Israele spara su Hezbollah nella zona vietata al sud del Libano. Protesta l'esercito libanese: “Violata la tregua”. Si lavora per ottenere la tregua anche a Gaza con Hamas. Messaggio di Netanhayu ai miliziani: "Se salta, guerra a tutto campo". La Corte penale internazionale disponibile a revocare i mandati d'arresto contro il premier israeliano e Gallant “se Israele farà un'inchiesta seria”. Continua il controesodo degli sfollati
Macron chiede stop immediato a violazioni tregua in Libano
Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto la sospensione "immediata" di tutte le "azioni contrarie" all'attuazione del cessate il fuoco in Libano, lo hareso noto l'Eliseo. Durante le successive conversazioni telefoniche di ieri con il primo ministro libanese Najib Mikati e il presidente della Camera dei Deputati Nabih Berri, ha "invitato tutte le parti a lavorare per la piena attuazione del cessate il fuoco" e "ha sottolineato che tutte le azioni che contravvengono a questa piena attuazione devono cessare immediatamente".
Idf, 'applicheremo il cessate il fuoco in modo aggressivo'
L'Esercito israeliano (Idf) farà rispettare e applicherà "in modo aggressivo" l'accordo di cessate il fuoco in Libano: lo ha detto il comandante del gruppo settentrionale, generale Ori Gordin, come riporta l'Idf su Telegram. "Due notti fa, i vertici politici hanno concluso un accordo per un cessate il fuoco con lo Stato del Libano. Il nostro ruolo è ora quello di renderlo possibile e di farlo rispettare. Lo applicheremo in modo aggressivo e, alle condizioni da noi stabilite, questo è ciò che attueremo - ha affermato Gordin -. Pertanto, non intendiamo permettere a Hezbollah di tornare in queste aree. Abbiamo intenzione di liberare l'intera area dalle capacità di Hezbollah e certamente dalle sue armi, questa è la nostra missione". "Se faranno un errore, sarà un errore grave - ha aggiunto -. Siamo pronti a tornare all'attacco e a tornare a combattere. Questo cambio, nella mentalità dei soldati e dei comandanti, deve essere sempre pronto. Sì, ora siamo in modalità di esecuzione, ma possiamo chiaramente, in pochissimo tempo, dare l'ordine opposto e avanzare di nuovo".
Erdogan, 'il mondo islamico reagisca all'oppressione di Gaza'
"Continuiamo i nostri contatti diplomatici in modo tale che i Paesi islamici possano reagire e agire assieme contro l'oppressione a Gaza". Lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, come riferisce Anadolu. Ankara ha già inviato 86mila tonnellate di aiuti umanitari destinati alla Striscia, ha aggiunto.
Capo Stato maggiore Idf, 'mi dimetterò a fine indagine su 7/10'
Il capo di Stato Maggiore delle Forze di difesa israeliane, (Idf), il generale Herzi Halevi, ha annunciato che si dimetterà una volta che sarà completata l'indagine militare sul massacro compiuto lo scorso 7 ottobre da Hamas nel sud di Israele. ''Alla fine delle indagini, prenderemo anche decisioni personali e i comandanti riconosceranno le responsabilità, da me in giù. Non ho intenzione di sorvolare sulle decisioni personali quando il quadro ci sarà più chiaro'', ha scritto Halevi in una lettera inviata alle truppe.
Halevi ha poi difeso la sua decisione di nominare alti dirigenti militari, anche se alcuni glielo contestano per il fallimento in relazione al 7 ottobre. ''Nominare ufficiali non è un privilegio, ma un dovere di comando e operativo. L'Idf non può permettersi di restare ferma", ha affermato Halevi.
Al-Sisi spera in Trump, faccia pressione su Netanyahu per cessate fuoco Gaza
Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi confida nel presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, sperando che possa fare pressione sul primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e lo convinca ad accettare un accordo con Hamas per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Il modello, scrive il Washington Post citando un ex funzionario egiziano a condizione di anonimato, è il recente accordo che Israele ha raggiunto con Hezbollah e che vede gli Stati Uniti nella posizione di fare da garante tra le parti. Lo stesso ruolo, secondo l'Egitto, Washington potrebbe svolgerlo tra Israele e Hamas.
