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Guerra Siria, oltre 400 morti da attacco jihadista. Assad: "Elimineremo ribelli"

©Getty

Continua l'avanzata dei ribelli jihadisti che dopo Aleppo hanno preso il controllo di tutta la provincia di Idlib. Il ministero della Difesa siriano ha annunciato che l'esercito lancerà presto un contrattacco. Il presidente siriano, Bashar Al Assad, ha promesso che "userà la forza per eliminare il terrorismo". Secondo le Ong ci sarebbero già centinaia di vittime, decine sono civili, tra cui un bimbo. Secondo il governo libanese, il leader dell'Hts Abu Mohammad al-Jolani è stato ucciso in un raid

Ong: "Nuovi attacchi russi nel nord-ovest della Siria"

La Russia ha effettuato cinque attacchi aerei consecutivi contro un campo profughi in un quartiere di Idlib, uccidendo almeno un civile e ferendone altri: lo rende noto la ong con sede nel Regno Unito Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), come riporta la Bbc. In precedenza, il Sohr aveva affermato che le forze di Mosca avevano colpito le zone rurali di Idlib e Hama - poco lontano a sud di Aleppo - dove il gruppo che guida l'offensiva ribelle "ha recentemente preso il controllo". Nel frattempo, il governo ha inviato "grandi rinforzi" per tracciare una linea di difesa attorno ai villaggi nella campagna di Hama, aggiunge la ong. 

Il Papa: "Preghiamo per la Siria, la guerra si è riaccesa"

"Preghiamo per la Siria dove purtroppo la guerra si è riaccesa causando molte vittime. Sono molto vicino alla Chiesa in Siria, preghiamo". Lo ha detto il Papa all'Angelus. 

La Giordania: "Preoccupazione per gli sviluppi, più diplomazia per risolvere il conflitto"

La Giordania considera "motivo di preoccupazione" gli ultimi sviluppi in Siria e ha auspicato maggiori sforzi diplomatici per raggiungere una soluzione politica che ponga fine al conflitto.

In un discorso alla televisione di Stato, il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi ha quindi affermato che Amman sostiene "l'integrità territoriale" e la sovranità della Siria.

Scuole di Aleppo e Idlib colpite da attacchi aerei. VIDEO

Siria, Tajani: "Preoccupati, si rischia collasso migratorio"

Il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha espresso "preoccupazione" per le tensioni in Siria. "Stiamo seguendo minuto per minuto anche la situazione dei nostri connazionali, è difficile passare dal Nord al Sud, andare da Aleppo verso Damasco. Con il nostro ambasciatore stiamo vedendo come aiutare i 120 italiani che stanno ad Aleppo", ha spiegato il titolare della Farnesina a margine dell'assemblea nazionale di Noi Moderati. "Il problema è che si rischia un collasso migratorio: se continua la guerra civile rischiamo di vedere ripetersi quanto accaduto qualche anno fa", ha proseguito Tajani.

Il nunzio Zenari: "Aleppo colta di sorpresa e martoriata, anche l'Europa pagherà"

E' ''una triste sorpresa'' quella che ha ''colto Aleppo'', perché sì, ''c'erano scontri a Idlib'', ma ''nulla che lasciasse pensare che Aleppo potesse essere conquistata dai rivoltosi'' jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hrs) e dalle fazioni alleate. Lo spiega all'Adnkronos il nunzio apostolico a Damasco, cardinale Mario Zenari, sottolineando che ''la presa di Aleppo avrà conseguenze anche in Europa, che pagherà il prezzo più alto dopo i siriani, e in altre parti del mondo''.

Rivolgendo un pensiero alla ''martoriata Aleppo'', Zenari ha ricordato che ''Aleppo è stata colta di sorpresa nel febbraio del 2023 dal terremoto'' di magnitudo 7.8 che ha causato 458 morti solo nella città siriana. E ''è stata colta di sorpresa due giorni fa, nessuno si aspettava una cosa del genere'', ha aggiunto. Ma ''tutto il Medioriente è in fiamme e la Siria sta pagando uno dei conti più salati'', ha affermato.

Ong: "Damasco per la prima volta non controlla più Aleppo"

La città siriana di Aleppo, occupata dalle milizie jihadiste filo-turche e in parte da quelle curde, per la prima volta dall'inizio della guerra, nel 2012, "non è più sotto il controllo del governo del presidente Bashar Al Assad": lo ha dichiarato all'Afp il capo della Ong Osservatorio siriano per i Diritti umani, basata nel Regno Unito, Rami Abdel Rahman. 

Siria

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Iran: "Gli Stati islamici intervengano per porre fine alla crisi della Siria"

"Gli Stati islamici dovrebbero intervenire per prevenire il protrarsi della crisi in Siria e impedire agli Stati Uniti e a Israele di sfruttare i conflitti interni di altri Paesi": lo ha detto oggi il presidente iraniano Masoud Pezeshkian. "I Paesi che si dichiarano sostenitori dei diritti umani e della pace, in realtà hanno un ruolo nell'uccisione di persone innocenti, a causa del loro sostegno alla guerra e agli omicidi nella regione", ha aggiunto, come riporta l'Isna.

