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Guerra Israele - Hamas, raid su Khan Younis e Nuseirat: morti e decine di feriti

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Usa, il Pentagono chiede rimozione immagini aiuti a Gaza
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Usa, il Pentagono chiede rimozione immagini aiuti a Gaza
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Raid israeliani su Gaza. Dopo l'ordine di evacuazione, Khan Younis è stata presa di mira da diversi attacchi: otto persone sono morte e più di trenta sono rimaste ferite e portate all'ospedale Nasser, ha riferito la Mezzaluna Rossa palestinese. Blinken ha ribadito la sua convinzione che Israele non voglia una guerra in Libano, pur ammettendo che "potrebbe essere pronto a intraprenderne una se necessario - dal loro punto di vista -  per proteggere i loro interessi"

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Israele ha dato ordine di evacuazione da Khan Younis (Gaza) che è stata presa di mira da diversi attacchi. Otto persone sono morte e almeno trenta sono rimaste ferite e portate all'ospedale Nasser, hanno riferito gli operatori sanitari della Mezzaluna Rossa palestinese e una fonte medica all'interno dell'istituzione sanitaria. 

Un giornalista dell'AFP e testimoni hanno riferito di una moltitudine di attacchi israeliani sia nell'area a Sud di gza che a Rafah. Nel nord, i soldati israeliani hanno continuato le operazioni avviate il 27 giugno a Shujaiya, un quartiere a est di Gaza City. Secondo l'Idf, "una ventina di terroristi sono stati eliminati li' con decine di attacchi aerei" e "molti sono stati uccisi durante i combattimenti". 

Blinken ha ribadito la sua convinzione che Israele non voglia una guerra in Libano, pur ammettendo che "potrebbe essere pronto a intraprenderne una se necessario - dal loro punto di vista -  per proteggere i loro interessi". Secondo il capo della diplomazia Usa,  neppure Hezbollah vuole la guerra né il Libano perché ne sarebbe la prima vittima. Né tanto meno l'Iran  perché preferirebbe salvare Hezbollah per un eventuale scenario di conflitto diretto con Israele.



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Guerra in Medioriente, tra la vita e la morte: cosa significa diventare madri a Gaza

Nella Striscia ci sono 50mila donne in gravidanza e in media 180 partoriscono  ogni giorno. Ma accedere alle cure medice pre e post partum è  difficilissimo, spesso impossibile. I letti mancano e nelle tende, dove  molte sono costrette a partorire, mancano anche le minime condizioni  igieniche. L'ospedale emiratino di Rafah è l’unico a fornire assistenza  alla maternità. La presidente di Medici Senza Frontiere: "Situazione  inimmaginabile, serve un cessate il fuoco permanente". L'APPROFONDIMENTO

Non solo Netanyahu, da Putin a Gheddafi: chi sono i leader finiti nel mirino dell'Aja

Il procuratore capo della Corte penale internazionale ha chiesto di   emettere un mandato di arresto contro il premier israeliano - e contro i   numero uno Hamas Sinwar - per "crimini di guerra e crimini contro   l'umanità". Se accolta, il primo ministro dello Stato ebraico finirebbe   in un elenco in cui compaiono molte figure controverse. CHI SONO

Macron a Netanyahu: 'si eviti un conflitto con Hezbollah'

Il presidente francese Emmanuel Macron ha insistito oggi sulla "assoluta necessità di prevenire un conflitto" tra Israele e il movimento islamista Hezbollah in Libano, nel corso di una telefonata col primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. Il presidente "ha ribadito la sua estrema preoccupazione per l'aumento delle tensioni tra Hezbollah e Israele lungo la Linea Blu e ha sottolineato l'assoluta necessità di prevenire un conflitto che danneggerebbe sia gli interessi del Libano sia di Israele e costituirebbe uno sviluppo particolarmente pericoloso per la stabilità regionale", ha affermato l'Eliseo. Macron ha poi esortato Netanyahu a non avviare una "nuova operazione" vicino a Khan Younis e Rafah, nella Striscia di Gaza. Il presidente "ha espresso la sua opposizione a qualsiasi nuova operazione israeliana vicino a Khan Younis e Rafah, che non farebbe altro che peggiorare il bilancio umano e una situazione umanitaria già catastrofica", ha aggiunto l'Eliseo. 

