Macron: “Francia riconoscerà Palestina”. Trump: "Quello che dice non conta". Le reazioni

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Introduzione

La Francia riconoscerà lo Stato di Palestina all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, a partire da settembre. L’annuncio, di portata storica, segue quello della Spagna e arriva direttamente dai profili social del presidente francese Emmanuel Macron: "Fedele al suo impegno storico per una pace giusta e duratura in Medio Oriente, ho deciso che la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina”.

 

La durissima reazione di Israele, e degli Stati Uniti, non si è fatta attendere, mentre altri Paesi hanno applaudito alla mossa del capo dell’Eliseo. Per l'Italia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani richiama "la soluzione due popoli e due Stati", ma aggiunge subito che "il riconoscimento del nuovo stato palestinese deve avvenire in contemporanea con il riconoscimento da parte loro dello Stato di Israele. Trump: "Quello che dice Macron non importa, non ha alcun peso" (GUERRA MEDIO ORIENTE, GLI AGGIORNAMENTI LIVE).

Quello che devi sapere

Netanyahu: “Macron premia il terrore, trampolino per fine Israele”

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu condanna “fermamente” la decisione di Macron, ricordando ancora una volta “il massacro del 7 ottobre” 2023, quando Hamas ha attaccato lo Stato ebraico, scatenando la risposta che ha portato alla guerra ancora in corso che sta distruggendo completamente la Striscia di Gaza e uccidendo i suoi abitanti. In una dichiarazione rilasciata dal suo ufficio, Netanyahu afferma che Macron "premia il terrore e rischia di creare un altro rappresentante dell'Iran, proprio come è successo a Gaza”. Uno stato palestinese, continua, “in queste condizioni sarebbe un trampolino di lancio per annientare Israele, non per vivere in pace al suo fianco". E ancora: “Sia chiaro che i palestinesi non cercano uno Stato accanto a Israele; cercano uno Stato al posto di Israele", sostiene il premier.

 

Per approfondire: Deir al-Balah, l’ultima frontiera dell’offensiva a Gaza. Ma 25 Paesi dicono stop

Netanyahu: “Macron premia il terrore, trampolino per fine Israele”

Ministro israeliano posta video di schiaffo di Brigitte a Macron

Netanyahu non è l’unico rappresentante del governo israeliano che si è scagliato, come scontato, contro Macron. Lo ha fatto anche il ministro della diaspora Amichai Chikli. "A nome del governo di Israele, ecco la nostra risposta al vostro riconoscimento di uno Stato palestinese", ha twitta Chikli, condividendo su X la gif di Macron che viene schiaffeggiato dalla moglie, Brigitte Macron, durante la loro visita in Vietnam a maggio. Anche il consulente per i media Jonatan Urich usa la stessa gif, dichiarando: "Dal fiume al mare c'è un solo stato". 

Ministro israeliano posta video di schiaffo di Brigitte a Macron
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Katz: “Resa al terrorismo”

Per il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, l'intenzione della Francia di riconoscere la Palestina come Stato non è altro che una "resa” al terrorismo. "Invece di stare al fianco di Israele in questo momento di prova, il presidente francese sta agendo per indebolirlo", ha scritto Katz su X. "Non permetteremo la creazione di un'entità palestinese che danneggerebbe la nostra sicurezza, metterebbe in pericolo la nostra esistenza e minerebbe il nostro diritto storico alla Terra di Israele. Siamo tutti uniti per prevenire questo grave pericolo", ha aggiunto.

La condanna del Rassemblent National

Restando invece in Francia, il presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella, definisce la decisione di Macron "affrettata, motivata più da considerazioni politiche personali che da una sincera ricerca di giustizia e pace", sostenendo che garantirà ad Hamas "una legittimità istituzionale e internazionale inaspettata". Anche la capogruppo del partito Marine Le Pen critica Macron. "Riconoscere oggi uno Stato palestinese significa riconoscere uno Stato Hamas e quindi uno Stato terrorista. Non c'è, in questo gesto, nessuna fedeltà alla storia di Francia, tutto il contrario, e ancora meno una garanzia di pace per Israele. Se la speranza ci ha sempre condotti verso una soluzione a due Stati, questa decisione legittima i massacratori del 7 ottobre e il loro corteo di sofferenze mentre ostaggi sono ancora detenuti. Rappresenta un errore politico e morale, incluso rispetto ai palestinesi che subiscono il giogo di Hamas'', scrive su X.

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Hamas: “Passo positivo”. Abu Mazen: "Vittoria per causa palestinese"

Dalla parte opposta, Hamas ha accolto come "un passo positivo" l'annuncio, invitando altri Paesi a seguire la Francia. Per Abu Mazen, presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, il riconoscimento dello Stato di Palestina è "una vittoria per la causa palestinese". Il suo vice, Hussein al-Sheikh, ringrazia Macron per una posizione che “riflette l'impegno della Francia nei confronti del diritto internazionale e il suo sostegno al diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione e all'istituzione del nostro Stato indipendente".

