Introduzione
La nuova escalation degli attacchi israeliani in territorio libanese è culminata con il raid che ha ucciso il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah. Il timore è che si arrivi a una guerra aperta tra i due Paesi, con un allargamento delle ostilità anche ad altri Stati, come l’Iran. Le tensioni hanno radici profonde che risalgono alla guerra arabo-israeliana del 1948. Da allora si sono susseguite diverse fasi nel corso dei decenni. Ma quali sono i motivi del conflitto?
Quello che devi sapere
Un’ostilità lunga decenni
- L'uccisione del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah e gli intensi attacchi israeliani a sud di Beirut fanno temere un nuovo conflitto tra Israele e il Libano. Una ostilità che ha radici storiche che risalgono alla guerra arabo-israeliana del 1948. Ecco le varie fasi che hanno portato a picchi di tensione nel corso dei decenni, aumentati dopo la nascita del movimento di resistenza politico-religioso nel 1982.
Per approfondire: Hassan Nasrallah, chi era il leader di Hezbollah ucciso da Israele
La guerra arabo-israeliana del 1948
- Il Libano non ha partecipato direttamente ma era comunque in prima linea, accogliendo sul territorio, molto piccolo, il più grande numero di rifugiati palestinesi al di fuori dai territori occupati. Questi rifugiati in qualche modo hanno portato il conflitto in Libano: tra loro sono nate delle milizie, tra cui quelle di Al-Fatah, contro le quali Israele ha attuato rappresaglie sul territorio libanese. In tutto sono 600mila i rifugiati palestinesi in Libano in 12 campi profughi
Le fattorie di Shebaa e le altre ragioni
- Tra gli oggetti del contenzioso tra Libano e Israele c’è il piccolo territorio libanese strategico delle Fattorie di Shebaa (in foto), incastonato nelle alture del Golan occupato nel 1967 da Israele e annesso nel 1981. Il governo libanese richiede la restituzione di questo fazzoletto di terra ricco di risorse idriche. Hezbollah si è focalizzato su questa richiesta di restituzione mentre per Israele si tratta di un territorio siriano, parte del Golan occupato e poi annesso. Un altro nodo del dissidio tra Libano e Israele riguarda poi le risorse di gas e la delimitazione delle frontiere. Sono questi i motivi principali del conflitto fra i due Stati al quale si aggiunge il conflitto fra Israele e Hezbollah, e indirettamente il sostenitore del gruppo armato libanese, l’Iran
L’invasione del Libano nel 1982
- Nel 1978, Israele ha schierato truppe per proteggere il proprio confine dalle incursioni dei combattenti palestinesi. In seguito all'aumento degli attacchi nel nord di Israele e al tentato assassinio del diplomatico israeliano Shlomo Argov, lo Stato ebraico lanciò nel 1982 l'operazione “Pace in Galilea”. Il suo obiettivo era rintracciare ed eliminare i militanti dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) che avevano trovato rifugio in Libano. Massicciamente bombardata e circondata, la capitale Beirut diventò un campo di battaglia che i palestinesi furono costretti ad abbandonare. Tuttavia, Israele decise di continuare a occupare gran parte del sud del Paese per creare una zona cuscinetto e garantire la propria sicurezza
La nascita di Hezbollah
- In reazione a questa occupazione, nel 1982 fu creato Hezbollah con il sostegno dell'Iran, che inviò le sue guardie rivoluzionarie per addestrare e armare la nuova milizia. Hezbollah si presenta come un movimento di resistenza politico-religioso il cui obiettivo principale è la distruzione dello Stato di Israele. "La nostra lotta finirà solo quando questa entità, Israele, sarà eliminata", proclama la carta costitutiva di Hezbollah. Agendo clandestinamente, il movimento si è rivelato pubblicamente solo tre anni dopo. Durante questo periodo, le milizie islamiste sciite hanno intensificato i sequestri di ostaggi, gli attacchi e le azioni di guerriglia contro i soldati israeliani e l'Esercito del Libano del Sud (Sla), un gruppo paramilitare composto da sciiti e cristiani libanesi. Israele ha risposto con operazioni come "Justice Served" nel 1993 e "Grapesof Wrath" nel 1996, che hanno ucciso centinaia di libanesi e costretto allo sfollamento più di mezzo milione di civili nel Paese (in foto i miliziani di Hezbollah)
