Guerra civile in Siria, dopo Aleppo jihadisti verso Hama. Media: voci di golpe a Damasco
MondoAnche italiani nei convogli delle Nazioni Unite in fuga. I media arabi parlano di scontri nella capitale tra fazioni governative e di un possibile golpe contro Bashar Al-Assad. Lui: "Sconfiggeremo i terroristi". I ribelli siriani di Hayat Tahrir Al Sham hanno sottratto di Khan Sheykhoun ai militari fedeli al regime di Damasco, consolidando il controllo sull'intera provincia di Idlib. Raid russi su Aleppo: almeno 16 morti
Le forze jihadiste filo-turche sono entrate nella regione di Hama, al centro della Siria, e si dirigono senza trovare resistenza verso la città. Lo riferiscono fonti locali che seguono l'offensiva delle forze anti-governative, attestatesi ora alla cittadina di Tayibet al Imam, 10 chilometri in linea d'aria da Hama. Le stesse fonti riferiscono del ritiro repentino delle forze governative da Hama, dove l'aeroporto è stato abbandonato dalle truppe russe. Agenzie e media arabi parlano invece di scontri tra forze governative a Damasco, con voci non confermate di golpe in atto contro Bashar Al-Assad, il quale ha promesso di "sconfiggere i terroristi". Mosca ha fatto sapere di aver bombardato i ribelli siriani con la propria aviazione, insieme a quella del governo siriano (CONFLITTI IN MEDIO ORIENTE, SEGUI GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA).
L'avanzata jihadista
Intanto, la citta di Khan Sheykhoun è stata sottratta ai militari fedeli al regime di Damasco, consolidando il controllo sull'intera provincia di Idlib. Dopo che ieri i jihadisti e i loro alleati erano entrati ad Aleppo, la seconda città della Siria, con una guerra lampo di due giorni contro il regime che ha messo fine ad anni di relativa calma nel Nord-ovest della Siria, oggi l'Aeronautica militare di Mosca ha effettuato raid sulla città per la prima volta dal 2016: i morti sarebbero almeno 16. Due fonti militari siriane hanno affermato che la Russia ha promesso che ulteriori aiuti militari arriveranno a Damasco entro le prossime 72 ore. Anche l'esercito israeliano (Idf) ha annunciato di aver attaccato infrastrutture militari in Siria, vicino ai valichi di frontiera con il Libano. "L'attacco è stato effettuato in seguito all'identificazione del trasferimento di armi di Hezbollah, anche dopo l'accordo di cessate il fuoco", spiega una nota. Sempre oggi le forze curdo-siriane, espressione dell'ala locale del Pkk, hanno preso il controllo dell'aeroporto di Aleppo dopo il ritiro delle forze iraniane e governative di Damasco dallo scalo aereo internazionale. Ieri i jihadisti siriani e i loro ribelli alleati avevano conquistato anche l'importante città di Saraqib, nel Nord del Paese
Oltre 255 morti per la conquista di Aleppo
I combattimenti per prendere la città di Aleppo, la metropoli patrimonio mondiale Unesco e a lungo contesa nel contesto della guerra siriana, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh) hanno causato più di 255 morti: sono gli scontri più violenti dal 2020 nella regione. I jihadisti filo-turchi che hanno conquistato la città hanno diffuso un comunicato in cui annunciano l'imposizione di un coprifuoco di 24 da oggi alle 17 ore locali (le 16 in Italia) fino alla stessa ora di domani. Secondo fonti locali, la città è quasi del tutto in mano delle forze sostenute dalla Turchia. L'esercito siriano ha annunciato un "ritiro temporaneo delle truppe" da Aleppo per preparare una controffensiva. L'esercito ha affermato che il ritiro fa parte di uno sforzo di riorganizzazione in vista dell'arrivo dei rinforzi per lanciare il contrattacco. I militari hanno anche aggiunto che decine di soldati sono stati uccisi o feriti nei feroci scontri con gli insorti ad Aleppo e Idlib avvenuti negli ultimi giorni. L'Iran afferma che "elementi terroristi" hanno attaccato il consolato di Teheran.
Migliaia di civili in fuga: via anche l'Onu
Decine di migliaia di civili sono in fuga verso le zone rurali di Idlib, nel nord-ovest della Siria: lo riporta il quotidiano in lingua inglese The Express Tribune con sede in Pakistan. Secondo il giornale, che cita fonti locali, le forze di opposizione hanno sfondato le linee di difesa sugli assi Hamdaniyya, Nuova Aleppo e Zahra - nella periferia occidentale di Aleppo - e attualmente controllano 400 chilometri quadrati di territorio. Anche le Nazioni Unite hanno avviato un'evacuazione da verso Damasco. Un primo convoglio di auto è già in viaggio per uscire dalla città, con alcuni italiani a bordo. Altri pullman Onu sono in attesa. L'ambasciata a Damasco (è in sede il nuovo ambasciatore Stefano Ravagnan), in stretta collaborazione con Palazzo Chigi e ministero degli Esteri, è in contatto col gruppo e riceverà i connazionali, in maggioranza doppi cittadini. Un limitato numero di religiosi, si apprende ancora, ha deciso di restare ad Aleppo, contando sui buoni rapporti stabiliti dai francescani con tutte le comunità. L'ambasciatore Ravagnan è in contatto con loro, così come con il vescovo, che sta bene. Si stanno anche aiutando i religiosi che invece vogliono lasciare Aleppo a farlo in condizioni di sicurezza.