Trump su Macron: "Quello che dice non importa"

"Quello che dice non importa, non ha alcun peso". Così Donald Trump ha commentato la decisione di Macron di riconoscere lo Stato di Palestina. Ma "è un bravo ragazzo", ha aggiunto il presidente Usa. Poi più tardi: "Macron può fare quello che vuole con la Palestina, sono affari suoi. Io non sto con la Francia, sto con gli Stati Uniti".

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Arabia Saudita: “Decisione storica”

L’Arabia Saudita applaude alla decisione del capo dell’Eliseo, spingendo la comunità internazionale a prendere "analoghe misure positive". Il ministro degli Esteri saudita scrive in una nota che il “Regno accoglie con favore questa decisione storica, che riafferma il consenso della comunità internazionale sul diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione e sulla creazione di uno Stato indipendente sui confini del 1967".

Sanchez: “Proteggere ciò che Netanyahu vuole distruggere”

Parole di supporto a Macron arrivano dal premier spagnolo Pedro Sanchez. "Celebro che la Francia si unisca alla Spagna e ad altri Paesi europei nel suo riconoscimento dello Stato di Palestina. Tutti noi dobbiamo proteggere quello che Netanyahu sta cercando di distruggere. La soluzione dei due Stati è l'unica soluzione”, scrive su X.

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Londra non si sbilancia

Londra per ora non si sbilancia. Interpellato sulla decisione francese, uno dei membri senior del gabinetto, il ministro della Scienza, Peter Kyle, ha assicurato che il Regno resta impegnato a riconoscere la Palestina. Ma non si è sbilanciato su alcuna scadenza temporale, rinviandolo a quando "saranno raggiunte le condizioni della statalità". Tuttavia, oltre 220 deputati britannici - di nove partiti diversi - hanno inviato una lettera al premier laburista Keir Starmer e al ministro degli Esteri David Lammy affinché il Regno Unito riconosca formalmente lo Stato palestinese. L'iniziativa bipartisan, partita dalla deputata della maggioranza Sarah Champion, riguarda più di un terzo dei componenti della Camera dei Comuni.

La Germania non riconoscerà la Palestina a breve termine

Per la Germania è solo una soluzione "negoziata" tra le due parti può determinare "pace e sicurezza per israeliani e palestinesi". Ecco perché Berlino "non ha intenzione di riconoscere uno Stato palestinese nel breve termine". 

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I politici di maggioranza italiani

Guardando alla politica interna (di maggioranza), Forza Italia riprende le parole di Tajani. "Il reciproco riconoscimento fra Israele e il futuro stato palestinese è un punto d'arrivo indispensabile", si legge nel documento politico approvato all'unanimità dal Consiglio nazionale proprio dopo la relazione del leader. Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana (Lega) riflette: "La domanda che mi facevo era se aiuta a risolvere o ad aggravare. Da un lato può aiutare a depotenziare Hamas. Dall'altro il rischio è che Israele sentendosi accerchiata possa aggravare la situazione. La cosa non mi vede contrario, però non so se si risolve il conflitto".

Le reazioni dei leader politici d'opposizione italiani

Per quanto riguarda i leader politici d'opposizione italiani:

  • "Apprezzo che anche la Francia riconosca lo Stato di Palestina, dobbiamo ottenere che anche l'Italia lo faccia", dice la segretaria dem Elly Schlein.
  • Il segretario di Azione, Carlo Calenda, scrive su X: "Al contrario di ciò che scrive Netanyahu Macron ha capito un fatto: con Netanyahu e la destra israeliana al governo non ci sarà mai la pace e tanto meno un percorso verso due popoli e due Stati. A questo punto la comunità internazionale deve riconoscere lo Stato palestinese".
  • Anche il leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte, è per il riconoscimento della Palestina. Parte un attacco al governo: "Mentre Salvini prende premi per l'amicizia con Israele, Meloni si rifiuta di sospendere il memorandum d'intesa militare con il governo criminale di Israele e oggi sulla stampa leggiamo inquietanti notizie di nuovi contatti tra vertici militari di Roma e Tel Aviv, di possibili nuovi piani di cooperazione militare su cui il governo dovrà fornire chiarimenti. Che vergogna nazionale".
  • Per il segretario di +Europa, Riccardo Magi, "Giorgia Meloni dovrebbe seguire Macron".

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Russia e Cina per la soluzione due popoli, due Stati

Pur non parlando esplicitamente del riconoscimento della Palestina, la Cina ribadisce che la "soluzione dei due Stati" rimane l'unica via percorribile. Lo stesso fa la Russia, attraverso il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

 

Per approfondire: La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata

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