Il ritiro di Israele nel 2000
- Dopo vent'anni di occupazione di parte del territorio libanese, le truppe israeliane si sono ritirate, offrendo una vittoria simbolica a Hezbollah. Iniziò un periodo di relativa calma nonostante le tensioni e le incursioni ancora frequenti dei combattenti delle milizie sciite in territorio israeliano. Durante questo periodo, Hezbollah ha continuato a radicarsi in Libano e a integrarsi nel panorama politico stabilendo alleanze intercomunitarie. Negli anni Novanta è iniziata una strategia di "libanizzazione" che ha portato, nel 2005, alla prima partecipazione del movimento islamista a un governo. Ma Hezbollah non ha abbandonato la lotta armata contro Israele, rivendicando in particolare l’evacuazione delle le fattorie di Shebaa
La seconda guerra del Libano
- In seguito all’attacco mortale di Hezbollah contro l'esercito israeliano il 12 luglio 2006, i miliziani sciiti sono riusciti a rapire due soldati israeliani. Per ritorsione, Israele ha lanciato un'offensiva su larga scala sul territorio libanese e ha effettuato devastanti raid aerei, distruggendo interi quartieri e la maggior parte delle infrastrutture del Paese. Allo stesso tempo, l’esercito israeliano ha lanciato un'incursione via terra e ha imposto un blocco marittimo, aereo e terrestre. Questo conflitto rimane ad oggi il più sanguinoso tra Israele e Hezbollah: in 33 giorni, in Libano sono state uccise 1.200 persone, la maggior parte civili, e i combattimenti hanno portato allo sfollamento di un milione di persone. Da parte israeliana il bilancio ammonta a 165 morti e 500mila sfollati
Hezbollah in Siria
- Nel 2012 la guerra civile che minacciava la Siria ha costituito anche un'area di confronto indiretto tra Israele e Hezbollah, che intervenne contro il regime di Bashar al-Assad. I miliziani hanno fornito al presidente siriano un prezioso supporto militare, tecnico e logistico contro i ribelli. L'intervento della Milizia Sciita venne presentato dal suo leader Hassan Nasrallah come un imperativo per salvare "la resistenza contro Israele". La propaganda di Hezbollah ha presentato la manifestazione contro la leadership del regime siriano come un complotto occidentale e sionista. D'altro canto, Israele è intervenuto anche nel conflitto del 2013, bombardando la zona controllata in cui combatteva Hezbollah
Dal massacro del 7 ottobre alla guerra a Gaza
- Il 7 ottobre 2023, l'attacco terroristico del gruppo palestinese Hamas, che ha provocato la morte di 1.200 persone in Israele, ha portato a un intensificarsi dei bombardamenti nella Striscia di Gaza. In risposta ad Hamas, Hezbollah, da un secondo fronte, ha lanciato il suo primo raid contro Israele, e ha risposto con il fuoco dei militanti e l'attacco dei droni. A fine dicembre 2023, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto del ritorno della popolazione israeliana una priorità di intervento e ha promesso di "trasformare Beirut e il sud del Libano in Gaza". Nasrallah ha invece promesso di fermare i bombardamenti non appena sarà attuato un cessate il fuoco su Gaza. In un anno gli scontri Israele-Hezbollah hanno causato oltre 1540 morti in tutto. Gli scontri a fuoco stanno diventando un evento quotidiano e hanno provocato lo sfollamento di 160mila persone su entrambi i lati del confine. Questa guerra a bassa intensità ha conosciuto diversi picchi di tensione nei mesi scorsi. Ora l'uccisione del leader di Hezbollah (in foto Nasrallah) rischia di far precipitare la situazione, con una dura risposta del gruppo armato libanese sostenuto da Teheran da un lato, e un paventato attacco di terra da parte di Israele dall'altro.
Per approfondire: Iran, Khamenei: “Tutti i musulmani si schierino con Hezbollah”
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