Per esplorare la disponibilità delle autorità israeliane, l'Egitto ha inviato in Israele una propria delegazione, con l'auspicio di poter 'sfruttare' il recente accordo in Libano e mediarne uno per la Striscia di Gaza. L'Egitto, ha spiegato l'ex funzionario, ha proposto che il rilascio degli ostaggi ancora trattenuti nell'enclave palestinese avvenga in modo graduale, in contrasto con quanto chiesto da Netanyahu che vuole una restituzione immediata e totale di tutti i rapiti.
Hezbollah smentisce rapimento da parte di Israele di due persone
Il corrispondente nel sud del Libano della tv di Hezbollah, al Manar, ha smentito poco fa la notizia del rapimento da parte di Israele di due civili libanesi a Khiam, mentre partecipavano al funerale dello zio. "Non è avvenuto nessun rapimento", ha detto Ali Shuayb, affermando che i soldati israeliani sono dispiegati nei quartieri nord-orientale della cittadina meridionale libanese e che hanno sparato contro il corteo funebre. "Non è però avvenuto nessun rapimento", ha detto Shuayb.
Libano: esercito Israele apre il fuoco a Bint Jbeil, due feriti
L'esercito israeliano ha ferito due persone nel sud del Libano nella cittadina di Bint Jbeil aprendo il fuoco contro civili che tentano di tornare alle loro case. Lo riferiscono media di Beirut, secondo cui gli spari hanno preso di mira un gruppo di civili radunati nei pressi dell'ospedale della città, devastata dai raid israeliani, nel quartiere di Saff al Hawa.
Segre, a Gaza non ricorrono i caratteri tipici dei genocidi
"Nella drammatica situazione di Gaza non ricorre nessuno dei due caratteri tipici dei principali genocidi generalmente riconosciuti come tali — il Medz Yeghern degli armeni, l'Holodomor dei kulaki ucraini, la Shoah degli ebrei, il Porrajmos dei rom e sinti, la strage della borghesia cambogiana, lo sterminio dei tutsi in Ruanda — mentre sono piuttosto evidenti crimini di guerra e crimini contro l'umanità, commessi sia da Hamas e dalla Jihad, sia dall'esercito israeliano". Lo scrive, in un intervento sul Corriere della Sera, la senatrice a vita Liliana Segre.
Aiea conferma piani Iran di attivare migliaia centrifughe
L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), responsabile del monitoraggio del programma nucleare iraniano, ha confermato i piani di Teheran per l'installazione di circa 6.000 nuove centrifughe per arricchire l'uranio a un livello basso, secondo un rapporto confidenziale ottenuto dall'Afp. "L'Iran ha informato l'agenzia" della sua intenzione di mettere in funzione queste macchine nei siti di Fordo e Natanz per un tasso di arricchimento fino al 5%, leggermente superiore al 3,67% autorizzato dall'accordo internazionale del 2015.
Libano, Idf, vietati spostamenti a sud linea centri abitati "fino a nuovo avviso"
Le Forze di difesa israeliane hanno pubblicato un avviso in cui vietano gli spostamenti a sud di una linea di villaggi e dei loro dintorni fino a nuovo ordine. I centri abitati in questione - si legge in un post su X del portavoce in lingua araba dell'Idf, Avichay Adraee - sono Shebaa, Al-Habbariyeh, Marjayoun, Arnoun, Yahmar, Al-Qantara , Shaqra, Bara'shit, Yater, Al-Mansouri. "L'Idf non intende prendervi di mira, quindi in questa fase vi è vietato tornare alle vostre case da questa linea a sud fino a nuovo avviso. Chiunque si muova a sud di questa linea si espone al pericolo", si legge ancora nell'avviso che chiede inoltre di non rientrare in una serie di centri abitati successivamente elencati.
