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Guerra Israele - Hamas, raid su Khan Younis e Nuseirat: morti e decine di feriti

©Ansa

Raid israeliani su Gaza. Dopo l'ordine di evacuazione, Khan Younis è stata presa di mira da diversi attacchi: otto persone sono morte e più di trenta sono rimaste ferite e portate all'ospedale Nasser, ha riferito la Mezzaluna Rossa palestinese. Blinken ha ribadito la sua convinzione che Israele non voglia una guerra in Libano, pur ammettendo che "potrebbe essere pronto a intraprenderne una se necessario - dal loro punto di vista -  per proteggere i loro interessi"

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Israele ha dato ordine di evacuazione da Khan Younis (Gaza) che è stata presa di mira da diversi attacchi. Otto persone sono morte e almeno trenta sono rimaste ferite e portate all'ospedale Nasser, hanno riferito gli operatori sanitari della Mezzaluna Rossa palestinese e una fonte medica all'interno dell'istituzione sanitaria. 

Un giornalista dell'AFP e testimoni hanno riferito di una moltitudine di attacchi israeliani sia nell'area a Sud di gza che a Rafah. Nel nord, i soldati israeliani hanno continuato le operazioni avviate il 27 giugno a Shujaiya, un quartiere a est di Gaza City. Secondo l'Idf, "una ventina di terroristi sono stati eliminati li' con decine di attacchi aerei" e "molti sono stati uccisi durante i combattimenti". 

Blinken ha ribadito la sua convinzione che Israele non voglia una guerra in Libano, pur ammettendo che "potrebbe essere pronto a intraprenderne una se necessario - dal loro punto di vista -  per proteggere i loro interessi". Secondo il capo della diplomazia Usa,  neppure Hezbollah vuole la guerra né il Libano perché ne sarebbe la prima vittima. Né tanto meno l'Iran  perché preferirebbe salvare Hezbollah per un eventuale scenario di conflitto diretto con Israele.



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Non solo Netanyahu, da Putin a Gheddafi: chi sono i leader finiti nel mirino dell'Aja

Il procuratore capo della Corte penale internazionale ha chiesto di   emettere un mandato di arresto contro il premier israeliano - e contro i   numero uno Hamas Sinwar - per "crimini di guerra e crimini contro   l'umanità". Se accolta, il primo ministro dello Stato ebraico finirebbe   in un elenco in cui compaiono molte figure controverse. CHI SONO

Macron a Netanyahu: 'si eviti un conflitto con Hezbollah'

Il presidente francese Emmanuel Macron ha insistito oggi sulla "assoluta necessità di prevenire un conflitto" tra Israele e il movimento islamista Hezbollah in Libano, nel corso di una telefonata col primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. Il presidente "ha ribadito la sua estrema preoccupazione per l'aumento delle tensioni tra Hezbollah e Israele lungo la Linea Blu e ha sottolineato l'assoluta necessità di prevenire un conflitto che danneggerebbe sia gli interessi del Libano sia di Israele e costituirebbe uno sviluppo particolarmente pericoloso per la stabilità regionale", ha affermato l'Eliseo. Macron ha poi esortato Netanyahu a non avviare una "nuova operazione" vicino a Khan Younis e Rafah, nella Striscia di Gaza. Il presidente "ha espresso la sua opposizione a qualsiasi nuova operazione israeliana vicino a Khan Younis e Rafah, che non farebbe altro che peggiorare il bilancio umano e una situazione umanitaria già catastrofica", ha aggiunto l'Eliseo. 

Israele avrebbe organizzato una campagna di persuasione online rivolta a politici USA

Lo rivela il New York Times, che cita fonti del Ministero della Diaspora di Israele. Anche OpenAI e Meta affermano di aver individuato un’operazione di disinformazione portata avanti da una società israeliana LEGGI L'ARTICOLO






Onu su Khan Yunis, 'sgombero a livello massiccio aumenta sofferenze'

Le Nazioni Unite lanciano l'allarme per ordini di sgombero a un "livello così massiccio" come gli ultimi arrivati dai militari israeliani per la città di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza, che non faranno altro che "aumentare le sofferenze dei civili e i bisogni umanitari". "La gente si trova di fronte alla scelta impossibile tra doversi trasferire, molti per la seconda o terza volta, in aree che a malapena hanno spazi o servizi o restare in aree in cui sanno che ci saranno pesanti combattimenti", ha denunciato Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale dell'Onu. Ieri i militari israeliani hanno ordinato lo sgombero del settore orientale di Khan Yunis e già stamani sono stati confermati raid. 

