Guerra Ucraina, le prossime mosse degli Stati Uniti e i movimenti sul campo. Cosa succede

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Ansa/Ipa

Introduzione

Sul fronte della diplomazia internazionale aleggia il mistero sulla notizia di una telefonata fra il neoletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin, poi smentita dal Cremlino, mentre il portavoce Dmitry Peskov ha ribadito che Mosca continuerà il conflitto in Ucraina "fino a che tutti gli obiettivi stabiliti saranno raggiunti". Secondo il Centro ucraino per la lotta alla disinformazione, le truppe del Cremlino hanno immagazzinato missili negli aeroporti per preparare attacchi di larga portata: "I russi sono pronti per attacchi massicci. Ci sono abbastanza missili, vengono accumulati negli aeroporti strategici dell'aviazione e continuano ad accumularsi. Anche l'aviazione è pronta", ha scritto su Telegram Andriy Kovalenko, capo del Centro per la lotta alla disinformazione del Consiglio nazionale di difesa e sicurezza dell'Ucraina. E secondo il Wall Street Journal il Pentagono invierà 500 missili intercettori in Ucraina per i sistemi di difesa aerea a medio raggio Nasams e Patriot.

Quello che devi sapere

La notizia della telefonata data dal Washington Post

  • Sul fronte diplomatico si infittisce il mistero intorno a una telefonata fra Trump e Putin che, secondo il Washington Post, sarebbe avvenuta giovedì 7 novembre. Il quotidiano ha riferito che il tycoon avrebbe consigliato al presidente russo di non intensificare la guerra in Ucraina, ricordandogli la consistente presenza militare di Washington in Europa, e che i due hanno discusso l'obiettivo della pace nel continente europeo, con il presidente eletto americano desideroso di ulteriori conversazioni per discutere "una rapida risoluzione della guerra in Ucraina". Inoltre, secondo le fonti citate dal Washington Post, il governo ucraino era stato informato della telefonata e non si era opposto perché gli ufficiali di Kiev avevano da tempo compreso che Trump avrebbe coinvolto Putin per una soluzione diplomatica

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La smentita del Cremlino

  • Oggi però Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha smentito la telefonata: "Non c'è stata alcuna conversazione, è pura fiction", ha affermato, citato dall'agenzia Tass, in merito alle indiscrezioni pubblicate dal Washington Post. "Questo è l'esempio più ovvio della qualità dell'informazione che ora viene diffusa a volte anche da pubblicazioni rispettabili", ha commentato Peskov, definendo "falsa" la notizia. Finora, ha aggiunto il portavoce, "non ci sono preparativi in corso" per contatti tra Putin e leader occidentali. "Non abbiamo ricevuto alcun segnale", ha aggiunto, riferendosi anche a una possibile telefonata tra il presidente russo e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Vladimir Putin, ha concluso Peskov, "rimane aperto a tutti i contatti, a negoziati, e se dicono che qualche segnale arriverà, allora dobbiamo aspettarlo". E dagli Stati Uniti Steven Cheung, direttore delle comunicazioni di Trump, non ha confermato né smentito la telefonata, dicendo all'AFP che "non commenta le chiamate private tra il tycoon e altri leader mondiali"

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Kiev: "Non siamo stati informati in anticipo della telefonata"

  • E anche da Kiev è arrivata una smentita alle indiscrezioni del Washington Post: il Ministero degli Esteri ucraino ha negato la circostanza secondo cui Kiev sarebbe stata informata in anticipo della conversazione telefonica. "Le notizie secondo cui saremmo stati informati in anticipo della presunta chiamata sono false. Di conseguenza, l'Ucraina non avrebbe potuto approvare o opporsi" alla chiamata, ha detto alla Reuters il portavoce dicasteriale ucraino Georgy Tykhiy

