Introduzione
Donald Trump è stato rieletto presidente degli Stati Uniti: sarà il 47esimo inquilino della Casa Bianca, dopo essere già stato il 45esimo. Il tycoon tornerà a Washington dal 20 gennaio 2025, quando è prevista la cerimonia di inaugurazione ufficiale della sua presidenza.
Inevitabile il cambio della rotta politica mantenuta dall’amministrazione Biden negli ultimi quattro anni, dalla politica estera - guerra in Ucraina e guerra in Medioriente in primis - ai diritti civili e al clima.
Quello che devi sapere
La guerra in Ucraina
- Durante la campagna elettorale che lo ha portato alla vittoria, Trump ha più volte detto che sarebbe capace di risolvere la guerra tra Russia e Ucraina "in un giorno", perché in buoni rapporti sia con il presidente russo Vladimir Putin che con quello ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo quanto scritto dai media Usa, il tycoon vorrebbe proporre di congelare il conflitto, mantenendo l'integrità territoriale ucraina, con regioni autonome ai lati di una zona demilitarizzata e meccanismi di attuazione dell'accordo da affidare all'Europa. Si tratterebbe di una sorta di "rivisitazione dei falliti accordi di Minsk del 2014 e del 2015" che avevano cercato di mettere fine ai combattimenti in Ucraina orientale tra le forze di Kiev e i separatisti sostenuti da Mosca. Quello che preoccupa Zelensky è che Trump vorrebbe che concedesse le regioni della Crimea e del Donbass a Mosca, che già le sta occupando da tempo, insieme (forse) al tratto lungo il mare di Azov fino a Kherson e una parte della regione di Zaporizhzhia. Trump chiederebbe a Kiev di sospendere temporaneamente la sua richiesta di adesione alla Nato (per almeno 20 anni).
Per approfondire: Guerra Ucraina, le prossime mosse degli Stati Uniti e i movimenti sul campo. Cosa succede
Il giallo della telefonata Trump-Putin
- Il Washington Post ha parlato di una telefonata tra Trump e Putin che sarebbe avvenuta il 7 novembre scorso, in cui il futuro presidente Usa avrebbe essenzialmente fissato tre punti. Primo: avrebbe assicurato di "risolvere la guerra in Ucraina a breve". Secondo: avrebbe ammonito la controparte dall’evitare un’escalation in Ucraina, da qui al suo insediamento. Terzo: avrebbe “ricordato alla Russia la considerevole presenza militare americana in Europa”. Mosca ha però smentito tutto, con il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov che ha definito “pura finzione” la ricostruzione. Le certezze sono quindi poche.
La guerra in Ucraina: Trump e il piano di Zelensky
- Poco si sa quindi di come Trump potrebbe effettivamente muoversi. The Financial Times scrive però che al tycoon interesserebbe soprattutto due proposte del piano della vittoria preparato da Zelensky. Il primo riguarderebbe l'impiego di alcune truppe ucraine in Europa al termine della guerra. Il secondo, ideato per la prima volta dal senatore repubblicano Lindsey Graham, alleato di Trump, suggerisce di condividere le risorse naturali critiche dell'Ucraina con i partner occidentali.
- Secondo funzionari ucraini ed europei, gli alleati di Kiev in Usa e in Ue avrebbero offerto consigli su come inquadrare al meglio le proposte che incentivano una stretta cooperazione con Kiev, piuttosto che tagliare gli aiuti critici al Paese. Dall'altro lato, i businessman ucraini stanno anche discutendo con il governo la possibilità di offrire a Trump poteri di "screening degli investimenti", offrendogli la possibilità di scegliere chi può fare affari nel Paese. Una persona coinvolta nella pianificazione ha descritto l'idea come "ABC - anybody but China", che potrebbe essere particolarmente gradita a Trump. Le industrie ucraine che dipendono dalla tecnologia e dai materiali cinesi, come le telecomunicazioni, secondo la persona coinvolta, potrebbero passare ai fornitori statunitensi e attrarre più investimenti occidentali.
