Guerra civile in Siria, comando Damasco: 400 terroristi uccisi in raid con i russi

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Media: "Milizie filo-Iran entrate in Siria nella notte". "Si tratta di nuovi rinforzi inviati per aiutare i nostri compagni in prima linea nel nord", ha dichiarato un'alta fonte dell'esercito. Usa, Francia, Germania e Gb hanno affermato che "l'attuale escalation sottolinea la necessità di una soluzione politica guidata dalla Siria al conflitto, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite"

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Milizie sostenute dall'Iran sono entrate in Siria dall'Iraq durante la notte e si stanno dirigendo verso il nord del Paese per dare manforte alle forze dell'esercito di Bashar al-Assad che combattono contro i ribelli jihadisti: lo riportano i media internazionali, che citano due fonti dell'esercito siriano. "Si tratta di nuovi rinforzi inviati per aiutare i nostri compagni in prima linea nel nord", ha dichiarato un'alta fonte dell'esercito.

Usa, Francia, Germania e Gran Bretagna hanno ufficialmente chiesto una "de-escalation" in Siria  e hanno sollecitato anche, in una dichiarazione congiunta, la protezione dei civili e delle infrastrutture. "L'attuale escalation non fa che sottolineare l'urgente necessità di una soluzione politica guidata dalla Siria al conflitto, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite", si legge. Assad annuncia: “schiacceremo il terrorismo e chiunque lo appoggi" mentre continuano i raid russi contro i ribelli jihadisti.


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Russia, nuovo fronte in Siria. Gli effetti sul conflitto in Ucraina e sulle trattative

Vacilla la tenuta del sistema di potere siriano, incarnato dal presidente Bashar al-Assad e per anni puntellato dagli sforzi militari, politici e diplomatici di Iran e Russia. Da giorni continua l'avanzata dei ribelli jihadisti che dopo Aleppo hanno preso il controllo di tutta la provincia di Idlib. Ma questo scenario che impatto avrà sul conflitto tra Mosca e Kiev? COSA SAPPIAMO

Siria, vescovo Aleppo: i ribelli rispettano i cristiani

"Oggi circa il 90% della città e sotto il controllo dei ribelli o anti-governativi, mentre il restante 10% è nelle mani dei curdi" che potrebbero presto ritirarsi. E' quanto racconta ad AsiaNews monsignor Hanna Jallouf, francescano, da luglio 2023 vicario apostolico di Aleppo. Sui gruppi ribelli che hanno assunto il controllo della città, Jallouf afferma: "Ci trattano con rispetto e finora non hanno toccato nessun cristiano, anzi. L'ordine è di rispettare i nostri riti, le nostre chiese, persino i nostri abiti".  Sempre oggi fonti istituzionali di AsiaNews nella capitale, anonime per motivi di sicurezza, riferiscono che anche "a Damasco la situazione ora è tranquilla", mentre l'epicentro del conflitto è "Aleppo e il nord della Siria". 

Chi sono i ribelli jihadisti che hanno conquistato Aleppo

La guerra civile in Siria sta conoscendo in questi giorni una improvvisa recrudescenza. Le forze ribelli che si oppongono al governo guidato da Bashar al-Assad hanno lanciato un’offensiva contro l’esercito regolare descritta dalla BBC come "la più ampia da anni". E sabato hanno preso il controllo di Aleppo, la seconda città più grande del Paese già al centro di violentissimi combattimenti in passato. Ecco chi sono i ribelli jihadisti. LEGGI L’ARTICOLO


Onu, ospedali danneggiati, manca acqua potabile

Sono stati sospesi i servizi essenziali Onu in molte aree della Siria sconvolte dai combattimenti. Lo ha detto il portavoce delle Nazioni Unite. Una stazione idrica ritenuta cruciale per Aleppo non e' in funzione, mentre le squadre che si occupano della manutenzione non possono intervenire. Molte scuole chiuse. Almeno tredici istituti scolastici nel nordovest del Paese sono rimasti danneggiati dagli ultimi attacchi. Le preoccupazioni per la salute pubblica sono aumentate, sia per la presenza di corpi che non vengono seppelliti sia per la mancanza di acqua potabile. L'ospedale universitario di Aleppo ha subito gravi danni. Centinaia di pazienti sono rimasti senza cure essenziali. Almeno ventiquattro centri clinici tra Idleb e Aleppo hanno sospeso le attività. Anche il principale ospedale di Idleb e' stato danneggiato. 

Perché l’attacco ad Aleppo in Siria è legato al cessate il fuoco in Libano?

Secondo una valutazione degli analisti israeliani a seguito dell’attacco delle forze jihadiste filo-turche ad Aleppo, ci sarebbe un legame tra questi due eventi. LEGGI L’ARTICOLO


Papa Francesco: "Prego per la Siria, guerra si è riaccesa. Rispettare tregua in Libano"

Papa Francesco rivolge un pensiero all'ennesimo focolaio di guerra, mai sopito in realtà, che è esploso in Medio Oriente, con gli scontri in Siria. "Preghiamo per la Siria dove purtroppo la guerra si è riaccesa causando molte vittime. Sono molto vicino alla Chiesa in Siria, preghiamo", ha detto durante l'Angelus. Il Pontefice ha poi rivolto un pensiero al Libano dopo il cessate il fuoco, a Gaza e alla guerra in Ucraina. LEGGI L’ARTICOLO


L'Ue chiede una de-escalation in Siria: "Proteggere i civili"

"L'Unione europea segue da vicino gli ultimi sviluppi in Siria. Esortiamo tutte le parti a una de-escalation e a garantire la protezione dei civili e delle infrastrutture civili, nonché l'accesso umanitario senza ostacoli, in linea con il diritto umanitario internazionale." Lo dichiara un portavoce del Servizio di Azione Esterna dell'Ue. "Condanniamo gli attacchi aerei della Russia su aree densamente popolate e il suo continuo sostegno alla repressione del regime di Assad. L'ultima escalation dimostra ancora una volta la necessità di una soluzione politica, guidata dalla Siria, al conflitto, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite", aggiunge. 

