Iran, corteo funebre per il presidente Raisi a Tabriz e Qom. Salma trasferita a Teheran

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Migliaia di persone hanno partecipato alle cerimonie funebri per il leader iraniano e gli altri uomini morti domenica nello schianto dell’elicottero su cui viaggiavano. Stasera le salme saranno deposte nella Grande Moschea Mosalla della capitale. I funerali veri e propri del presidente saranno il 23 maggio nella sua città natale, Mashhad. Lo stato maggiore delle forze armate iraniane ha ordinato un'indagine sulle cause dell'incidente: maltempo o guasto tecnico le ipotesi più accreditate. Elezioni il 28 giugno

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A Tabriz, capitale della provincia dell'Azerbaigian orientale, si è svolta questa mattina la cerimonia funebre per il presidente iraniano Ebrahim Raisi, morto domenica 19 maggio nello schianto dell’elicottero su cui viaggiava, e per le altre vittime dell'incidente. Più tardi, un altro corteo funebre si è svolto a Qom. Migliaia le persone che hanno partecipato nelle due città. Poi le salme sono state trasferite a Teheran. I funerali veri e propri del leader, come ha annunciato il vicepresidente della Repubblica Mohsen Mansouri, si terranno il 23 maggio nella città natale di Raisi, Mashhad, nel nord-est del Paese.

I cortei funebri

La cerimonia funebre a Tabriz è iniziata con un corteo per le vie della città, a cui hanno partecipato decine di migliaia di persone. Le salme del presidente iraniano e delle altre 7 vittime sono state deposte su un mezzo militare che si è fatto strada tra la folla. In tanti sventolavano la bandiera iraniana e quella rossa di Hussein, oltre a gigantografie del presidente. Prima dell'inizio ufficiale della cerimonia si sono svolti raduni in diverse città del Paese in onore del leader morto. A Teheran migliaia di persone, molte delle quali con il ritratto di Raisi in mano, si sono radunate in piazza Valiasr. Dopo il corteo funebre a Tabriz, le salme di Raisi e delle altre vittime sono state trasferite nella città santa di Qom, a sud di Teheran. Qui un altro corteo ha avuto luogo nel pomeriggio, attraversando due luoghi santi: la Moschea Jamkaran e il Santuario di Fatima Masoumeh. Anche qui hanno partecipato migliaia di persone, inclusi religiosi e studenti dei seminari. A Qom, seconda città più sacra dell'Iran dopo Mashhad, Raisi si è formato al seminario islamico e ha acquisito le basi del diritto islamico. Le salme sono poi state trasferite a Teheran, dove stasera saranno deposte nella Grande Moschea Mosalla per le cerimonie commemorative. A guidare le preghiere nella capitale, l'Ayatollah Khamenei. Domani i cortei funebri proseguiranno a Teheran. Le spoglie del presidente defunto saranno trasferite giovedì nella provincia del Sud Khorasan, nell'est del Paese, e poi nella sua città natale, Mashhad, dove saranno sepolte in serata. Il luogo scelto per i funerali è il Mausoleo dell'Imam Reza, uno dei principali santuari degli sciiti. Anche i corpi delle altre vittime verranno sepolti giovedì nei rispettivi luoghi di nascita.

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Lo schianto

Raisi era in viaggio proprio verso Tabriz quando il suo elicottero è precipitato nel nord-ovest dell'Iran. Raisi, 63 anni, ha perso la vita insieme agli altri passeggeri del velivolo: il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian, le guardie del corpo del presidente, il generale Mehdi Mousavi, un membro della base Ansar al-Mahdi delle Guardie rivoluzionarie, il pilota, il copilota e il tecnico di volo. La guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, ha proclamato cinque giorni di lutto e ha nominato presidente ad interim il vicepresidente Mohammad Mokhber fino allo svolgimento delle nuove elezioni, previste per il 28 giugno. La carica di ministro degli Esteri sarà occupata da Ali Bagheri, finora viceministro e principale negoziatore del programma nucleare iraniano.

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Le indagini

Lo stato maggiore delle forze armate iraniane ha intanto ordinato un'indagine sulle cause dell'incidente. Un tragico incidente è l'ipotesi generalmente condivisa nel Paese, con nessuno o quasi che abbia evocato l'ipotesi di un complotto. L'elicottero su cui viaggiava Raisi era scomparso dai radar domenica pomeriggio mentre volava su una catena montuosa vicino alla frontiera nord-occidentale, facendo scattare un'operazione di ricerca con centinaia di uomini, assistiti da droni. Le prime squadre che hanno raggiunto il velivolo, anche grazie a un drone turco che l'ha individuato, hanno trovato un relitto circondato da detriti. Molti dei resti erano carbonizzati, ma la Mezzaluna rossa iraniana ha confermato che si trattava di Raisi e del suo entourage. Secondo le prime ricostruzioni diffuse dai media statali, l'elicottero si è schiantato contro una montagna ed è andato distrutto dopo il violento impatto a terra. Sulle cause dello schianto, al momento si sa che durante il volo le condizioni meteo erano pessime, anche se l'agenzia Irna ha parlato di un "guasto tecnico" all'elicottero. Il mezzo non era di ultima generazione (si trattava di un Bell 212 di fabbricazione americana, probabilmente un lascito dei tempi dello scià) ed era parte di una flotta che sconta la carenza di pezzi ricambio a causa delle sanzioni occidentali.

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Giro di vite contro chi insulta Raisi

In Iran, come riporta la Bbc, il procuratore generale Mohammad Kazem Movahhedi Azad ha ordinato un giro di vite nei confronti degli utenti online che pubblicano "insulti" contro Raisi. Azad ha iniziato a chiedere gli arresti poco dopo la conferma della morte del presidente. Mentre gli utenti pro-regime condividono messaggi di lutto sui social media, voci dissenzienti ricordano il ruolo di Raisi nell'esecuzione di migliaia di prigionieri politici negli anni '80 e nella violenta repressione delle proteste antigovernative: alcuni esprimono gioia per la sua morte.

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