliano di Ashdod. Secondo l’organizzazione, diplomatici e avvocati dell’organizzazione Adalah sono in attesa di poter incontrare i membri dell’equipaggio (MEDIO ORIENTE, GLI AGGIORNAMENTI LIVE).
La nave Handala
La barca Handala è la 37esima missione in 18 anni della Freedom Flotilla. Carica di aiuti per la popolazione palestinese, faceva parte della Freedom Flotilla diretta a Gaza con l’intento di rompere il blocco navale imposto da Israele al largo della Striscia. La nave si è avvicinata alle acque di Gaza ed è stata intercettata verso le 22.45. Le immagini in diretta hanno mostrato i soldati salire a bordo, che hanno iniziato a identificare i presenti. L’equipaggio sarebbe stato "sequestrato in acque internazionali" e "illegalmente detenuto da Israele da oltre otto ore", secondo quanto denunciato in un post diffuso sui social. I contatti con la nave si sono interrotti sabato sera, dopo che le forze israeliane sono salite a bordo e hanno disattivato le telecamere. I membri dell'equipaggio della Handala, tra cui due parlamentari del partito francese La France Insoumise, sarebbero in stato di fermo. L'Ong israeliana Adalah ha riferito all'Afp di aver inviato avvocati al porto di Ashdod, nel sud di Israele, e ha chiesto di poter parlare con le persone a bordo.
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La missione
La nave con cibo e giocattoli era salpata il 20 luglio dal porto di Gallipoli. Era diretta verso la Striscia di Gaza dopo una prima sosta fatta a Siracusa. "Vogliamo rompere il blocco illegale e letale imposto da Israele e portare aiuti umanitari essenziali ma soprattutto un messaggio forte e chiaro: non resteremo in silenzio mentre Gaza viene affamata, bombardata e sepolta sotto le macerie", hanno spiegato gli attivisti. A bordo della nave ci sono ventuno persone: attivisti, operatori umanitari, parlamentari e giornalisti provenienti da diversi Paesi del mondo.
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“Grave atto di pirateria navale”
"L'esercito di occupazione israeliano ha abbordato con la forza la nave Handala, impegnata in una missione civile e umanitaria verso la Striscia di Gaza. Si tratta di un'azione illegale e violenta, compiuta in acque internazionali o comunque non soggette alla giurisdizione israeliana, che configura un grave atto di pirateria navale e violazione del diritto internazionale", è il commento ufficiale della Freedom Flotilla dopo l'abbordaggio da parte dell'Idf della nave partita dall'Italia. "A bordo di Handala si trovavano attivisti per i diritti umani, operatori umanitari, parlamentari e giornalisti provenienti da diversi Paesi del mondo - prosegue la nota -. Le autorità israeliane li stanno detenendo illegalmente, in violazione della loro libertà personale e delle Convenzioni internazionali. Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos), nessuna forza militare ha il diritto di assalire un'imbarcazione civile in acque internazionali senza giustificazione legale, tanto più se essa è impegnata in una missione umanitaria".
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L’appello
A bordo della nave Handala c’è anche Antonio Mazzeo, giornalista e blogger antimilitarista messinese. Prima dell'irruzione dei militari israeliani, l’uomo ha trasmesso un video-appello a familiari, amici, concittadini e istituzioni affinché venga fatta pressione sul governo italiano per chiedere il suo rilascio e il rilascio di tutti coloro che erano a bordo dell’imbarcazione. "Mi chiamo Antonio Mazzeo e vengo dall'Italia - ha detto -. Se state guardando questo video sappiate che sono stato intercettato in mare e sono stato rapito dalle forze di occupazione israeliane o da un Paese complice del genocidio palestinese perpetrato da Israele. Faccio un appello a tutte e a tutti: fate pressione sul governo italiano affinché chieda il mio rilascio e quello di tutti coloro che si trovavano a bordo dell'Handala il prima possibile. Grazie". Oltre ad Antonio Mazzeo, a bordo c'è anche un altro italiano: il barese Antonio La Picirella.