La guerra in Medio Oriente
- Poi c’è il capitolo Medio Oriente: la guerra tra Israele e Hamas che sta distruggendo la Striscia di Gaza, l’allargamento del conflitto con l’invasione israeliana nel sud del Libano, la minaccia iraniana. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha riferito di almeno tre telefonate con Trump, in meno di una settimana dalle elezioni. "Sono state conversazioni belle e molto importanti”, mirate a “rafforzare ulteriormente” la già stretta “alleanza” tra Israele e Stati Uniti. Poi è andato più in là: “Vediamo allo stesso modo la minaccia iraniana in tutte le sue componenti e il pericolo che essa comporta. Vediamo anche le grandi opportunità davanti a Israele, nel campo della pace e della sua espansione".
Per approfondire: Guerra in Medio Oriente, cosa cambia con Trump presidente?
La Striscia di Gaza e la Cisgiordania
- Il richiamo all'espansione di Israele menzionato da Netanyahu apre a diversi scenari. Innanzitutto, il neo ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, ha fatto sapere - a scanso di equivoci - che il suo governo non ritiene "realistica" la creazione di uno Stato palestinese. Un altro membro dell'esecutivo di Netanyahu, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, nel congratularsi con Trump per la rielezione ha dichiarato che "è arrivato il momento" di estenere e rafforzare la sovranità di Israele in Cisgiordania, già occupata.
L'Iran
- Secondo quanto scrive Politico, Netanyahu vorrebbe spingere Trump sempre più contro l'Iran, facendo leva sul piano amatoriale - scoperto dall'Fbi - a cui alcuni funzionari di Theran stavano lavorando per la sua uccisione. C'è però da dire che se Bibi volesse lanciare una guerra vera e propria contro l'Iran, Washington probabilmente non parteciperebbe attivamente: il vice di Trump, JD Vance, ha detto che un conflitto tra Usa e Iran non è di loro "interesse" e che, anzi, dovrebbe essere Israele a pensare a controbilanciare il potere iraniano nell'area del Golfo.
La tattica della "deterrenza"
- In generale, secondo voci che arrivano da suoi consiglieri attuali e passati, per Trump gli Usa non sono "stati temuti abbastanza" all'estero durante l'amministrazione Biden. Il Wsj scrive quindi che il tycoon vorrebbe mostrare di più la potenza economica e militare americana, anche lavorando alla pace dei conflitti in corso. Sarà però "un ritorno alla pace attraverso la forza: la deterrenza sarà ripristinata", ha detto Robert O'Brien, ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump
Fra tasse e dazi
- In campagna elettorale Trump ha promesso di abbassare le tasse alle grandi aziende per favorirle, ma allo stesso tempo il tycoon scommette sui dazi contro altri Paesi che potrebbero ritorcersi contro alle imprese stesse. Tra i suoi piani c'è anche l'aumento della tassazione per i prodotti importati dall'Ue (del 10%). Lo scenario preoccupa l'Italia: i costi aggiuntivi per Roma andrebbero da oltre 4 a oltre 7 miliardi di dollari, secondo le simulazioni realizzate da Prometeia.
Bitcoin
- Dopo anni di netta critica ai bitcoin, nel luglio 2024 in campagna elettorale Trump ha promesso che da presidente avrebbe reso "gli Stati Uniti la cripto capitale del pianeta" tramite la riscrittura nei primi cento giorni delle attuali regole, l’istituzione del Consiglio Presidenziale per il bitcoin e le criptovalute e l’allontanamento del Presidente della Securities and Exchange Commission (SEC) Gary Gensler, da sempre ostile alle criptovalute
I timori per la questione climatica
- Preoccupano anche le posizioni di Trump sul cambiamento climatico, spesso definito una "bufala" e "una delle più grandi truffe di tutti i tempi". The Guardian ha parlato ad esempio dei "mille modi in cui la sua amministrazione potrebbe danneggiare la politica ambientale, dal rafforzamento del petrolio, del gas e del carbone alla chiusura della National Oceanic and Atmospheric Administration, l'agenzia che misura l'aumento della temperatura".
