Dazi, da Ue contro-tariffe da 72 miliardi. Trump: “Stiamo discutendo, penso andrà bene”

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La Commissione europea ha presentato ai 27 Stati membri l'elenco dei beni americani che vorrebbe colpire nel caso in cui le trattative con Washington fallissero, comprese le componenti per i Boeing. Intanto i negoziati proseguono, con il team tecnico europeo negli Usa

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Carni bovine e suine, suv e pick-up, componenti aeronautici per i Boeing, il bourbon del Kentucky. Ma la lista di beni Usa su cui applicare contro-dazi in Europa include anche le aragoste del Maine, gli agrumi della Florida, i microchip texani, le tecnologie della Silicon Valley, la soia della Louisiana e i prodotti in legno, cruciali per le economie di Georgia, Virginia e Alabama. La Commissione Ue ha messo ufficialmente sul tavolo dei 27 Stati membri il nuovo elenco dei beni che verrebbero colpiti con i contro-dazi da 72,1 miliardi di euro (da affiancare al primo pacchetto da 21 miliardi) pronti a scattare in caso di mancato accordo per disinnescare le tariffe Usa "reciproche". La lista, presentata ieri, 14 luglio, potrà ancora essere modificata, precisa una fonte diplomatica, confermando che ci saranno "nuovi aggiustamenti" prima del via libera. Intanto, da fonti Ue vicine al dossier, si apprende che i primi controdazi europei contro le tariffe imposte su acciaio e alluminio - finora congelati per favorire il dialogo - dal valore di 21 miliardi di euro, scatteranno il 6 agosto in caso di mancato accordo. Mentre Trump nella serata italiana ha detto che “per la Ue le tariffe sono al 30% ma stiamo discutendo. In passato ci ha trattato male ma ora ci sta trattando bene. Penso che tutta andrà bene con la Ue”.

La lista di contro-dazi dell'Ue

Sono due i fronti principali su cui Bruxelles prepara il contrattacco: l'agroalimentare e l'industria pesante. I contro-dazi sui beni di consumo alimentare colpiscono prodotti per circa 6,3 miliardi di euro: frutta, ortaggi, conserve, carni fresche e trasformate, bevande alcoliche (vino, birra, distillati), dolci, spezie, tabacco, succhi e sciroppi. Il comparto ittico da solo vale 510 milioni e include salmone, crostacei e merluzzo dell'Alaska. Il blocco industriale, ben più consistente, riguarda l'industria pesante e tecnologica per 65,7 miliardi: velivoli e componentistica Boeing (10,8 miliardi), componenti e automotive (9,9 miliardi), macchinari (9,4 miliardi), dispositivi medici (7,6 miliardi), chimica e plastica (7,7 miliardi), apparecchiature elettriche (6,1 miliardi) e strumenti di precisione. Restano fuori dal mirino i farmaci, i semiconduttori e le materie prime critiche - come rame e legname - ancora immuni dai dazi di Washington. Un'ulteriore esclusione riguarda i prodotti a uso militare, che Bruxelles ha volutamente lasciato al di fuori del perimetro tariffario anche alla luce delle concessioni messe sul tavolo della Casa Bianca sul fronte degli acquisti di armamenti Usa. Accanto ai contro-dazi, l'esecutivo Ue propone poi un pacchetto mirato di restrizioni all'export europeo oltreoceano, per un valore di 94,4 milioni di euro, incentrato su rottami ferrosi e alluminio.

Contro-dazi "reciproci" non scatteranno comunque prima del 1° agosto, oggi tecnici Ue in Usa

Quel che è certo è che l’Ue non è intenzionata a intervenire con i contro-dazi prima del 1°agosto, mentre i negoziati sono ancora in corso: proprio all’inizio del prossimo mese dovrebbero scattare le nuove tariffe volute da Donald Trump, compresa quella al 30% sui prodotti Ue. Il portavoce della Commissione europea responsabile per il Commercio, Olof Gill, evidenzia che Bruxelles e Washington si trovano ora nella "fase più delicata" della trattativa. In questo difficile percorso, il commissario Ue per il Commercio, Maros Sefcovic, ha avuto ieri una chiamata con l'omologo americano Howard Lutnik e questa sera sentirà il rappresentante Jamieson Greer, mentre il team tecnico Ue sarà a Washington per trattare.

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Le difficoltà del negoziato

Da Berlino, Friedrich Merz ha lanciato un monito alla Casa Bianca a "non sottovalutare" la risposta continentale "a dazi eccessivi" con "misure analoghe". La difficoltà del negoziato è ormai evidente ai governi continentali, sintetizzata dalla linea del cancelliere tedesco che - pur professando fiducia - si è detto consapevole che chiudere "non sarà facile". E neppure l'assicurazione, a suo modo conciliante, del presidente americano sul dialogo in corso con l'Ue o l'accordo lampo con l'Indonesia - sbandierato dall'inquilino della Casa Bianca appena una settimana dopo la minaccia di dazi al 32% - basta a delineare un disegno coerente. Agli occhi di Palazzo Berlaymont, il tycoon resta un'incognita.

Meloni: “Accordo sia vantaggioso per tutti”

Intanto sul tema dei dazi è tornata a intervenire anche la premier Giorgia Meloni, che nelle dichiarazioni alla stampa dopo l'incontro con il cancelliere austriaco Christian Stocker ha detto: “Siamo d'accordo sul fatto che occorra scongiurare in ogni modo una guerra commerciale fra le due sponde dell'Atlantico, e continueremo con gli altri leader, in costante contatto con la Commissione europea, per arrivare a un accordo che deve essere vantaggioso per tutti. L'obiettivo per me è rafforzare l'Occidente nel suo complesso, rafforzando le economie. Tutti gli altri scenari sarebbero insensati nell'attuale contesto”.

Giorgetti: insostenibile andare troppo oltre 10%

“È troppo importante arrivare a un ragionevole compromesso" sui dazi, "bisogna negoziare senza stancarsi, senza cedere di nemmeno un centimetro": lo ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti all'evento per i 165 anni del Corriere Adriatico. La soglia del 10% "era ragionevole, non si può andare molto lontano da questo numero, altrimenti diventa insostenibile", ha aggiunto.

Opposizioni in Aula: "Meloni riferisca, basta scappare"

Sul fronte interno, le opposizioni italiane - Avs, Pd, M5s, Iv, Azione e +Europa - chiedono nell'Aula della Camera un'informativa urgente della premier Giorgia Meloni. "Trump ha deciso i dazi al 30%, una scelta irresponsabile che rischia di portare una crisi economica e sociale enorme", Meloni "ha il dovere di condivide la strategia del governo con le opposizione: venga immediatamente in Aula", ha detto Angelo Bonelli di Avs. "Sono passate 72 ore dall'annuncio di Trump. La patriota smetta di nascondersi e scappare e venga a riferire. Chiediamo la convocazione della conferenza dei capigruppo per formalizzare la richiesta", le parole della dem Chiara Braga.

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