A Bruxelles il primo summit presieduto da Antonio Costa. I leader hanno riconfermato "l'incrollabile impegno dell'Unione Europea a fornire continuo sostegno politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico" a Kiev. Zelensky: “Le garanzie europee per noi non sufficienti”
A Bruxelles è stata la giornata del primo Consiglio europeo presieduto da Antonio Costa. Nel capitolo delle conclusioni adottato al vertice europeo si legge che “oggi, a più di mille giorni dall'inizio dell'invasione su vasta scala da parte della Russia, il Consiglio europeo ribadisce la sua risoluta condanna della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, che costituisce una manifesta violazione della Carta delle Nazioni Unite, e ribadisce il suo continuo sostegno all'indipendenza, sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina all'interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale". Inoltre i leader hanno riconfermano "l'incrollabile impegno dell'Unione Europea a fornire continuo sostegno politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico all'Ucraina e al suo popolo per tutto il tempo necessario e con la intensità necessaria. La Russia non deve prevalere". Costa al termine del vertice europeo ha ribadito che "l'atmosfera sull'Ucraina è stata di forte determinazione. L'Ue resta al fianco dell'Ucraina per vincere una pace duratura, non una capitolazione, solo l'Ucraina può dare il via alle negoziazioni: non è il momento di speculare sulle varie opzioni ma di rafforzare Kiev per qualunque scenario". Oggi la premier italiana Giorgia Meloni ha lasciato l'Europa Building a causa di un intenso stato influenzale. Meloni non è voluta mancare ai due momenti di confronto più importanti, la riunione informale sul fenomeno migratorio e la prima sessione del Consiglio sull'Ucraina, ma ha poi accolto la proposta degli altri leader di concedersi qualche ora di riposo in albergo.
Von der Leyen: "Saremo risoluti sull'Ucraina, deve prevalere"
Sull'Ucraina "saremo risoluti. Dobbiamo assicurarci che l'Ucraina prevalga e di metterla in una posizione di forza", ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in conferenza stampa al termine del vertice dei leader Ue.
Metsola: “No a falsa pace decisa da Mosca”
Sul tema del conflitto in Ucraina è intervenuta anche la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola: “Quando si tratta dell'Ucraina, dobbiamo intensificare i nostri sforzi per procedere verso la pace. Ma non una pace qualsiasi, non una falsa versione di pace decisa dalla Russia, ma una pace vera e duratura. Pace con dignità, pace con libertà, pace con giustizia”. Metsola ha aggiunto che “abbiamo bisogno di un percorso verso una vera pace. Ma il principio guida deve rimanere 'Niente sull'Ucraina senza l'Ucraina'. Una cosa è avere un palcoscenico, ma un'altra è avere la voce per richiamare l'attenzione”.
Tusk: serve relazione forte Ue-Usa per reali garanzie Kiev
Sulla guerra è intervenuto anche il primo ministro polacco, Donald Tusk, a margine del vertice europeo: “Siamo tutti d'accordo sul fatto che l'Europa ha bisogno di relazioni più forti possibili con gli Stati Uniti per garantire reali garanzie di sicurezza”. Per il premier "ogni Stato membro" dell'Ue dovrebbe partecipare a tali garanzie. "La maggior parte dei paesi europei è allineata nella sua prontezza a rafforzare il sostegno all'Ucraina. È essenziale che l'Ucraina migliori la sua posizione prima che si svolgano negoziati di pace".
Scholz: "Non lasceremo da sola l'Ucraina"
"È importante per noi ed è importante per la Germania che l'Ucraina sia sicura di poter contare su di noi. Sosterremo l'Ucraina tanto e per tutto il tempo necessario. Questo è anche un messaggio al presidente russo. Non dovrebbe contare sul fatto che lasceremo da sola l'Ucraina. Deve essere in grado di difendere la propria sovranità e indipendenza", ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz al termine del vertice Ue. La Germania è "di gran lunga il più grande sostenitore dell'Ucraina", ha ricordato, "anche in termini di sostegno militare". "Abbiamo promesso armi per un valore di 28 miliardi di euro che stanno per essere consegnate. E continueremo a fornire supporto militare l'anno prossimo. Sommando tutto il sostegno fornito a livello bilaterale, il totale ammonta a 37 miliardi di euro". Ha poi aggiunto: "Ho parlato con Trump e sono abbastanza fiducioso che gli Stati Uniti e l'Europa continueranno a sostenere l'Ucraina, ma ovviamente con una prospettiva chiara".

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Zelensky: “Le garanzie europee per noi non sufficienti”
Oggi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato i leader Ue, e ha detto che “io credo che le garanzie di sicurezza europee non saranno sufficienti per l'Ucraina: per noi la vera garanzia, ora o nel futuro, è la Nato e la Nato dipende dalle decisioni prese da europei e americani". Zelensky ha poi detto che "Vladimir Putin è il vero nazista di oggi e parla di de-nazificare l'Ucraina, vive nella sua bolla. Voleva privarci del nostro futuro, delle nostra indipendenza, mantenerci nella sfera russa, toglierci l'esercito: questo non è un accordo", ha detto. "Putin è pericoloso per tutti: penso che sia pazzo e credo che anche lui sa di essere pazzo e ama uccidere".