La Chiesa di Aleppo smentisce il divieto del Natale

"Non è vero che i ribelli ci hanno proibito di celebrare il Natale o le feste natalizie. E non ci hanno chiesto di togliere i nostri segni religiosi". Lo ha precisato il Vescovo latino di Aleppo, mons. Hanna Jallouf, ai microfoni del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, smentendo la notizia di un divieto dei ribelli jihadisti verso i cristiani di celebrare le festività natalizie. "Anzi - ha sottolineato il vescovo di Aleppo - ci hanno assicurato che loro vogliono che noi facciamo le celebrazioni per il nostro popolo e anche per rassicurare loro la tranquillità. Ci hanno dato anche luce e acqua. Speriamo che le cose possano andare bene".

Usa: "Paesi usino influenza sulla Siria per de-escalation" (2)

"Vogliamo vedere tutti i paesi usare la loro influenza ridurre la tensione, proteggere i civili e spingere per un processo politico" in Siria, ha detto il ;;portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller in un briefing con la stampa. 

Usa: Paesi usino influenza sulla Siria per de-escalation

"Tutti i Paesi che hanno influenza sulla Siria la usino per la de-escalation". E' l'appello del dipartimento di Stato americano secondo il portavoce Matthew Miller. 

Bashar al-Assad, chi è il presidente della Siria in guerra con i ribelli jihadisti

Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato colpito dall'invasione di forze jihadiste filo-turche, che hanno assediato Aleppo: non è ancora chiaro se abbia lasciato il Paese. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità compiuti durante la guerra in Siria. CHI È

Bashar al-Assad

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Guterres: "Preoccupato per escalation, fine immediata ostilità"

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha chiesto ''la fine immediata delle ostilità'' in Siria dicendosi ''preoccupato per le recente escalation nel nordovest'' del Paese. Lo ha dichiarato il suo portavoce Stéphane Dujarric. ''Tutte le parti devono fare il possibile per proteggere i civili e permettere il passaggio in sicurezza dei civili che fuggono dalle ostilità'', ha aggiunto Dujarric.

Erdogan: "Caos conseguenza guerra in Medio Oriente"

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ritiene la recente escalation di violenza in Siria il risultato del conflitto esploso a Gaza e in Libano. Il leader turco ha definito "prioritaria" l'integrità territoriale della Siria, reso noto che Ankara parla con Iran e Russia e annunciato che per i militari turchi di stanza nel nord della Siria e al confine è scattata l'allerta. "Seguiamo da vicino gli sviluppi di questa improvvisa esplosione di violenza nel territorio dei nostri vicini siriani. Avevamo messo in guardia dal rischio che l'instabilità della regione si sarebbe potuta espandere alla Siria e gli ultimi giorni ci hanno dato purtroppo ragione. Per noi è prioritaria l'integrità territoriale del Paese e per questo siamo in contatto con altri Paesi. Al confine le nostre truppe hanno preso tutte le misure precauzionali possibili", ha detto Erdogan. 

Ong, filoturchi accerchiano Hama per impedire rinforzi iraniani

L'avanguardia dell'offensiva jihadista filo-turca, guidata da Hayat Tahrir ash Sham (Hts), tenta di accerchiare su tre lati la città chiave di Hama, nella Siria centrale, per impedire ai rinforzi iraniani giunti dal vicino Iraq di sostenere i governativi nella zona. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui i jihadisti hanno conquistato nelle ultime ore alcune località a nord-est e a nord-ovest di Hama. In particolare, si segnala l'avanzata di Hts lungo due direttrici: verso Mataban, a nord-est di Hama, e la presa di Qalaat al Madiq, cittadina chiave sul fiume Oronte, a nord-ovest di Hama e di fronte a Sqeilbiye, dove si trova una base militare russa. 

Ong, oltre 500 morti in Siria nei combattimenti, 92 civili

L'Osservatorio siriano per i diritti umani afferma che il bilancio dei nuovi combattimenti in Siria ha raggiunto i 514 morti, inclusi 92 civili. 

Erdogan: "Ci auguriamo che l'instabilità in Siria finisca"

"Il nostro desiderio maggiore è che l'integrità territoriale della Siria sia protetta e che finisca l'instabilità con un consenso in linea con le richieste legittime del popolo siriano". Lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, commentando l'avanzata delle forze filo-turche che si oppongono a Damasco. "Stiamo seguendo il processo sul campo, momento per momento, e prendendo tutte le precauzioni per prevenire qualunque altro incidente", ha detto il leader turco, come riferisce Anadolu, affermando che Ankara è pronta "a fare tutto il necessario per spegnere l'incendio nella nostra regione". 

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