Israele avrebbe organizzato una campagna di persuasione online rivolta a politici USA

Lo rivela il New York Times, che cita fonti del Ministero della Diaspora di Israele. Anche OpenAI e Meta affermano di aver individuato un’operazione di disinformazione portata avanti da una società israeliana LEGGI L'ARTICOLO






Onu su Khan Yunis, 'sgombero a livello massiccio aumenta sofferenze'

Le Nazioni Unite lanciano l'allarme per ordini di sgombero a un "livello così massiccio" come gli ultimi arrivati dai militari israeliani per la città di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza, che non faranno altro che "aumentare le sofferenze dei civili e i bisogni umanitari". "La gente si trova di fronte alla scelta impossibile tra doversi trasferire, molti per la seconda o terza volta, in aree che a malapena hanno spazi o servizi o restare in aree in cui sanno che ci saranno pesanti combattimenti", ha denunciato Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale dell'Onu. Ieri i militari israeliani hanno ordinato lo sgombero del settore orientale di Khan Yunis e già stamani sono stati confermati raid. 

Hezbollah, stop scontri con Israele se cessate fuoco Gaza

Se ci sarà un cessate il fuoco a Gaza, ci fermeremo senza alcuna discussione": lo ha affermato da Beirut lo sceicco Naim Kassem, il numero due di Hezbollah, all'Associated Press. Il gruppo sciita filo-iraniano ha aperto un altro fronte con Israele, impegnano contro Hamas nella Striscia, per dare "sostegno" all'alleato palestinese. "Se la guerra finisse, questo sostegno militare non esisterebbe più", ha sottolineato Kassem, senza tuttavia specificare cosa accadrebbe se Israele si ritirasse dalla Striscia senza dichiarare ufficialmente il cessate il fuoco. Quanto all'ipotesi di un'operazione limitata israeliana nel sud del Libano, il numero due di Hezbollah ha messo in guardia dai rischi e dalle incognite. "Israele può decidere cosa vuole:guerra limitata, guerra totale, guerra parziale. Ma dovrebbe aspettarsi che la nostra risposta e la nostra resistenza non rientrino nei limiti e nelle regole di ingaggio stabiliti da Israele Se intraprende la guerra, significa che non controlla la sua portata o chi vi partecipa", ha avvertito. 

Stato Palestinese, quali sono i Paesi che lo riconoscono ufficialmente

Spagna, Norvegia e Irlanda hanno annunciato il riconoscimento dello Stato di   Palestina dal 28 maggio. A livello globale lo ha già fatto il 70% circa   dei membri Onu, tra cui non ci sono Italia, Francia, Germania,   Gran Bretagna e Stati Uniti. LEGGI L'ARTICOLO

Netanyahu: 'No a disfattismo, raggiungere obiettivi'

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto le voci disfattiste, ribadendo che lo Stato ebraico metterà fine alla guerra a Gaza "solo dopo aver raggiunto tutti i suoi obiettivi". Le parole del capo di governo arrivano dopo che il New York Times ha pubblicato un pezzo citando fonti anonime nelle forze armate secondo le quali i vertici vorrebbero chiudere la campagna nella Striscia per carenza di munizioni, pezzi di ricambio e personale e per prepararsi a un conflitto contro Hezbollah. "L'Idf ha tutti i mezzi per raggiungere" gli obiettivi della guerra nell'enclave palestinese, ha sostenuto Netanyahu, criticando le "fonti anonime" del giornale. "Non so chi siano queste fonti anonime, ma sono qui per chiarire inequivocabilmente che ciò non accadrà. Non soccombiamo agli spiriti disfattisti, né nel New York Times né altrove. Siamo permeati dello spirito della vittoria", ha concluso.

Medioriente, Parolin: 'Non c’è mai una guerra giusta, con le armi che ci sono difficile il concetto’

E’ una guerra giusta il conflitto israelo-palestinese? “Non è mai una guerra giusta. Se ne può parlare solo in caso di difesa”. Lo ha evidenziato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, dopo la protesta della Commissione Giustizia e pace di Terra Santa sull’utilizzo di guerra giusta, da parte di Israele, nella striscia di Gaza.   “Sappiamo - ha osservato Parolin ai margini di un evento a Palazzo Borromeo - che sulla questione guerra giusta c’è molta discussione perché questo è un concetto della dottrina sociale: la guerra giusta, la guerra di difesa : oggi con le armi che ci sono, diventa molto difficile questo concetto. Infatti se ne discute. Credo non ci sia ancora una posizione definitiva ma è un concetto in revisione”. E’ giusto il conflitto israelo palestinese ? “Non  è mai una guerra giusta, di guerra giusta se ne può parlare solo in caso di difesa”, ha ribadito.