Wafa, 5 morti, tra cui un bambino, in raid israeliani su Khan Yunis e Gaza City
Almeno cinque palestinesi, tra cui un bambino, sono morti e un numero imprecisato di persone sono rimaste ferite nella tarda serata di ieri a seguito dei raid dell'esercito israeliano su Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, e su Gaza City, nel nord dell'enclave. L'agenzia di stampa palestinese Wafa ha confermato che quattro persone, tra cui un minore, sono morte dopo che le forze aeree israeliane hanno colpito una tendopoli che ospitava sfollati vicino alla moschea di Abu Matar, a Khan Younis. L'attacco ha provocato anche dei feriti. A Gaza City, nel nord della Striscia di Gaza, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno bombardato un edificio di cinque piani nel quartiere di Zaitun, uccidendo un civile e ferendone altri, ha reso noto l'agenzia.
Netanyahu: "A Gaza pronti alla tregua, non alla fine della guerra"
"Sono pronto a un cessate il fuoco" a Gaza "quando penseremo di poter ottenere il rilascio degli ostaggi". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un'intervista alla tv di destra Channel 14, ripreso da Times of Israel, precisando però che non sarebbe la fine della guerra. "Sono pronto per un cessate il fuoco in qualsiasi momento", ha dichiarato, ribadendo tuttavia che non accetterà la fine della guerra come invece chiede Hamas. Senza entrare nei dettagli, il premier ha spiegato che Israele sta facendo "molte, molte cose" per cercare di raggiungere un accordo sugli ostaggi, in circostanze che ritiene migliori dopo la morte del leader di Hamas Yahya Sinwar e l'entrata in vigore del cessate il fuoco in Libano.
Guerra in Medio Oriente, perché Netanyahu e Gallant sono stati incriminati dalla Cpi
Crimini di guerra e crimini contro l'umanità, commessi nell'ambito di "un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile di Gaza" tra l'8 ottobre 2023, il giorno successivo al sanguinoso attacco di Hamas nel sud di Israele, e fino ad "almeno" il 20 maggio 2024, giorno nel quale la Procura della Corte penale internazionale ha depositato le richieste di arresto. Queste le accuse attraverso le quali la Camera preliminare I della Corte dell'Aja ha emesso i mandati nei confronti del premier israeliano Benyamin Netanyahu e dell'ex ministro della Difesa Yoav Gallant, ritenuti entrambi responsabili delle "attività degli organi governativi israeliani e delle forze armate", e in base al diritto internazionale umanitario, l'insieme delle norme che regolano la protezione dei civili durante i conflitti armati. LEGGI QUI
Chi è Yoav Gallant, il ministro della Difesa licenziato da Netanyahu
Generale in pensione, è stato l'uomo al centro della sicurezza di Israele. Il primo ministro lo ha licenziato. Al suo posto Israel Katz, finora ministro degli Esteri, che sarà a sua volta occupato da Gideon Saar. IL PROFILO
Israele-Iran, cronologia di una rivalità storica: le tappe dello scontro
Le pesanti tensioni tra Israele e l'Iran hanno una storia lunga decenni, tra minacce, proclami, guerre clandestine e attacchi via terra, mare, aria e cyberspazio. I raid incrociati che hanno segnato il 2024, in ordine cronologico sono solo l'ultimo stadio di una escalation tra i due Paesi, esacerbata un anno fa dall’inizio dell’operazione militare a Gaza. Ecco i principali eventi che hanno scandito il passaggio da una guerra ombra al conflitto aperto. LE TAPPE
Iran, l’arsenale degli Ayatollah tra droni, missili ipersonici e lo spettro nucleare
Dopo l’offensiva di Teheran dello scorso aprile, il 1° ottobre l'Iran ha attaccato il territorio israeliano prevalentemente con missili balistici e ipersonici. Il 26 ottobre la nuova rappresaglia israeliana con "attacchi di precisione" su obiettivi militari. L'arsenale del regime può contare su diverse soluzioni, dai droni kamikaze Shahed 136 ai missili ipersonici Kheibar e Fatah, fino a quelli da crociera tipo Paveh 351. Sono le armi più sofisticate mai affrontate dalle difese israeliane. LEGGI QUI
Benjamin Netanyahu compie 75 anni: la storia del Primo Ministro israeliano
Detto Bibi, il leader del partito conservatore Likud è il primo politico ad esser nato nel Paese dalla sua fondazione nel 1948 e quello rimasto in carica più a lungo della storia d'Israele come capo del governo. LA STORIA