Approfondimento
Dal Libano alla Siria, un altro esodo: “Sarà un inverno senza risorse”
Il ministro degli Esteri russo sente Turchia e Iran
Intanto i ministri degli Esteri di Turchia e Russia Hakan Fidan e Sergey Lavrov, che in Siria sostengono posizioni opposte, hanno avuto una conversazione telefonica nella quale hanno discusso dei "pericolosi sviluppi della situazione" in Siria. Il ministro degli Esteri russo ha sentito anche quello iraniano in un colloquio in cui hanno espresso "preoccupazione per la pericolosa escalation in Siria", concordando "sulla necessità di intensificare gli sforzi congiunti per stabilizzare la situazione in Siria, discutendone urgentemente nell'ambito del formato di Astana".
Ieri raid aerei della Russia a Idlib
La provincia di Aleppo, in gran parte tenuta dal regime di Bashar al-Assad, confina con l'ultima grande roccaforte ribelle e jihadista di Idlib. Secondo l'Osdh, una Ong con sede nel Regno Unito e con una vasta rete di fonti in Siria, il gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham (HTS) e i gruppi alleati, alcuni dei quali vicini alla Turchia, hanno raggiunto le porte della città dopo "due attacchi suicidi con autobombe". L'esercito siriano, che ha dispiegato rinforzi ad Aleppo, secondo un funzionario della sicurezza, ha affermato di aver respinto "la grande offensiva dei gruppi terroristici" e di aver riconquistato diverse posizioni. Durante la guerra civile scoppiata nel 2011, le forze del regime, sostenute dall'aviazione russa, avevano riconquistato la parte orientale di Aleppo dagli insorti nel 2016, dopo devastanti bombardamenti. Ieri le forze aeree russe e siriane hanno lanciato intensi raid sulla regione di Idlib, ha dichiarato l'Ong. I combattenti hanno bombardato Aleppo per la prima volta in quattro anni, colpendo il campus universitario dove sono stati uccisi quattro civili, secondo l'agenzia ufficiale Sana. Un altro fedele alleato della Siria, l'Iran, ha ribadito il suo "continuo sostegno". Teheran si è impegnata militarmente a sostenere il presidente Assad durante la guerra civile.
Leggi anche
Siria, bambino di 9 anni arrestato per aver offeso il presidente
Le conquiste dell'Hts, ramo siriano di Al-Qaeda
Grazie a questa guerra, l'HTS, dominato dall'ex ramo siriano di al-Qaeda, ha preso il controllo di intere aree della provincia di Idlib, così come dei territori limitrofi nelle regioni di Aleppo, Hama e Latakia. Secondo l'Osdh, i combattimenti hanno raggiunto anche la strategica città di Saraqeb, controllata dal regime, a sud di Aleppo, all'incrocio di due autostrade. Il Cremlino ha invitato le autorità siriane a "mettere ordine il più rapidamente possibile" ad Aleppo. Il capo dell'autoproclamato "governo" di Idlib, Mohammad al-Bachir, giovedì ha giustificato l'offensiva accusando il regime di aver "iniziato a bombardare le aree civili, causando l'esodo di decine di migliaia di persone". Secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA), le violenze hanno fatto sfollare "più di 14.000 persone, di cui quasi la metà sono bambini".
Leggi anche
Usa: Al Qaeda ha un nuovo capo, è l'egiziano Saif al-Adel
In serata riunione Netanyahu-intelligence sulla crisi in Siria
I funzionari dell'intelligence israeliana hanno informato questa sera il primo ministro Benyamin Netanyahu sugli sviluppi in Siria, concentrandosi sugli sforzi dei ribelli per catturare Aleppo, sulle ramificazioni regionali e sul potenziale effetto domino che questi eventi potrebbero innescare in tutto il Medio Oriente. Lo riportano i media israeliani. Uno scenario in esame riguarda lo spostamento di forze e armamenti da parte di Hezbollah dal Libano alla Siria per rafforzare il regime di Assad. Iran e Russia stanno già fornendo supporto all'esercito siriano e c'è anche la possibilità che gli Houthi possano unirsi per aiutare Assad. Un'altra preoccupazione è il potenziale trasferimento di armi da parte dell'Iran in Siria per supportare lo sforzo bellico. Queste armi potrebbero poi raggiungere il Libano, dove Hezbollah potrebbe usarle per ricostruire le sue capacità militari, secondo le valutazioni israeliane. L'apparato di difesa israeliano sta monitorando attentamente le diverse fazioni ribelli in Siria. Alcuni gruppi, come Jabhat al-Nusra, fanno parte del movimento jihadista globale, mentre altri sono sostenuti dalla Turchia o dall'Ucraina o sono composti da civili siriani, riferisce il Jerusalem Post.