Israele, circa 15 i razzi dal Libano verso il nord del Paese

Sono stati circa 15 i razzi tirati dal Libano verso il nord di Israele dove prima sono risuonate le sirene di allarme. Lo ha fatto sapere, citato dai media, l'esercito secondo cui la maggior parte è stata intercettata.

Onu: oltre 1,9 milioni di persone sfollate a Gaza

La coordinatrice umanitaria dell'Onu per Gaza, Sigrid Kaag, ha detto al Consiglio di Sicurezza che 1,9 milioni di persone sono sfollate nel territorio. "Più di un milione di persone sono state sfollate ancora una volta, cercando disperatamente rifugio e sicurezza, e 1,9 milioni di persone sono ora sfollate in tutta Gaza. Sono profondamente preoccupata per le notizie di nuovi ordini di evacuazione emessi nell'area di Khan Yunis," ha avvertito Kaag.

Netanyahu a Nyt: "Guerra non finirà prima degli obiettivi"

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha risposto ad un articolo del New York Times (Nyt) ribadendo che Israele non finirà la guerra a Gaza prima degli obiettivi prefissati. "Non so chi siano queste fonti senza nome ma - ha risposto - sono qui per renderlo inequivocabilmente chiaro: non accadrà. Porremo fine alla guerra solo dopo aver raggiunto tutti gli obiettivi, compresa l'eliminazione di Hamas e il rilascio di tutti i nostri ostaggi". "Il livello politico ha definito questi obiettivi per l'Idf che - ha aggiunto - ha tutti i mezzi per raggiungerli. Non soccombiamo agli spiriti disfattisti, né al New York Times né ad altri".

"Generali Israele vogliono tregua in caso escalation con Libano"

La leadership militare israeliana vuole un cessate il fuoco con Hamas nel caso in cui scoppi un conflitto più ampio in Libano, anche se ciò manterrà per il momento Hamas al potere, ampliando così la spaccatura tra l'esercito e il primo ministro Benyamin Netanyahu: lo scrive il New York Times citando sei tra attuali ed ex funzionari della sicurezza. I vertici dell'esercito hanno inoltre concluso che una tregua sarebbe il modo più rapido per liberare gli ostaggi a Gaza. Non equipaggiati per ulteriori combattimenti dopo la più lunga guerra israeliana degli ultimi decenni, i generali israeliani più alti in carica ritengono anche che le loro forze abbiano bisogno di tempo per riprendersi nel caso in cui scoppi una guerra di terra contro Hezbollah, la milizia libanese impegnata da ottobre in uno scontro a bassa intensità con Israele. Una tregua con Hamas potrebbe anche facilitare il raggiungimento di un accordo con Hezbollah, secondo le fonti. Hezbollah ha detto che continuerà a colpire il nord di Israele finché Israele non smetterà di combattere nella Striscia di Gaza.

Idf, determinati a continuare la battaglia contro Hamas

Il portavoce militare israeliano ha detto che l'esercito è determinato a continuare la sua battaglia contro Hamas a Gaza. Il portavoce si è riferito a un articolo del 'New York Times' - citato da Ynet -, secondo cui gli alti comandanti dell'Idf sarebbero interessati a un cessate il fuoco a causa della mancanza di armamenti. "Finora -ha spiegato- sono stati raggiunti risultati significativi nella lotta a Gaza, l'Idf continuerà a combattere Hamas ovunque nella Striscia di Gaza, oltre a continuare a promuovere la preparazione alla guerra nel nord e la difesa a tutti i confini". Le forze armare israeliane -ha continuato il portavoce- sono determinate a continuare "a combattere per raggiungere gli obiettivi della guerra, per distruggere le capacità militari e governative di Hamas, per riportare a casa gli ostaggi e condurre di nuovo sani e salvi i residenti del nord e del sud alle loro case".