Zelensky: “Spero Trump capisca e ci aiuti a fermare Putin”
"Voglio condividere" con Trump "più dettagli: conto di avere tempo per parlare, pensare, ascoltare la sua visione e mostrargli la nostra. Spero che mi capirà, perché penso che siamo solo persone e abbiamo le stesse emozioni”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in conferenza stampa al Consiglio europeo. "Trump è una persona forte, è importante che sia dalla nostra parte" e "ci aiuti a fermare la guerra", ha aggiunto, sottolineando l'importanza di "avere unità tra gli Stati Uniti e i leader europei".
Zelensky: “Al lavoro per una posizione unica dell'Europa”
In precedenza su X Volodymyr Zelensky ha scritto: “Abbiamo avuto un lungo incontro che è durato quasi fino all'una di notte. Stiamo facendo di tutto per far sì che l'Europa abbia una posizione unita e forte per arrivare alla pace". Il presidente ucraino ha aggiunto che “la pace è possibile se siamo uniti contro la follia russa. Stiamo lavorando per delineare le garanzie di sicurezza. Insieme all'America, l'Europa ha il potere di fare pressione sulla Russia per ottenere una vera pace. La pace attraverso la forza arriverà sicuramente. Oggi continuiamo questo lavoro alla riunione del Consiglio europeo".
Zelensky: “Non possiamo accettare un conflitto congelato”
"Non possiamo vivere con un conflitto congelato sul nostro terreno, la gente deve sapere cosa succede dopo per avere una tregua, altrimenti significa congelare un conflitto. Abbiamo bisogno di garanzie di sicurezza”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al termine dell'incontro con i leader Ue. Poi ha definito Putin "il vero nazista di oggi e parla di de-nazificare l'Ucraina, vive nella sua bolla. Voleva privarci del nostro futuro, delle nostra indipendenza, mantenerci nella sfera russa, toglierci l'esercito: questo non è un accordo. Putin è pericoloso per tutti: penso che sia pazzo e credo che anche lui sa di essere pazzo e ama uccidere". Zelensky ha aggiunto di voler "condividere" con Trump "più dettagli: conto di avere tempo per parlare, pensare, ascoltare la sua visione e mostrargli la nostra. Spero che mi capirà, perché penso che siamo solo persone e abbiamo le stesse emozioni. Trump è una persona forte, è importante che sia dalla nostra parte" e "ci aiuti a fermare la guerra", ha aggiunto, sottolineando l'importanza di "avere unità tra gli Stati Uniti e i leader europei".

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Sul tavolo anche il tema migranti
Nel corso del vertice è stato affrontato anche il tema dei migranti. Nonostante la febbre alta, a Bruxelles Giorgia Meloni non ha voluto rinunciare ad una delle riunioni a cui teneva di più, quella dei cosiddetti ‘falchi’ sul dossier migranti. Di prima mattina dieci leader, così come lo scorso ottobre, si sono ritrovati in una delle sale dell'Europa Building. Con loro, come due mesi fa, anche Ursula von der Leyen. “È stata una riunione di coordinamento, molto positiva", hanno spiegato più fonti diplomatiche. Soddisfatte di un dato, innanzitutto: la presidente della Commissione ha assicurato che, quelli su rimpatri e Paesi sicuri, non saranno solo annunci. La scaletta illustrata da von der Leyen è apparsa chiara: a febbraio la nuova direttiva sui rimpatri, entro giugno i nuovi codici per circoscrivere i Paesi sicuri di origine, puntando a definire tali anche quelli che, in alcune parti, non lo sono.
L’asse inedito Nord-Sud
L'altra novità dell'incontro è il saldarsi di un inedito asse Nord-Sud. Ad organizzarlo sono stati Italia, Olanda e Danimarca. Al tavolo, inoltre, sedevano i leader di Polonia, Grecia, Cipro, Ungheria, Svezia, Malta, Repubblica Ceca. La linea dura sarà ribadita nel vertice del weekend, in Lapponia, tra Italia, Svezia, Finlandia e Grecia. La convergenza parte da origini diverse: i Paesi del Nord-Est, Polonia in testa, pretendono la chiusura totale contro la strumentalizzazione della migrazione della Russia; Italia, Malta e Grecia - Paesi di primo approdo - pur con esecutivi di colore diverso prediligono ormai la strada del "fermare i migranti illegali a casa loro" piuttosto che quella della solidarietà obbligatoria.
La posizione di Palazzo Chigi
La riunione si è concentrata "sull'esigenza di disporre di un quadro normativo europeo sempre più chiaro ed efficace con, in particolare, il rafforzamento dei concetti di Paese sicuro di origine e Paese terzo sicuro per sostenere le soluzioni innovative, a partire dal modello Italia-Albania e dalla possibile creazione di 'returns hubs' in Paesi terzi", ha spiegato Palazzo Chigi. Meloni, insomma, vuole tirare dritto. E ha fretta. Anche perché, come deliberato dalla Cassazione, è la politica che decide se un Paese è sicuro o meno ma il giudice "può valutare la sussistenza dei presupposti di legittimità di tale designazione".