Hezbollah, stop scontri con Israele se cessate fuoco Gaza

Se ci sarà un cessate il fuoco a Gaza, ci fermeremo senza alcuna discussione": lo ha affermato da Beirut lo sceicco Naim Kassem, il numero due di Hezbollah, all'Associated Press. Il gruppo sciita filo-iraniano ha aperto un altro fronte con Israele, impegnano contro Hamas nella Striscia, per dare "sostegno" all'alleato palestinese. "Se la guerra finisse, questo sostegno militare non esisterebbe più", ha sottolineato Kassem, senza tuttavia specificare cosa accadrebbe se Israele si ritirasse dalla Striscia senza dichiarare ufficialmente il cessate il fuoco. Quanto all'ipotesi di un'operazione limitata israeliana nel sud del Libano, il numero due di Hezbollah ha messo in guardia dai rischi e dalle incognite. "Israele può decidere cosa vuole:guerra limitata, guerra totale, guerra parziale. Ma dovrebbe aspettarsi che la nostra risposta e la nostra resistenza non rientrino nei limiti e nelle regole di ingaggio stabiliti da Israele Se intraprende la guerra, significa che non controlla la sua portata o chi vi partecipa", ha avvertito. 

Stato Palestinese, quali sono i Paesi che lo riconoscono ufficialmente

Spagna, Norvegia e Irlanda hanno annunciato il riconoscimento dello Stato di   Palestina dal 28 maggio. A livello globale lo ha già fatto il 70% circa   dei membri Onu, tra cui non ci sono Italia, Francia, Germania,   Gran Bretagna e Stati Uniti. LEGGI L'ARTICOLO

Netanyahu: 'No a disfattismo, raggiungere obiettivi'

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto le voci disfattiste, ribadendo che lo Stato ebraico metterà fine alla guerra a Gaza "solo dopo aver raggiunto tutti i suoi obiettivi". Le parole del capo di governo arrivano dopo che il New York Times ha pubblicato un pezzo citando fonti anonime nelle forze armate secondo le quali i vertici vorrebbero chiudere la campagna nella Striscia per carenza di munizioni, pezzi di ricambio e personale e per prepararsi a un conflitto contro Hezbollah. "L'Idf ha tutti i mezzi per raggiungere" gli obiettivi della guerra nell'enclave palestinese, ha sostenuto Netanyahu, criticando le "fonti anonime" del giornale. "Non so chi siano queste fonti anonime, ma sono qui per chiarire inequivocabilmente che ciò non accadrà. Non soccombiamo agli spiriti disfattisti, né nel New York Times né altrove. Siamo permeati dello spirito della vittoria", ha concluso.

Medioriente, Parolin: 'Non c’è mai una guerra giusta, con le armi che ci sono difficile il concetto’

E’ una guerra giusta il conflitto israelo-palestinese? “Non è mai una guerra giusta. Se ne può parlare solo in caso di difesa”. Lo ha evidenziato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, dopo la protesta della Commissione Giustizia e pace di Terra Santa sull’utilizzo di guerra giusta, da parte di Israele, nella striscia di Gaza.   “Sappiamo - ha osservato Parolin ai margini di un evento a Palazzo Borromeo - che sulla questione guerra giusta c’è molta discussione perché questo è un concetto della dottrina sociale: la guerra giusta, la guerra di difesa : oggi con le armi che ci sono, diventa molto difficile questo concetto. Infatti se ne discute. Credo non ci sia ancora una posizione definitiva ma è un concetto in revisione”. E’ giusto il conflitto israelo palestinese ? “Non  è mai una guerra giusta, di guerra giusta se ne può parlare solo in caso di difesa”, ha ribadito.