New York Times, i generali vogliono una tregua a Gaza

I generali israeliani vogliono avviare un cessate il fuoco a Gaza, anche se ciò manterrebbe Hamas al potere per il momento, ampliando la frattura tra l'esercito e il primo ministro Benjamin Netanyahu, che si è opposto a una

tregua che consentirebbe ad Hamas di sopravvivere alla guerra, lo scrive il New York Times. Il giornale Usa ha intervistato, a condizione d'anonimato, sei "attuali ed ex funzionari della sicurezza". I generali ritengono che una tregua sarebbe il modo migliore per liberare i circa 120

israeliani ancora detenuti, vivi e morti, a Gaza. Poco equipaggiati per combattere ulteriormente dopo la guerra

piu' lunga per Israele degli ultimi decenni, i generali ritengono inoltre che le loro forze abbiano bisogno di tempo per

riprendersi nel caso in cui scoppiasse una guerra terrestre

contro Hezbollah, la milizia libanese impegnata in uno scontro a bassa quota con Israele da ottobre, hanno affermato numerosi funzionari. Una tregua con Hamas potrebbe anche facilitare il raggiungimento di un accordo con Hezbollah, secondo i funzionari, la maggior parte dei quali ha parlato a condizione di anonimato per discutere di questioni di sicurezza delicate. Hezbollah ha affermato che continuerà a colpire il nord di Israele finché Israele non smetterà di combattere nella Striscia di Gaza.


Hamas, il bilancio della guerra sale a 37.925 morti

Il ministero della Sanità della Striscia di Gaza, governata da Hamas, ha riportato un nuovo bilancio di 37.925 morti dall'inizio della guerra tra Israele e il movimento islamista palestinese, quasi nove mesi fa. Almeno 25 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore. Un totale di 87.141 persone sono state ferite nel territorio dal 7 ottobre.


Netanyahu si oppone a ruolo Anp a Gaza, ma dietro le quinte lo sostiene

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu continua a opporsi, almeno pubblicamente, al fatto che l'Autorità nazionale palestinese (Anp) possa avere un ruolo nel dopoguerra nella gestione della Striscia di Gaza. Dietro le quinte, senza farne pubblicità, Netanyahu ha invece ritirato privatamente la sua opposizione al coinvolgimento di individui legati all'Anp nella gestione di Gaza dopo la guerra contro Hamas. Lo hanno dichiarato al Times of Israel tre funzionari israeliani a conoscenza della questione.

Uno sviluppo che arriva dopo che per mesi l'ufficio di Netanyahu ha ordinato all'apparato di sicurezza di non includere l'Autorità Nazionale Palestinese in nessuno dei suoi piani per la gestione postbellica di Gaza. Un'indicazione che, spiegano due funzionari israeliani, ha ostacolato in modo significativo gli sforzi per elaborare proposte realistiche per quello che è "il giorno dopo".

Pubblicamente, Netanyahu continua a respingere l'idea di un governo dell'Anp sulla Striscia di Gaza. Solo la scorsa settimana a Channel 14 ha detto che non permetterà la creazione di uno stato palestinese nell'enclave palestinese e di "non essere pronto a dare Gaza all'Autorità Nazionale Palestinese". Il suo obiettivo dichiarato è quello di istituire una ''amministrazione civile, se possibile con i palestinesi locali e, si spera, con il sostegno dei paesi della regione''. Ma in privato i principali collaboratori di Netanyahu hanno concluso che gli individui con legami con l'Autorità Nazionale Palestinese sono l'unica opzione praticabile per Israele se vuole affidarsi ai "palestinesi locali" per gestire gli affari civili a Gaza dopo la guerra, come hanno confermato la scorsa settimana due funzionari israeliani e uno statunitense.

Netanyahu

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Ministero della Sanità di Hamas: "37.925 morti a Gaza dal 7 ottobre"

Sale ulteriormente il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza. Secondo il ministero della Sanità di Hamas, si contano almeno 37.925 morti e 87.141 feriti dall'inizio dell'operazione militare israeliana in risposta al massacro del 7 ottobre. Lo stesso ministero ha sottolineato che ci sono stati 25 morti e 81 feriti solo nelle ultime 24 ore.

Media: "Israeliano ferito da spari in Cisgiordania"

Un israeliano è stato ferito da colpi d'arma da fuoco nell'avamposto di Mitzpe Yosef, vicino all'insediamento ebraico di Har Bracha non lontano da Nablus, in Cisgiordania. Lo hanno riferito i media. L'Idf ha detto di aver ricevuto segnalazione dell'accaduto e sta inviando forze sul posto. 

