Introduzione
Vacilla la tenuta del sistema di potere siriano, incarnato dal presidente Bashar al-Assad e per anni puntellato dagli sforzi militari, politici e diplomatici di Iran e Russia. Da giorni continua l'avanzata dei ribelli jihadisti che dopo Aleppo hanno preso il controllo di tutta la provincia di Idlib. Ma questo scenario che impatto avrà sul conflitto tra Mosca e Kiev?
Quello che devi sapere
Cosa sta succedendo in Siria
- Prima di tutto, cosa sta succedendo in Siria? L’offensiva, cominciata solo quattro giorni fa, ha investito prima le campagne a Ovest di Aleppo e poi l'intera metropoli siriana. Questa è stata conquistata totalmente mentre le forze governative scappavano lasciando sguarniti gli aeroporti militari di Kuwairis, Abu Dhuhur, Nayrab e persino l'aeroporto internazionale di Aleppo, mai caduto nelle mani di insorti dall'inizio della guerra più di 13 anni fa. Le forze curde, espressione dell'ala locale del Pkk e che hanno da tempo mantenuto una roccaforte ad Aleppo, hanno inizialmente tentato di approfittare del ritiro dei governativi e hanno per primi preso il controllo dello scalo internazionale della città. Solo dopo aspri negoziati con le forze filo-turche, l'aeroporto è passato in mano ai jihadisti guidati da Ankara. Questi hanno poi proseguito verso Sud, entrando in tutta la regione di Idlib, e penetrando, per la prima volta dopo quasi un decennio, in quella centrale di Hama. Qui, le forze russe si sono ritirate dall'aeroporto militare e dalla base chiave di Sqeilibye
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Le possibilità di trattativa
- La ripresa della guerra civile in Siria apre ora nuovi scenari di negoziato in Ucraina. La Russia di Putin è costretta a investire armi e uomini nel tentativo di salvare il regime di Bashar al-Assad dai ribelli filo-turchi. Questo nuovo “fronte” potrebbe essere la “distrazione” che favorirà la scelta dello Zar di metter fine al conflitto sul fronte ucraino e sedere al tavolo delle trattative con Zelensky. Putin del resto, per primo, ha ribadito la sua disponibilità a negoziare, ma a partire dalle conquiste russe. Zelensky, dal canto suo, ha detto a Sky News che è disponibile a un congelamento del fronte, con l’avvio del negoziato e l’ombrello di sicurezza della Nato sui territori ancora sotto controllo di Kiev, e gli altri che potranno essere “riconquistati” per via diplomatica
Il coinvolgimento russo in Siria
- Con la Russia rivolta verso la Siria, lo scenario potrebbe quindi cambiare in fretta. Mosca è sempre più sotto pressione per il conflitto in Ucraina e un secondo fronte potrebbe metterla ancora più in difficoltà. Secondo stime ucraine, sarebbero 740mila i russi caduti dall’inizio del conflitto. Ad ogni modo, Mosca ha già detto di voler rafforzare i dispositivi militari pur di riconquistare Aleppo e arginare l’avanzata dei ribelli jihadisti sostenuti dalla Turchia
- E l'1 dicembre, secondo l'account X del governo libanese, c'è stato un attacco aereo russo che ha ucciso a Idlib Abu Muhammad al Jolani, capo di Hayat Tahrir al Sham (Hts, Commissione per la liberazione della Siria) sigla che riunisce i ribelli sunniti che hanno attaccato in Siria
I problemi a livello militare
- Non sarà facile però per Mosca sostenere un coinvolgimento militare più ampio in Siria. La Russia, secondo quanto sostengomo fonti di sicurezza turche, sarebbe infatti sempre più incapace di aiutare il regime siriano a contrastare l’offensiva dei ribelli a causa del vincolo delle forze militari in Ucraina
Il tentativo di Kiev e il ruolo della Nato
- E se rimane ancora da chiarire come, in che misura, e per quanto tempo Mosca sosterrà Bashar al-Assad nell'immediato futuro, è chiara invece qual è la posizione del presidente ucraino Zelensky. Kiev ha esortato la Nato a estenderle un invito in occasione di un incontro a Bruxelles in programma la prossima settimana. Una richiesta - contenuta in una lettera visionata da Reuters - che sembra fare il paio con le ultime affermazioni del presidente che ha aperto ad alcune concessioni per "porre fine alla fase calda della guerra". Per il Cremlino, comunque, resta irricevibile la proposta di una Ucraina sotto l'ombrello Nato
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