Elon Musk, inviate e-mail ai dipendenti della base di Aviano

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I messaggi di posta elettronica inviati dal Doge, il Dipartimento per l’efficienza del governo degli Stati Uniti, guidato dal miliardario sudafricano, sono arrivate anche ai dipendenti italiani. Chiesti subito chiarimenti da parte dei sindacati

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“In linea con le istruzioni del Presidente Donald Trump, tutti i dipendenti federali riceveranno a breve un'e-mail in cui si chiederà loro di spiegare cosa hanno fatto nel corso dell’ultima settimana scorsa. La mancata risposta verrà considerata come una dimissione”. Così aveva scritto, su X e a fine febbraio, Elon Musk il miliardario imprenditore a capo del Doge, il Dipartimento per l’efficienza del governo degli Stati Uniti, il cui obiettivo principale è quello di tagliare le spese e i regolamenti del governo federale. Queste e-mail sarebbero arrivate anche alle basi militari in Italia e tra queste ai dipendenti di quelle di Vicenza e Aviano. Quest’ultima è un'infrastruttura militare italiana utilizzata dall'USAF, l'aeronautica militare statunitense. Si trova nel comune di Aviano, in Friuli-Venezia Giulia, ai piedi delle Prealpi Carniche, circa 15 chilometri a nord di Pordenone.

La richiesta di chiarimento da parte dei sindacati

Secondo quanto emerso, inizialmente ai dipendenti italiani sarebbe stato riferito dagli Usa che non sarebbero stati obbligati a rispondere. Poi, però, sarebbe arrivata la nuova spiegazione. “Abbiamo chiesto immediatamente delucidazioni”, ha riferito Angelo Zaccaria, coordinatore sindacale della base di Aviano per UilTucs, “ottenendo come riscontro immediato solo l’indicazione dall’area commerciale, dalla quale ci è stato ribadito che anche i dipendenti italiani sono tenuti a rispondere a quanto richiesto”, riporta “Il Messaggero”. La perplessità però è emersa immediatamente, anche considerando che i dipendenti italiani non fanno parte del novero dei dipendenti governativi americani. E proprio per questo motivo le sigle sindacali presenti presso la base di Aviano si sono rivolte ai massimi organismi di riferimento. “Ci stiamo confrontando con la Jcpc, l’organo ufficiale con cui ci interfacciamo per le questioni di carattere nazionale, visto che abbiamo appurato che la situazione si è verificata in tutte le basi Usa in Italia. Una volta ottenuta la risposta, valuteremo come muoverci”, ha fatto sapere il coordinatore sindacale di Fisascat-Cisl, Roberto Del Savio. Intanto, in attesa della risposta ufficiale della Jcpc, sarebbe arrivato dagli Usa il messaggio, da parte dell’ufficio Public Affairs del 31° Fighter Wings, che conferma come la direttiva non riguarderebbe i dipendenti italiani.

Una situazione "imbarazzante"

"E' una situazione imbarazzante e speriamo si tratti di un grande equivoco", ha commentato ancora, con l'Adnkronos, Zaccaria. "Abbiamo appena superato una riorganizzazione che ha provocato 44 esuberi. Le email sono arrivate come un fulmine a ciel sereno", ha aggiunto "La lettera  è arrivata ai vari supervisori e anche al personale locale italiano o europeo. Alcuni dipendenti sono stati costretti o spinti a rispondere alla lettera dai loro manager. E' lì che c'è un grande equivoco perché non siamo dipendenti federali Usa. I dipendenti italiani nelle basi Usa hanno un contratto di natura privata e a loro si applica la normativa di lavoro italiana. Quindi questa lettera è stata impropriamente girata ad alcuni di noi, ai dipendenti della base di Aviano ma anche ad altre basi in Italia", ha detto ancora.

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