Siria, la Turchia: "No alla creazione di uno stato curdo"

La Turchia segue da vicino gli sviluppi in Siria, aspetta l'insediamento del nuovo presidente americano Donald Trump e intanto avvisa gli Usa: "nessuno stato curdo in Siria". Un messaggio chiaro lanciato questa mattina dal ministro degli Esteri di Ankara, Hakan Fidan."La Siria è sensibile per gli Usa ma lo è a maggior ragione per noi. Gli americani conoscono molto bene la nostra posizione. In Siria c'è una organizzazione terroristica (i curdi di Ypg ndr) legata agli Usa, se questi sospendessero il sostegno non durerebbero piu' di tre giorni. In questo contesto non è possibile la formazione di un nuovo Stato in Siria. Esiste uno stato curdo in Iraq, autonomo e federato e con l'Ypg non è in buoni rapporti. Il nostro obiettivo primario è mantenere l'integrità territoriale della Siria", ha detto Fidan. Il ministro turco ha poi parlato del prossimo insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca: "Ancora non sappiamo che decisioni prenderà, siamo in attesa".

L'Iran si schiera con Assad

L'Iran "sostiene fermamente l'esercito e il governo" siriani dopo l'offensiva dei ribelli. Lo fa sapere il capo della diplomazia iraniana. "Sosteniamo con forza l'esercito e il governo in Siria", ha detto Abbas Araghchi prima di partire per Damasco. "L'esercito siriano sconfiggerà ancora una volta questi gruppi terroristici come in passato", ha assicurato, secondo quanto scrive l'agenzia ufficiale Irna. 

Osservatorio: "Intensi raid aerei russi su Idlib, Aleppo e Hama"

La Russia sta intensificando i raid aerei contro i jihadisti e l'opposizione armata al regime di Bashar al-Assad nelle aree della Siria dove stanno avanzando. Lo hanno riferito gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, spiegando che questa mattina i raid aerei russi hanno colpito le città e i villaggi conquistati dai jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hrs) e dalle fazioni alleate nella provincia nordoccidentale di Idlib e in quella centrale di Hama.

Raid aerei simili sono anche stati registrati nella città settentrionale di Aleppo, conquistata dalle forze ribelli con un'operazione a sorpresa contro i militari di Assad. ''La scorsa notte i russi non hanno smesso di bombardare su tutti i fronti'', ha dichiarato alla Dpa il direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani Abdel-Rahman.

I ribelli, ha spiegato, stanno ora controllando Aleppo, la seconda città più grande della Siria, ad eccezione di alcuni sobborghi in mano curda alla periferia nordoccidentale.

Siria

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Siria, jihadisti avanzano verso Hama dopo i successi a Idlib e Aleppo: "Ucciso il leader del gruppo Hts"

I jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hrs) e le fazioni alleate contro il regime di Bashar al-Assad stanno avanzando nella provincia centrale siriana di Hama dopo aver conquistato territori chiave nelle province nord-occidentali di Aleppo e Idlib in Siria dalle quali erano stati cacciati nel 2016. Il ministero della Difesa siriano, intanto, ha annunciato che l'esercito lancerà presto un contrattacco. E, secondo il governo libanese, il leader dell'Hts Abu Mohammad al-Jolani è stato ucciso in un raid aereo compiuti da caccia russi su Aleppo.

Ieri gli uomini dell'organizzazione legata ad al-Qaeda, hanno preso il controllo dell'aeroporto internazionale di Aleppo, primo aeroporto civile a cadere sotto il controllo dell'Hts, ha affermato l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Gli insorti ora si stanno dirigendo verso Hama e hanno preso il controllo di numerose città e villaggi nella parte settentrionale della provincia. Con l'avanzata dei ribelli si sono ritirate le milizie sostenute dall'Iran e si sono riposizionate le unità curde nella periferia nord-occidentale di Aleppo, hanno spiegato gli attivisti dell'Osservatorio.

Iran: "Gli Stati Uniti dietro gli attacchi in Siria"

Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha affermato oggi che gli Stati Uniti hanno organizzato gli attacchi dei ribelli siriani ad Aleppo e Idlib. "La regione si trova ad affrontare nuovi complotti, compresi i recenti attacchi dei gruppi Takfiri contro il governo siriano", ha detto Araghchi, aggiungendo: "I recenti sviluppi hanno rivelato che questi gruppi terroristici operano sotto il comando degli Stati Uniti". Da parte sua, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Esmail Baghaei ha condannato l'attacco di ieri al consolato di Teheran ad Aleppo: "Secondo la Convenzione di Vienna, qualsiasi violazione delle sedi diplomatiche da parte di qualsiasi individuo, gruppo o governo è inaccettabile", ha detto. Araghchi arriverà oggi a Damasco, per la prima tappa di un tour regionale, per discutere dei recenti sviluppi nella regione. Lunedì sarà in Turchia. 