Israele, circa 15 i razzi dal Libano verso il nord del Paese

Sono stati circa 15 i razzi tirati dal Libano verso il nord di Israele dove prima sono risuonate le sirene di allarme. Lo ha fatto sapere, citato dai media, l'esercito secondo cui la maggior parte è stata intercettata.

Onu: oltre 1,9 milioni di persone sfollate a Gaza

La coordinatrice umanitaria dell'Onu per Gaza, Sigrid Kaag, ha detto al Consiglio di Sicurezza che 1,9 milioni di persone sono sfollate nel territorio. "Più di un milione di persone sono state sfollate ancora una volta, cercando disperatamente rifugio e sicurezza, e 1,9 milioni di persone sono ora sfollate in tutta Gaza. Sono profondamente preoccupata per le notizie di nuovi ordini di evacuazione emessi nell'area di Khan Yunis," ha avvertito Kaag.

Netanyahu a Nyt: "Guerra non finirà prima degli obiettivi"

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha risposto ad un articolo del New York Times (Nyt) ribadendo che Israele non finirà la guerra a Gaza prima degli obiettivi prefissati. "Non so chi siano queste fonti senza nome ma - ha risposto - sono qui per renderlo inequivocabilmente chiaro: non accadrà. Porremo fine alla guerra solo dopo aver raggiunto tutti gli obiettivi, compresa l'eliminazione di Hamas e il rilascio di tutti i nostri ostaggi". "Il livello politico ha definito questi obiettivi per l'Idf che - ha aggiunto - ha tutti i mezzi per raggiungerli. Non soccombiamo agli spiriti disfattisti, né al New York Times né ad altri".

"Generali Israele vogliono tregua in caso escalation con Libano"

La leadership militare israeliana vuole un cessate il fuoco con Hamas nel caso in cui scoppi un conflitto più ampio in Libano, anche se ciò manterrà per il momento Hamas al potere, ampliando così la spaccatura tra l'esercito e il primo ministro Benyamin Netanyahu: lo scrive il New York Times citando sei tra attuali ed ex funzionari della sicurezza. I vertici dell'esercito hanno inoltre concluso che una tregua sarebbe il modo più rapido per liberare gli ostaggi a Gaza. Non equipaggiati per ulteriori combattimenti dopo la più lunga guerra israeliana degli ultimi decenni, i generali israeliani più alti in carica ritengono anche che le loro forze abbiano bisogno di tempo per riprendersi nel caso in cui scoppi una guerra di terra contro Hezbollah, la milizia libanese impegnata da ottobre in uno scontro a bassa intensità con Israele. Una tregua con Hamas potrebbe anche facilitare il raggiungimento di un accordo con Hezbollah, secondo le fonti. Hezbollah ha detto che continuerà a colpire il nord di Israele finché Israele non smetterà di combattere nella Striscia di Gaza.

Idf, determinati a continuare la battaglia contro Hamas

Il portavoce militare israeliano ha detto che l'esercito è determinato a continuare la sua battaglia contro Hamas a Gaza. Il portavoce si è riferito a un articolo del 'New York Times' - citato da Ynet -, secondo cui gli alti comandanti dell'Idf sarebbero interessati a un cessate il fuoco a causa della mancanza di armamenti. "Finora -ha spiegato- sono stati raggiunti risultati significativi nella lotta a Gaza, l'Idf continuerà a combattere Hamas ovunque nella Striscia di Gaza, oltre a continuare a promuovere la preparazione alla guerra nel nord e la difesa a tutti i confini". Le forze armare israeliane -ha continuato il portavoce- sono determinate a continuare "a combattere per raggiungere gli obiettivi della guerra, per distruggere le capacità militari e governative di Hamas, per riportare a casa gli ostaggi e condurre di nuovo sani e salvi i residenti del nord e del sud alle loro case".

