L’Iran giura vendetta, gli alleati arabi degli Usa fanno scudo a Israele

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Introduzione

Secondo la Cnn, l'amministrazione Biden teme che Teheran stia pianificando un attacco in seguito all'uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, nel massiccio bombardamento israeliano su Beirut.

 

Secondo gli esperti, sulla base degli storici rapporti di potere in Medio Oriente e nel Golfo, le leadership dei governi di Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Giordania non hanno dubbi nello scegliere l'asse israelo-statunitense rispetto a quello guidato dall'Iran: già lo scorso aprile i sistemi di difesa aerea e le aviazioni di Riad, Abu Dhabi e Amman, insieme alle forze americane, francesi e britanniche, si erano mobilitate per proteggere lo Stato ebraico. Per gli analisti e gli osservatori, si tratta di alleanze che sono il frutto di rapporti di forza geopolitici ben sedimentati nel tempo e che difficilmente possono essere alterati.

Quello che devi sapere

Il timore di un attacco dell’Iran

  • L'amministrazione Biden teme che l'Iran stia pianificando un attacco in seguito all'uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, e sta collaborando con Israele per la difesa. Lo sostiene la Cnn che cita un funzionario statunitense e fonti che affermano che si stanno preparando difese congiunte. E le parole del ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, pronunciate al termine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, non sono state di certo rassicuranti: "Il regime israeliano non troverà mai pace e tranquillità, dopo le sue aggressioni a Gaza e in Libano e l'uccisione del leader di Hezbollah libanese, Hassan Nasrallah. Il regime non ha assolutamente futuro, poiché la sua distruzione ora sarà accelerata. L'uccisione di Nasrallah non indebolirà la resistenza, ma anzi rafforzerà il movimento. L'Iran sarà certamente al fianco del Libano e il sangue dei martiri non rimarrà senza risposta". Tuttavia ieri il portavoce del ministero degli Esteri Nasser Kanani ha affermato: "L'Iran non invierà forze militari a Gaza o in Libano per combattere contro il regime sionista. I governi e le nazioni della regione, così come la resistenza in Libano e in Palestina, hanno capacità e potenza sufficienti per difendersi dall'aggressione dei sionisti, quindi non c'è bisogno di dispiegare forze militari aggiuntive dall'Iran. Le azioni del regime sionista non rimarranno senza risposta e il regime sarà punito per i suoi crimini, e l'Iran prenderà misure adeguate e decisive a questo proposito"

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Le mosse di Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Giordania

  • Di fronte a questo scenario incerto, analisti e osservatori regionali sottolineano lo stato di allerta in cui si trovano ormai da settimane gli eserciti di Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Giordania, assieme ai contingenti francesi, statunitensi e britannici ospitati nelle basi del Golfo e del Medio Oriente. Secondo gli esperti, sulla base degli storici rapporti di potere in Medio Oriente e nel Golfo, le leadership dei governi a Riad, Abu Dhabi e Amman non hanno dubbi nello scegliere l'asse israelo-statunitense rispetto a quello guidato dall'Iran e di cui fanno parte Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano e gli Houthi in Yemen. E sono pronti a fare scudo, mettendo in campo una vera e propria cintura difensiva intorno a Israele, al fianco degli Stati Uniti, della Francia e della Gran Bretagna, in caso di un'eventuale massiccia azione militare da parte dell'Iran e dei suoi alleati

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L’Iran ha giurato vendetta

  • Il livello di attenzione si è alzato ai massimi livelli dopo l'annuncio dell'uccisione del leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, nel massiccio bombardamento israeliano su Beirut. L'Iran che giura vendetta ha evocato anche la possibilità di "inviare truppe in Libano" a sostegno del suo alleato libanese. Ma la Repubblica islamica non è riuscita finora a far atterrare all'aeroporto di Beirut nemmeno un aereo civile e ha annullato ogni volo verso il Libano dopo che Israele ha ribadito di essere in grado di controllare, a distanza, lo scalo aereo internazionale libanese

Gli equilibri fra gli alleati arabi degli Stati Uniti

  • Già lo scorso aprile, quando l'Iran aveva compiuto il suo primo attacco diretto nella storia contro Israele, i sistemi di difesa aerea e le aviazioni di Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Giordania, insieme alle forze americane, francesi e britanniche, si erano mobilitate per proteggere lo Stato ebraico. Come sottolinea Urayb Rantaui del Centro di studi politici di Amman, la Giordania è totalmente dipendente dagli Stati Uniti e Israele. Mentre l'Arabia Saudita, in attesa di normalizzare i suoi rapporti con lo Stato ebraico, rimane nell'orbita americana sperando di rafforzare il legame di sicurezza e militare con Washington. Dal canto loro, gli Emirati Arabi Uniti, che hanno già da quattro anni riconosciuto Israele con gli Accordi di Abramo del 2020, hanno più volte condiviso con l'alleato americano informazioni di sicurezza riguardanti presunti piani di guerra dell'Iran

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Rapporti di forza geopolitici difficili da intaccare

  • Secondo gli esperti, quindi, Riad, Abu Dhabi e Amman non hanno dubbi nello scegliere oggi l'asse israelo-statunitense rispetto a quello guidato dall'Iran. La faglia del confronto tra le due trincee contrapposte da decenni non si muove necessariamente soltanto lungo linee confessionali ("sunniti contro sciiti"): lo sciismo khomeinista dell'Iran si è alleato con la fratellanza musulmana sunnita di Hamas, e gli Hezbollah duodecimani cooperano strettamente con gli zaiditi Houthi pur esprimendo due dottrine sciite rivali fra loro. L'integralismo religioso dei sauditi non trova spazio ad Amman e ad Abu Dhabi, mentre queste alleanze sono il frutto di rapporti di forza geopolitici ben sedimentati nel tempo e che difficilmente possono essere alterati

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