Libano, media: "Israele potrebbe attaccare nella seconda metà del mese"

Le Forze di difesa israeliane (Idf) potrebbero avviare un'operazione militare di terra nel sud del Libano, terra di Hezbollah, nella seconda metà di luglio. Lo scrive la Bild citando proprie fonti diplomatiche a condizione di anonimato, secondo le quali l'esercito israeliano potrebbe attaccare ''nella terza o seconda settimana di luglio''. Nel frattempo la compagnia aerea tedesca Lufthansa ha annunciato la sospensione dei collegamenti aerei con Beirut almeno fino al 31 luglio citando ''ragioni di sicurezza''.

Si tratta di uno ''scenario estremo'' che potrebbe influire sul delicato equilibrio nella regione, affermano le fonti a Bild, che parlando di ''una guerra senza limiti'' all'orizzonte. "L'avanzata di Israele in Libano incombe più vicina che mai. E' stata fissata una data'', ha spiegato la fonte.

Anche le agenzie di intelligence statunitensi hanno avvertito che, salvo un accordo dell'ultimo minuto tra Israele e Hamas, la probabilità di una guerra totale ha raggiunto il picco "più alto che in qualsiasi altro momento delle ultime settimane".

Ambasciata Israele a Chiese: "Rammarico per le parole su Gaza"

L'ambasciata d'Israele presso la Santa Sede contesta la presa di posizione delle Chiese di Terra Santa che parla di "guerra di Gaza". "'La guerra contro l'esistenza di Israele' descriverebbe gli eventi degli ultimi 9 mesi in modo più realistico" si legge nel documento in cui si esprime rammarico per le parole che con "pretesti religiosi e astuzie linguistiche non fa altro che opporsi al diritto di Israele di difendersi". 

Idf: "Non vi è alcuna intenzione di evacuare l'ospedale nella zona di Khan Yunis"

Tajani: "Contributo chiave dell'Italia all'operazione Aspides nel Mar Rosso"

L'Italia sta dando "un contributo chiave all'operazione europea Aspides, a carattere difensivo nel ristabilire la sicurezza nella navigazione e dei traffici commerciali nel Mar Rosso". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un messaggio all'assemblea annuale di Assarmatori. "L'operazione sta ottenendo risultati incoraggianti, finora oltre 100 navi mercantili hanno beneficiato delle attività di accompagnamento", ha sottolineato il ministro nel suo messaggio. "Posso confermare che sono personalmente impegnato ad affrontare le difficoltà che scaturiscono dalla situazione nel Mar Rosso, faremo di tutto per tutelare il sistema marittimo italiano e il nostro sistema produttivo dalle conseguenze di questa crisi", ha rassicurato Tajani, fornendo alcuni dati. "Si stima che il valore annuale pre-crisi dei flussi di import/export dell'Italia che transitano per il Canale di Suez fosse pari a circa 148 miliardi di euro, di cui 93 miliardi di importazioni e 55 miliardi di esportazioni, si tratta del 42,7% del commercio estero dell'Italia via mare e dell'11,9% del commercio estero dell'Italia". 

Iran: "Se Israele attacca il Libano appoggio totale a Hezbollah"

"L'Iran non cerca una guerra su larga scala nella regione, ma in caso di qualunque attacco da parte di Israele al Libano, Teheran difenderà con ogni mezzo gli Hezbollah libanesi": lo ha dichiarato Kamal Kharrazi, consigliere della guida suprema iraniana, Ali Khamenei, e capo del Consiglio per le relazioni estere iraniano. "Se Israele lancia un'offensiva in grande stile contro Hezbollah rischia di innescare una guerra regionale nella quale Teheran e l' 'Asse della resistenza' appoggerebbero con tutta la loro potenza il movimento di resistenza libanese", ha aggiunto Kharrazi, citato dall'agenzia Mehr. 

Mar Rosso, Assarmatori: "Incide sui porti, pesa sulla catena delle merci"

