Negli Usa è in corso uno scontro legale sui dazi. La Us Court of International Trade ha bloccato temporaneamente le tariffe definendole “illegali” e stabilendo che il presidente non ha l'autorità per imporre dazi globali. Ira della Casa Bianca che parla di “golpe” da parte di “giudici attivisti” e presenta ricorso. La Corte di appello dà ragione all'amministrazione e sospende la sentenza. Ma la battaglia è destinata a trascinarsi fino alla Corte suprema. Intanto il tycoon accusa: "Cina ha violato accordo con Usa"
I dazi imposti da Donald Trump hanno creato una vera e propria battaglia giudiziaria negli Usa. Una decisione della Us Court of International Trade ha bloccato temporaneamente le tariffe definendole “illegali” e stabilendo che il presidente non ha l'autorità per imporre dazi globali. Ma la Corte di appello ha dato ragione all’amministrazione, sospendendo la sentenza. Trump, in un post su Truth, attacca la sentenza bollandola come "politica" e "orribile". In conferenza stampa dallo Studio Ovale ha poi ribadito che "i dazi sono molto importanti", perché "senza il nostro Paese sarebbe in pericolo".
L’attacco del presidente ai giudici
Guardando alle vicissitudini giudiziarie: "L'orribile decisione stabilisce che avrei dovuto ottenere l'approvazione del Congresso per i dazi", ha attaccato Trump sul suo social. "In altre parole, centinaia di politici si dovrebbero riunire a Washington per settimane, o persino mesi, cercando di giungere a una conclusione su quanto addebitare agli altri Paesi che ci trattano ingiustamente. Se questa sentenza fosse stata mantenuta - ha proseguito il tycoon - avrebbe distrutto completamente il potere presidenziale: la presidenza non sarebbe mai più stata la stessa. Con questa decisione, il nostro Paese avrebbe perso migliaia di miliardi di dollari, denaro che renderebbe l'America di nuovo grande. Il presidente degli Stati Uniti deve avere il diritto di proteggere l'America da coloro che le stanno arrecando danni economici e finanziari", ha detto ancora Trump.
Casa Bianca: “Imporremo dazi anche se perdiamo in corte”
Il consigliere per il commercio di Trump, Peter Navarro, ha affermato che l'amministrazione "risponderà con forza" alla sentenza del tribunale che ha bloccato i dazi e che "troverà il modo di imporli anche se dovesse perdere la battaglia legale".
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Cosa è successo
La decisione della Us Court of International Trade aveva stabilito che i dazi di Trump sono "illegali". Il tribunale di New York aveva stoppato le tariffe reciproche a gran parte del mondo e quelle decise contro il Canada, il Messico e la Cina per l'immigrazione e il fentanyl. I tre giudici della Us Court of International Trade avevano deciso all'unanimità che l'inquilino della Casa Bianca non ha l'autorità di imporre dazi globali e avevano annullato quelli imposti ai sensi dell'International Emergency Economic Powers Act, una legge del 1977 mai invocata prima sulle tariffe.
Lo stop della Corte d’appello
La Casa Bianca aveva subito denunciato un "golpe" da parte di "giudici attivisti” e si era detta pronta a usare tutti gli strumenti a sua disposizione in nome dell'America First e contro l'"abuso del potere" giudiziario. Ricorrendo anche, se necessario, alla Corte Suprema, di fatto scaricando sulle spalle dei saggi una decisione dalle ampie ripercussioni per l'economia globale. La sentenza è rimasta valida per poche ore, fino a quando la Corte di appello non ha deciso di accogliere il ricorso dell'amministrazione che chiedeva una pausa. La sentenza della US Court of International Trade è "temporaneamente sospesa fino a nuovo avviso mentre questa corte esamina i documenti delle istanze", ha stabilito la Corte d’appello. Si preannuncia una lunga battaglia giudiziaria sulle tariffe.