- Fonti vicine a Trump hanno poi rivelato al WSJ che il tycoon firmerà l'ordine esecutivo per il ritiro dall'accordo di Parigi sul clima il 20 gennaio 2025, lo stesso giorno del secondo insediamento presidenziale. C'è da dire che che Trump si era già ritirato dall'accordo nel 2019 durante il suo primo mandato e che il suo successore alla Casa Bianca, Joe Biden, aveva aderito di nuovo all'intesa con un ordine esecutivo firmato nel giorno del suo insediamento.
Il controllo delle armi
- Per il The Guardian, Trump potrebbe anche interrompere l'attuazione della legge federale sulla sicurezza delle armi, voluta da Joe Biden, e chiudere l'Ufficio della Casa Bianca per la Prevenzione della violenza armata creato nel 2023 e supervisionato da Kamala Harris. Il quotidiano riporta le parole dell’attivista per il controllo delle armi Angela Ferrell-Zabala, secondo cui il secondo mandato di Trump significa dover "combattere come all'inferno" per garantire progressi sulle "misure comuni di base per la sicurezza delle armi"
Il tema dell’aborto
- Sul tema dell’aborto, uno dei più caldi della campagna elettorale, il The Guardian ricorda che il "manuale" per il secondo mandato del tycoon - intitolato Project 2025 - prevede l’uso del Comstock Act del 1873, che mette al bando la spedizione di materiale relativo all'aborto con l’obiettivo di vietare alle persone di inviare le pillole abortive, che rappresentano circa due terzi delle interruzioni di gravidanza negli Stati Uniti. Secondo il quotidiano il Comstock Act potrebbe anche impedire alle cliniche di avere le attrezzature necessarie ed essere usato per attuare, di fatto, un divieto di aborto a livello nazionale. Inoltre il tycoon potrebbe prendere di mira l'Emergency Medical Treatment and Labor Act (Emtala), una legge federale che protegge l'accesso all'aborto di emergenza
La deportazione dei migranti
- Trump nel corso della campagna elettorale ha detto più volte di voler organizzare la "più grande operazione di deportazione nella storia americana" e ha promesso di ripristinare ed espandere le sue politiche di immigrazione più controverse, tra cui il divieto di viaggio rivolto principalmente ai Paesi musulmani.
- Sempre secondo indiscrezioni diffuse dal WSJ, Trump potrebbe emettere nel primo giorno di insediamento una dichiarazione di emergenza nazionale, che potrebbe consentire di utilizzare fondi del Pentagono (anche per il muro al confine col Messico), strutture militari per la detenzione e aerei militari per le espulsioni. La futura amministrazione starebbe anche valutando modi per incoraggiare gli immigrati ad andarsene volontariamente, forse rinunciando a un divieto di 10 anni per il rientro (COSA PREVEDE IL PIANO DI TRUMP SUI MIGRANTI).
I diritti LGBTQ+
- Trump ha anche promesso ai suoi elettori di porre fine ai programmi che "promuovono la transizione di genere a qualsiasi età", di tagliare i finanziamenti agli ospedali che forniscono cure di affermazione di genere, di promuovere una legge federale che stabilisca che il governo non riconosce legalmente le persone transessuali e di revocare le politiche di non discriminazione LGBTQ+. Nel Project 2025 si parla di sostituire le politiche Biden-Harris con altre che supportino il "matrimonio eterosessuale", motivo per cui alcuni esperti - riporta il The Guardian - ritengono che anche l’uguaglianza dei matrimoni fra persone dello stesso sesso potrebbe essere a rischio
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