"Al conflitto russo-ucraino, che comporta gravi ripercussioni economiche determinate dalle sempre più sofisticate misure sanzionatorie, si è aggiunto il conflitto in Medio Oriente, con gli attacchi degli Houthi al traffico commerciale nello stretto di Bab el-Mandeb. Sono ben note le conseguenze sui traffici portuali e gli appesantimenti della catena logistica". Lo ha detto il presidente di Assarmatori, Stefano Messina, nel corso dell'assemblea annuale dell'associazione al Parco dei Principi a Roma. "Si tratta di un tema di nuova geopolitica - ha aggiunto - che possiamo solo osservare, sperando che la ragione, un'autorevole politica e il diritto internazionale prevalgano sulle tensioni e sulle guerre, in primis per interrompere le sofferenze inferte alle popolazioni coinvolte in questi conflitti". Il presidente di Assarmatori ha rilevato: "Per quanto riguarda il nostro comparto è oramai evidente l'importanza del trasporto marittimo in particolare per un Paese come l'Italia. Prima la pandemia, quando abbiamo adottato misure e protocolli di sicurezza che poi sono diventati standard a livello internazionale. Poi all'indomani dello scoppio del conflitto russo-ucraino è stato sempre il trasporto marittimo, e penso alle gasiere e alle navi-rigassificatore, a mantenere inalterate le forniture energetiche". 

Israele, Netanyahu parlerà al Congresso Usa il 24 luglio

L'incontro bipartisan e bicamerale simboleggia la relazione duratura tra Stati Uniti e Israele e offrirà al primo ministro Netanyahu l'opportunità di condividere la visione del governo israeliano per difendere la democrazia, combattere il terrorismo e stabilire una pace giusta e duratura nella regione". Così il presidente della Camera repubblicana, Johnson, ed il leader della minoranza al Senato, McConnell, in una dichiarazione congiunta. LEGGI L'ARTICOLO

Idf, uccisi due militari israeliani a Gaza

Due soldati delle Forze di difesa israeliane (Idf) sono morti nella Striscia di Gaza mentre combattevano contro Hamas. Lo ha dichiarato su 'X' il portavoce delle Idf Daniel Hagari spiegando che a perdere la vita sono stati il sergente Nadav Elchanan Knoller e il maggiore Eyal Avnion, entrambi riservisti. Un terzo riservista del 12esimo battaglione è rimasto gravemente ferito.

Bimbi di Gaza a Trieste, Save as Child: Italia non si è girata dall'altra parte

"Mentre il resto d'Europa si è girato dall' altra parte, l'Italia, e in particolare l'ospedale infantile triestino Burlo Garofolo, ha accolto il gruppo di otto bambini gravemente feriti con relativi parenti (13 persone), provenienti da Gaza, portati da Save a Child con un volo umanitario sovvenzionato da privati". Le autorità inglesi non hanno concesso i visti per ritardi burocratici; quelle tedesche erano disposte ad accogliere solo i bimbi senza genitori o altri parenti. E' stato sottolineato più volte nel corso della serata di beneficenza "Nessun dorma", organizzata al Mib School of management per raccogliere fondi proprio per le protesi per i piccoli in cura all'ospedale. I bambini, gravemente feriti e con varie amputazioni, erano ricoverati in vari ospedali de Il Cairo dopo essere stati autorizzati a uscire da Gaza. Grazie alla ong 'Save a child' dell'inglese Sally Becker a fine maggio furono imbarcati sul volo umanitario ma le autorità inglesi non avevano concesso i visti per l'ingresso in Gran Bretagna. Becker si era allora rivolta al medico volontario Marino Andolina che fece da intermediario con l'ospedale Burlo Garofolo e con le autorità italiane e i piccoli con i loro parenti furono portati in salvo.

Iran: In campo tutti i mezzi per sostenere Hezbollah contro Israele

L'Iran è pronto a mettere in campo tutti i mezzi che ha a disposizione per sostenere i miliziani di Hezbollah in una guerra su vasta scala contro Israele. Lo ha dichiarato in una intervista al Financial Times Kamal Kharazi, consigliere della guida suprema dell'Iran l'Ayatollah Ali Khamenei e capo del Consiglio strategico iraniano per le relazioni internazionali, rispondendo a una domanda sull'eventuale sostegno militare che l'Iran fornirebbe al movimento sciita in caso di conflitto su vasta scala. ''Il popolo arabo, i paesi arabi e l'asse della resistenza sosterranno il Libano contro Israele", ha aggiunto. Tuttavia, secondo il consigliere del leader iraniano, un'ulteriore escalation del conflitto e la sua espansione "non corrispondono agli interessi né dell'Iran, né gli Stati Uniti".

Morta Liora Argamani, madre di Noa, l'ostaggio liberato

E' morta Liora Argamani, madre di Noa, la ragazza israeliana ostaggio a Gaza liberata di recente insieme ad altri 3 rapiti, in una operazione dell'Idf a Gaza. Lo ha fatto sapere l'ospedale dove la donna era ricoverata per un tumore al cervello. Liora Argamani, di origini cinesi, si era battuta strenuamente per la liberazione della figlia, rapita al festival musicale Nova il 7 ottobre dello scorso anno, con numerosi appelli ad Hamas, invocando anche le sue condizioni di salute terminali. Nelle ultime ore Noa - il cui compagno è ancora prigioniero a Gaza - è stata accanto alla madre.

