A far parte di questo raggruppamento di economie mondiali sono Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica cui si aggiungeranno oltre all'isola caraibica, Bielorussia, Bolivia, Indonesia, Kazakistan, Malesia, Thailandia, Uganda, Uzbekistan
Quella di domani, 1°gennaio 2025, rappresenta per Cuba la fatidica data dell’entrata nell’area Brics che potrebbe dare il via a una nuova stagione geopolitica per l’Isola. A far parte di questo raggruppamento di economie mondiali sono Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica cui si aggiungeranno oltre all'isola caraibica, Bielorussia, Bolivia, Indonesia, Kazakistan, Malesia, Thailandia, Uganda, Uzbekistan. Entrando nel Brics, Cuba spera di superare una pesante crisi che attanaglia da tempo la popolazione, fatta anche di continui blackout energetici e scarsità di cibo, sfruttando le nuove sinergie e i commerci multilaterali. In primis L’Avana si augura in primis di attenuare gli effetti dell’embargo.
In una nota il ministero dello Sviluppo Economico russo ha spiegato che con l’allargamento ai nuovi membri, i Brics+ rappresentano il 36% del Pil mondiale, il 37% del commercio globale e quasi la metà della popolazione mondiale, circa 3,5 miliardi di persone su un totale di 8 miliardi. La superficie complessiva coperta è pari a circa 40 milioni di chilometri quadrati con una produzione petrolifera globale pari al 40%.
Il crollo del turismo
A delineare un quadro drammatico di Cuba era stato solo pochi giorni fa The New York Times raccontando in un ampio reportage come l’Isola stia attraversando la sua peggiore crisi dal 1959. "Sotto molti aspetti, Cuba sta attraversando la sua peggiore crisi da quando Fidel Castro prese il potere 66 anni fa, superando anche quella dei primi anni '90, quando la dissoluzione dell'Unione Sovietica lasciò l'isola senza la sua principale ancora di salvezza", si legge sul quotidiano statunitense che ricorda che "i dati ufficiali mostrano che la popolazione è diminuita di almeno un milione di persone, il 10% del totale, dall'inizio della pandemia" di Covid, nel 2021. Il New York Times ha fatto poi riferimento al crollo del turismo e alla chiusura di molte delle migliaia di attività private, ma anche alle strade piene di spazzatura e al "senso di miseria" sottolineando come, a 10 anni dall'apertura dell'ex presidente statunitense, Barack Obama, molti cubani esprimano il loro disagio in poche parole: "nel 2015 c'era speranza, adesso c'è disperazione". Il quotidiano statunitense ha sottolineato infine come oggi "sette cubani su 10 abbiano smesso di fare colazione, pranzo o cena, a causa della mancanza di denaro o di cibo mentre appena il 15% sia riuscito a consumare tre pasti al giorno".
Approfondimento
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Gli aiuti dalla Cina
In aiuto dell’isola caraibica è arrivata la Cina che le ha consegnato una donazione di 69 tonnellate di radiatori, motori, componenti e altri accessori, per sostenere il ripristino del suo sistema elettrico. Questa spedizione fa parte del secondo pacchetto di aiuti della Cina nel 2024, per aiutare a ripristinare la capacità di generazione di circa 400 megawatt in più di 70 centrali elettriche cubane diesel e a combustibile, come ha spiegato l'ambasciatore del paese asiatico all'Avana, Hua Xin. Il sistema elettrico cubano versa in una situazione molto precaria a causa della mancanza di combustibile importato e dei continui guasti alle centrali termoelettriche, obsolete a causa del loro oltre quarantennale utilizzo e della mancanza di investimenti e manutenzione, che provoca blackout frequenti e prolungati. La crisi energetica strutturale che attraversa da anni il Paese caraibico si è aggravata dalla fine di agosto a causa dei ripetuti guasti alle centrali termoelettriche e della mancanza di combustibile. Da allora il Paese ha registrato tre blackout nazionali, dai quali ha impiegato fino a cinque giorni per riprendersi.