New York Times, i generali vogliono una tregua a Gaza

I generali israeliani vogliono avviare un cessate il fuoco a Gaza, anche se ciò manterrebbe Hamas al potere per il momento, ampliando la frattura tra l'esercito e il primo ministro Benjamin Netanyahu, che si è opposto a una

tregua che consentirebbe ad Hamas di sopravvivere alla guerra, lo scrive il New York Times. Il giornale Usa ha intervistato, a condizione d'anonimato, sei "attuali ed ex funzionari della sicurezza". I generali ritengono che una tregua sarebbe il modo migliore per liberare i circa 120

israeliani ancora detenuti, vivi e morti, a Gaza. Poco equipaggiati per combattere ulteriormente dopo la guerra

piu' lunga per Israele degli ultimi decenni, i generali ritengono inoltre che le loro forze abbiano bisogno di tempo per

riprendersi nel caso in cui scoppiasse una guerra terrestre

contro Hezbollah, la milizia libanese impegnata in uno scontro a bassa quota con Israele da ottobre, hanno affermato numerosi funzionari. Una tregua con Hamas potrebbe anche facilitare il raggiungimento di un accordo con Hezbollah, secondo i funzionari, la maggior parte dei quali ha parlato a condizione di anonimato per discutere di questioni di sicurezza delicate. Hezbollah ha affermato che continuerà a colpire il nord di Israele finché Israele non smetterà di combattere nella Striscia di Gaza.


Hamas, il bilancio della guerra sale a 37.925 morti

Il ministero della Sanità della Striscia di Gaza, governata da Hamas, ha riportato un nuovo bilancio di 37.925 morti dall'inizio della guerra tra Israele e il movimento islamista palestinese, quasi nove mesi fa. Almeno 25 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore. Un totale di 87.141 persone sono state ferite nel territorio dal 7 ottobre.


Netanyahu si oppone a ruolo Anp a Gaza, ma dietro le quinte lo sostiene

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu continua a opporsi, almeno pubblicamente, al fatto che l'Autorità nazionale palestinese (Anp) possa avere un ruolo nel dopoguerra nella gestione della Striscia di Gaza. Dietro le quinte, senza farne pubblicità, Netanyahu ha invece ritirato privatamente la sua opposizione al coinvolgimento di individui legati all'Anp nella gestione di Gaza dopo la guerra contro Hamas. Lo hanno dichiarato al Times of Israel tre funzionari israeliani a conoscenza della questione.

Uno sviluppo che arriva dopo che per mesi l'ufficio di Netanyahu ha ordinato all'apparato di sicurezza di non includere l'Autorità Nazionale Palestinese in nessuno dei suoi piani per la gestione postbellica di Gaza. Un'indicazione che, spiegano due funzionari israeliani, ha ostacolato in modo significativo gli sforzi per elaborare proposte realistiche per quello che è "il giorno dopo".

Pubblicamente, Netanyahu continua a respingere l'idea di un governo dell'Anp sulla Striscia di Gaza. Solo la scorsa settimana a Channel 14 ha detto che non permetterà la creazione di uno stato palestinese nell'enclave palestinese e di "non essere pronto a dare Gaza all'Autorità Nazionale Palestinese". Il suo obiettivo dichiarato è quello di istituire una ''amministrazione civile, se possibile con i palestinesi locali e, si spera, con il sostegno dei paesi della regione''. Ma in privato i principali collaboratori di Netanyahu hanno concluso che gli individui con legami con l'Autorità Nazionale Palestinese sono l'unica opzione praticabile per Israele se vuole affidarsi ai "palestinesi locali" per gestire gli affari civili a Gaza dopo la guerra, come hanno confermato la scorsa settimana due funzionari israeliani e uno statunitense.

Netanyahu

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Ministero della Sanità di Hamas: "37.925 morti a Gaza dal 7 ottobre"

Sale ulteriormente il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza. Secondo il ministero della Sanità di Hamas, si contano almeno 37.925 morti e 87.141 feriti dall'inizio dell'operazione militare israeliana in risposta al massacro del 7 ottobre. Lo stesso ministero ha sottolineato che ci sono stati 25 morti e 81 feriti solo nelle ultime 24 ore.

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