Media, ufficio Netanyahu considera ora l'Anp nel futuro di Gaza

L'ufficio del premier israeliano, Benyamin Netanyahu, nelle ultime settimane ha cambiato posizione sull'opposizione a un coinvolgimento di esponenti legati all'Autorità nazionale palestinese (Anp) nel dopoguerra a Gaza. Lo hanno riferito 3 fonti al Times of Israel. Si tratterebbe di un cambio, ancora non formalizzato pubblicamente, rispetto a una linea, in opposizione a quella Usa, ribadita con forza e più volte dal premier e che finora ha ostacolato i tentativi di elaborare proposte realistiche per il futuro della Striscia. I principali collaboratori di Netanyahu - secondo le fonti - sembrano giunti alla conclusione che individui con legami con l'Anp siano l'unica opzione praticabile che Israele ha se vuole fare affidamento sui "palestinesi locali" per gestire gli affari civili a Gaza dopo la guerra. "'Palestinesi locali' è il codice - ha spiegato una delle fonti - per gli individui affiliati all'Anp". 

Vittime attacco Hamas fanno causa a Iran, Siria e Corea del Nord

Più di 100 tra vittime e parenti delle vittime dell'attacco del 7 ottobre da parte dei miliziani di Hamas in Israele hanno citato in giudizio Iran, Siria e Corea del Nord accusandoli di fornire sostegno al movimento islamista palestinese e chiedendo almeno 4 miliardi di dollari di danni. Lo riportano i media americani. La causa è stata intentata ieri presso il tribunale federale di Washington dall'ong Anti-Defamation League (Adl). Si tratta del più grande caso contro paesi stranieri in relazione all'attacco ed il primo sostenuto da un'organizzazione ebraica, afferma l'Adl in un comunicato. 

Netanyahu: Stiamo operando a Rafah, Shujaiya e Gaza

"Le nostre forze stanno operando a Rafah, Shujaiya, in tutta Gaza", ha detto domenica Netanyahu. "E' una lotta difficile che stiamo conducendo sul terreno, a volte corpo a corpo, e anche clandestinamente", ha aggiunto, riferendosi ai tunnel scavati da Hamas da quando il movimento islamico ha preso il potere a Gaza nel 2007. 

Palestinesi in fuga

Secondo le Nazioni Unite, negli ultimi giorni tra le 60.000 e le 80.000 persone sono fuggite dall'est e dal nord-est di Gaza City.

Continuano operazioni a Nord di Gaza

Nel nord, i soldati israeliani hanno continuato le operazioni avviate il 27 giugno a Shujaiya, un quartiere a est di Gaza City. Secondo l'Idf, "una ventina di terroristi sono stati eliminati li' con decine di attacchi aerei" e "molti sono stati uccisi durante i combattimenti".


Attacchi ripetuti a Khan Younis, 8 morti, decine feriti

Dopo l'ordine di evacuazione di Israele, Khan Younis e' stata questa mattina presa di mira da diversi attacchi. Otto persone sono morte e piu' di trenta sono rimaste ferite e portate all'ospedale Nasser, hanno riferito gli operatori sanitari della Mezzaluna Rossa palestinese e una fonte medica all'interno dell'istituzione sanitaria. Un giornalista dell'AFP e testimoni hanno riferito di una moltitudine di attacchi israeliani sia nell'area a Sud diGaza che a Rafah.


Esercito Israele ordina evacuazione massa Khan Younis

L'esercito israeliano ha ordinato un'evacuazione di massa dei palestinesi da gran parte di Khan Younis, nel sud di Gaza, suscitando l'allarme che le truppe potrebbero lanciare un nuovo assalto di terra nella seconda città più grande del territorio.

Media, 3 morti in raid Israele su Khan Younis e Nuseirat

Media palestinesi riferiscono di attacchi israeliani che nelle ultime ore hanno causato vittime nella Striscia di Gaza: secondo fonti locali una donna è morta e altre tre persone sono rimaste ferite in un raid a Khan Younis, mentre un bambino è morto in un bombardamento sul campo profughi di Nuseirat.

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