Siria, governativi annunciano successi nella regione di Hama

L'esercito siriano ha annunciato di aver espulso i ribelli islamici sostenuti dalla Turchia da due aree della provincia di Hama, nel centro del paese arabo, dove erano arrivati come parte di un'importante offensiva contro le posizioni controllate dal governo del presidente Bashar al-Assad.

"Le unità delle nostre forze armate che operano nella direzione del nord di Hama hanno rafforzato le loro linee difensive con ogni tipo di materiale e personale militare durante la notte, hanno affrontato le organizzazioni armate e hanno impedito qualsiasi avanzata", ha affermato in un comunicato l'istituzione militare. Le unità governative sarebbero riuscite a "mettere in sicurezza diverse zone dopo aver espulso i terroristi. Le piu' importanti di queste zone sono Qaleet al Madeeq e Maardes. Decine di loro sono morti e gli altri sono fuggiti". Maardes, a nord della città di Hama, è una cittadina strategica situata sull'autostrada M5, che collega da sud a nord la Siria, spina dorsale del Paese arabo.

L'annuncio arriva dopo che l'esercito siriano ha dichiarato ieri sera che stava preparando una controffensiva alla battaglia iniziata mercoledì scorso da una coalizione di ribelli, guidata dal gruppo islamista Levant Liberation Organization, divisosi nel 2016 dal ramo siriano di Al Qaeda. L'esercito siriano ha il sostegno della Russia, che effettua attacchi aerei per respingere l'avanzata degli insorti. In questa offensiva, le fazioni sono arrivate a controllare la città di Aleppo, la seconda più grande del paese, da dove furono espulse meno di dieci anni fa.

Guerra civile in Siria, dopo Aleppo jihadisti verso Hama. Media: voci di golpe a Damasco

Le forze jihadiste filo-turche sono entrate nella regione di Hama, al centro della Siria, e si dirigono senza trovare resistenza verso la città. Lo riferiscono fonti locali che seguono l'offensiva delle forze anti-governative, attestatesi ora alla cittadina di Tayibet al Imam, 10 chilometri in linea d'aria da Hama. Le stesse fonti riferiscono del ritiro repentino delle forze governative da Hama, dove l'aeroporto è stato abbandonato dalle truppe russe. Agenzie e media arabi parlano invece di scontri tra forze governative a Damasco, con voci non confermate di golpe in atto contro Bashar Al-Assad, il quale ha promesso di "sconfiggere i terroristi". Mosca ha fatto sapere di aver bombardato i ribelli siriani con la propria aviazione, insieme a quella del governo siriano. LEGGI L'ARTICOLO

Guerra in Siria, chi sono i ribelli jihadisti che hanno conquistato Aleppo

La guerra civile in Siria sta conoscendo in questi giorni una improvvisa recrudescenza. Le forze ribelli che si oppongono al governo guidato da Bashar al-Assad hanno lanciato un’offensiva contro l’esercito regolare descritta dalla BBC come "la più ampia da anni". E sabato hanno preso il controllo di Aleppo, la seconda città più grande del Paese già al centro di violentissimi combattimenti in passato.

L’attacco a sorpresa - riporta ancora l’emittente britannica - ha spinto le forze aeree russe a compiere i primi bombardamenti su Aleppo dal 2016, mentre quelle fedeli al governo si sono ritirate dalla città. A guidare l’offensiva è il gruppo chiamato Hayat Tahrir al Sham - Commissione per la liberazione della Siria - che da tempo è profondamente coinvolto nel conflitto che da anni sta sconvolgendo la Siria. COSA SAPERE

Siria, dopo Aleppo continua l'avanzata dei ribelli jihadisti. VIDEO

Attacco aereo russo uccide capo ribelli sunniti in Siria

Secondo l'account X del governo libanese, un attacco aereo russo ha ucciso a Idlib Abu Muhammad al Jolani, capo di Hayat Tahrir al Sham (Hts, Commissione per la liberazione della Siria) sigla che riunisce i ribelli sunniti che hanno attaccato in Siria.

Perché l’attacco ad Aleppo in Siria è legato al cessate il fuoco in Libano?

Secondo una valutazione degli analisti israeliani a seguito dell’attacco delle forze jihadiste filo-turche ad Aleppo, ci sarebbe un legame tra questi due eventi: i ripetuti raid dell'aeronautica di Tel Aviv contro le milizie sciite e le guardie rivoluzionarie iraniane che operano sul territorio siriano avrebbero infatti indirettamente creato il contesto e l'opportunità per i radicali sunniti di sottrarsi alla pressione delle forze governative e riorganizzarsi. Forse anche con l'aiuto della Turchia. E a finire al centro della contesa tra i ribelli e il governo di Damasco è stata nuovamente la grande città di Aleppo, già a lungo martoriata dalla guerra civile. LEGGI QUI

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