La preoccupazione di Kiev

  • A Kiev intanto serpeggia preoccupazione per la nuova amministrazione americana targata Trump, che sarebbe pronta a porre fine al conflitto anche a costo di mettere nelle mani del Cremlino la Crimea e il Donbass. I timori del presidente ucraino Volodymyr Zelensky sembrano concretizzarsi nel peggiore scenario: "La Crimea è persa", ha detto uno degli ex consiglieri tycoon, Bryan Lanza. La nuova amministrazione, ha sostenuto, si concentrerà sul raggiungimento della pace in Ucraina invece di focalizzarsi sul ripristino dell'unità territoriale del Paese. Dunque, da Zelensky il neo inquilino della Casa Bianca si aspetta "una visione realistica della pace, e se venisse al tavolo a dire che la pace ci sarebbe solo con la Crimea ci mostrerebbe di non essere serio", perché "la Crimea è persa". Una visione in linea con le rivelazioni del Wall Street Journal che giorni fa, citando l'entourage del presidente rieletto, aveva scritto che i consiglieri di Trump gli raccomandano di congelare la guerra, fissando l'occupazione da parte della Russia di circa il 20% dell'Ucraina e costringendo Kiev a sospendere temporaneamente la sua richiesta di adesione alla Nato. Temporaneamente si fa per dire, secondo il Wsj si tratterebbe di un lasso di tempo di almeno 20 anni. Per Kiev sul piatto Washington metterebbe la promessa di continuare a fornire armi come deterrente contro un possibile nuovo attacco russo. In questo quadro, la linea del fronte si bloccherebbe ed entrambe le parti concorderebbero su una zona demilitarizzata anche se non è chiaro monitorata da quale forza di pace, non certo statunitense né, si sostiene, sotto l'egida dell'Onu

La mossa di Biden

  • Ed è in questo scenario che da Washington l'amministrazione uscente di Joe Biden ha accelerato sulla fornitura degli indispensabili missili intercettori, annunciando l'invio di 500 unità per i sistemi di difesa aerea a medio raggio Nasams e Patriot, probabilmente anche in vista della svolta annunciata dai trumpiani. Si spera che le nuove forniture possano garantire copertura aerea ora che l'inverno è iniziato e le infrastrutture energetiche tornano nel mirino dei russi

Ue: "Per ora non esiste scenario di truppe europee in Ucraina"

  • Intanto il portavoce della Commissione europea per gli Affari esteri e le Politiche di sicurezza, Peter Stano, ha commentato le indiscrezioni sul possibile piano di pace di Trump in Ucraina che contemplerebbe la presenza di truppe europee lungo il fronte nella zona smilitarizzata: "In questa fase non c'è nessuna decisione dell'Ue che preveda l'invio di soldati, a qualsiasi titolo e con qualsiasi mandato, sul suolo ucraino". Al momento ci sono delle missioni in corso, e una di queste è per l’addestramento militare e attualmente opera al di fuori dell'Ucraina: "Si sta discutendo se spostare parte di queste attività o estendere il mandato della missione anche all'Ucraina - ha detto Stano - ma in questa fase non si tratta di un'iniziativa che verrebbe approvata all'unanimità da tutti gli Stati membri". La posizione europea è invariata, ha ricordato il portavoce: oltre a sostenere la difesa di Kiev, i Ventisette supportano "tutti i possibili sforzi di pace basati sulla filosofia di una pace giusta per l'Ucraina. Ciò significa rispettare la Carta delle Nazioni Unite, il diritto internazionale, la sovranità, l'integrità territoriale e l'indipendenza dell'Ucraina e tutto ciò che è utile all'Ucraina"

L’ipotesi di una controffensiva nel Kursk

  • Ma cosa sta accadendo sul campo? Nei giorni scorsi il comandante delle Forze Armate ucraine, Oleksandr Syrskyi, ha parlato di una situazione al fronte che "resta difficile", mentre la Russia rafforza le sue fila con truppe nordcoreane. Secondo il New York Times, 50.000 soldati russi e nordcoreani si stanno preparando a lanciare una controffensiva su larga scala nel Kursk con un attacco su larga scala nei prossimi giorni. Il quotidiano ha anche riferito che alcuni funzionari militari e dell'intelligence degli Stati Uniti sono diventati più pessimisti sulle prospettive complessive dell'Ucraina, notando che Mosca sta guadagnando terreno sia nell'Oblast di Kursk sia nell'Ucraina orientale

I soldati nordcoreani

  • Secondo funzionari statunitensi, la Corea del Nord ha inviato più di 10.000 soldati a combattere a fianco delle forze russe nell'Oblast di Kursk. Queste truppe indossano uniformi russe e sono state equipaggiate da Mosca, ma è probabile che combattano in unità separate. Funzionari ucraini hanno affermato che sono dotate di mitragliatrici, fucili di precisione, missili anticarro e lanciarazzi forniti dalla Russia, che ha anche addestrato i soldati di Pyongyang al fuoco d'artiglieria, alle tattiche di base della fanteria e, soprattutto, allo sgombero delle trincee, segno che almeno alcune delle forze nordcoreane saranno impegnate in attacchi frontali alle difese trincerate delle forze ucraine. Secondo fonti di Kiev le truppe mandate da Kim Jong-un sono state divise in due gruppi, uno d'assalto e uno di supporto, che contribuiranno a proteggere il territorio riconquistato.

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