Le trattative con Ue e Pechino
Sul fronte internazionale, le trattative con l'Unione Europea e la Cina dovrebbero continuare ma è probabile che Pechino e Bruxelles si muovano con maggiore cautela, consapevoli della loro posizione di forza. A chiedere che gli Stati Uniti cancellino "tutti i dazi unilaterali impropri" è stata subito la Cina, contro la quale l'amministrazione Trump ha alzato i toni sospendendo l'export verso il Dragone di alcuni prodotti critici come i chip.
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Trump attacca: "Cina ha violato l'accordo con Usa"
Trump oggi invece è tornato ad attaccare proprio la Cina, accusandola di aver "violato il suo accordo con gli Stati Uniti" sui dazi. "Due settimane fa la Cina era in un grave pericolo economico. Ho visto quello che stava accadendo e non mi è piaciuto: ho fatto un rapido accordo con la Cina per salvarla da quella che pensavo fosse una cattiva situazione", ha spiegato Trump. Poi ha detto di essere sicuro che a breve parlerà con il presidente Xi Jinping: "Speriamo di risolvere".
Fmi: "Dazi minacciano domanda e offerta, Ue è colpita"
"I dazi possono creare uno shock dell'offerta nei Paesi che li impongono, come gli Usa, con l'offerta di beni che si riduce ed esercita una pressione sui prezzi al rialzo. Oppure può esserci uno shock della domanda: questa è la situazione per l'Ue" dove "i Paesi si trovano in una posizione più difficile", ha detto la direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva. "Le ampie interruzioni del sistema del commercio mondiale sono sotto gli occhi di tutti e il nostro modello operativo è messo alla prova", ha detto sottolineando che "le tensioni commerciali e l'incertezza complicano i piani di investimento nazionali ed esteri e questo è particolarmente doloroso per una regione che ha bisogno di accedere a processi di produzione moderni, di più posti di lavoro nei settori ad alta produttività e di" contare su "un mondo aperto per espandere le opportunità economiche". "Restare fermi nella speranza che la tempesta passi non è un piano. Sarebbe molto più saggio partire dal presupposto che molti dei cambiamenti a cui stiamo assistendo sono destinati a durare e che altre tempeste arriveranno", ha indicato.
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Reuters, guerra dazi costata 34 miliardi ad aziende globali
Finora, la guerra commerciale di Trump sarebbe costata alle aziende oltre 34 miliardi di dollari in mancati ricavi e maggiori costi, perdite che si prevede aumenteranno perché la continua incertezza sui dazi paralizza il processo decisionale di alcune delle più grandi società mondiali. Almeno così emerge da un'analisi Reuters che ha sommato le stime di 32 società dell'indice S&P 500, di tre società dello Stoxx 600 europeo e di 21 società del Nikkei giapponese. C'è da dire che megli Stati Uniti, in Asia e in Europa, aziende come Apple, Ford, Porsche e Sony, hanno ritirato o ridotto le loro previsioni di profitto e la stragrande maggioranza afferma che la natura imprevedibile delle politiche commerciali di Trump ha reso impossibile una stima accurata dei costi.
Calo record in aprile del deficit commerciale Usa per i dazi
Nel frattempo sono arrivati i nuovi dati sul deficit commerciale degli Stati Uniti, che si è ridotto sostanzialmente ad aprile, proprio a causa dei nuovi dazi che hanno gravato sulle importazioni. Le importazioni di beni sono diminuite del 20%, attestandosi a 276,1 miliardi di dollari, mentre le esportazioni sono aumentate del 3,4%, raggiungendo i 188,5 miliardi di dollari, secondo quanto dichiarato dal Dipartimento del Commercio. Si è trattato del maggiore calo mensile delle importazioni di beni mai registrato. Ciò ha portato a un deficit commerciale di 87,6 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 162,3 miliardi di dollari di marzo. Il deficit commerciale di beni è aumentato vertiginosamente nei mesi successivi alla rielezione del Presidente Trump, con le aziende che si affrettavano a rifornirsi di merci prima che scattassero i temuti dazi.