Overview, Banco di prova - Smartphone a scuola, tra divieti e opportunità

Tecnologia
Simonetta Poltronieri

Simonetta Poltronieri

Torna Sky TG24 "Overview - sguardo sui tempi che corrono", il nuovo ciclo di approfondimenti in pillole prodotti dal canale all news e realizzati da Tiwi. Al centro della puntata disponibile da domani, il dibattito “smartphone sì e smartphone no” in ambito scolastico e non solo

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Scuola e smartphone. Un binomio al centro di un dibattito acceso. Tutto sembra ruotare intorno al dilemma “Smartphone sì o smartphone no”, che sia per uso didattico o meno. Non è un tema solo “italiano”, se ne parla dovunque. Ma è davvero questa la domanda che ci dobbiamo porre quando parliamo di scuola, giovani e tecnologia, oltre 30 anni dopo la nascita del web? 
Facciamo un passo indietro e più a nord. Nel 2017, ben prima della pandemia e della dad, in Svezia si parlava di digitalizzare tutto nel giro di un decennio, con strategie per lo sviluppo delle conoscenze digitali ben definite a livello nazionale. Il modello che veniva proposto per ripensare il rapporto con il digitale partiva proprio dai banchi di scuola e già dall’asilo nido. Oggi, il dietrofront. Svezia, Francia, Stati Uniti, Olanda e Italia sono solo alcuni dei paesi che in modi e in contesti diversi, stanno adottando misure sull'utilizzo degli smartphone a scuola. L’Unesco, nel suo Global education monitoring report del 2023, stima che più o meno un Paese su 4 nel mondo abbia già adottato politiche, strategie o leggi per limitare l’uso degli smartphone a scuola.

“Smartphone no”: perché limitare o vietare l’uso dello smartphone?

Anche se ogni Paese adotta regole in modi e tempi diversi, alla base di queste decisioni ci sarebbero considerazioni legate principalmente al potenziale impatto negativo che lo smartphone può avere sui livelli di attenzione degli studenti - e quindi sul loro apprendimento -  oltre che sulla loro salute mentale e fisica. Impatto analizzato in varie ricerche, che però sono spesso messe in discussione perché risulta complicato raccogliere e generalizzare dati provenienti da contesti diversi, nei quali vanno considerati anche altri fattori. Il dibattito su smartphone e scuola, inevitabilmente si allarga poi anche all’utilizzo di questi strumenti fuori dal contesto didattico. Si parla, ad esempio, di vietare l’utilizzo dei cellulari sotto a una certa età. Come sostiene lo psicologo sociale statunitense Jonathan Haidt nel suo discusso bestseller “La generazione ansiosa”. Un concetto ribadito anche parlando con Sky Tg24 sul tema smartphone e divieti.

Smartphone: tanto usati ma poco “conosciuti”

In Italia si stima che l’età in cui si utilizza uno smartphone si sia progressivamente abbassata, con il 30% circa di bambini tra i 6 e i 10 anni che usano il cellulare tutti i giorni.  È questa la fotografia che viene data da Save the Children, nel suo “XIV Atlante dell'Infanzia (a rischio)”. Anche se questi dispositivi vengono sempre più usati, l’Italia si posiziona agli ultimi posti a livello europeo per competenze digitali tra i 16 e i 19 anni. Sviluppare questo tipo di competenze significa anche imparare i rischi e le opportunità della tecnologia e così avere gli strumenti per posizionarsi in modo critico rispetto a quello che si può fare connessi e non. Lo sottolinea anche l'Unesco nel suo rapporto che monitora l’educazione a livello globale. “Un certo tipo di tecnologie per l’educazione possono migliorare un certo tipo di insegnamento in un certo tipo di contesto”, dice l’Unesco. Dipende dunque da dove, come e in come modo gli strumenti vengono integrati nella vita e nell’educazione delle persone. Un tema che fa emergere quello che, forse, è il cuore di questa controversa questione: la precocità e la quantità d’uso dello smartphone.

Cosa si può fare con uno smartphone

Guardando  a tutto quello che è successo negli ultimi anni, è chiaro che la tecnologia può giocare un ruolo fondamentale anche nell’apprendimento. Lo ha fatto durante il Covid e lo fa, ad esempio, con software specifici per garantire l’accessibilità scolastica ai bambini e ai ragazzi con disabilità. Nel mettere da un lato e dall’altro della bilancia gli effetti positivi e quelli negativi di smartphone e altri strumenti tecnologici in ambito scolastico, l’Unesco lancia anche un avvertimento: “Proteggere gli studenti dalle nuove tecnologie può metterli in una posizione di svantaggio”. Vale a dire, essere penalizzati guardando al futuro.

Il dibattito smartphone sì, smartphone no

Il dibattito “pro o contro” lo smartphone andrà avanti, come d’altronde ha sempre fatto negli ultimi anni seguendo l’evoluzione dello strumento “cellulare”. Un dibattito che inevitabilmente tocca tutti gli aspetti della vita, non solo quello scolastico. Un dibattito da cui emergono molte domande, le cui risposte tendono ad assottigliare le differenze tra quelle che possono sembrare due posizioni diametralmente opposte. Non si tratta forse solo di fare dei compromessi, di limitare o di “concedere” qualcosa. Con lo smartphone oggi potenzialmente possiamo fare tutto, anche essere dei cittadini più attivi e consapevoli. Ma, per arrivare a questo - alla cosiddetta cittadinanza digitale - bisogna prima chiedersi se sono state poste le giuste basi, a scuola e nella nostra società. Siamo pronti?

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