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Ilaria Salis andrà ai domiciliari a Budapest, accolto il ricorso dei legali

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La 39enne attivista milanese, candidata con Avs alle prossime Europee, potrà ora  lasciare il carcere dove si trova da oltre 15 mesi con l'accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra

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Ilaria Salis potrà lasciare il carcere e andare ai domiciliari, in Ungheria. È stato infatti accolto, dal tribunale di seconda istanza ungherese, il ricorso presentato dai legali della 39enne italiana che adesso quindi potrà uscire dal carcere e trascorrere la detenzione ai domiciliari a Budapest.

Avrà il braccialetto elettronico

Il ricorso era stato presentato dai legali di Ilaria Salis contro la decisione del giudice Jozsef Sós che nell'ultima udienza del 28 marzo le aveva negato i domiciliari sia in Italia che in Ungheria. In appello, la richiesta è stata invece accolta e quindi la 39enne attivista milanese, candidata con Avs alle prossime Europee (cosa succede se viene eletta), potrà lasciare il carcere a Budapest dove si trova da oltre 15 mesi con l'accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra.  Il provvedimento, che prevede il braccialetto elettronico, diventerà esecutivo non appena verrà pagata la cauzione prevista dal tribunale. 

Il padre: "Finché resta in Ungheria non mi sento del tutto tranquillo"

"Ilaria è entusiasta di poter finalmente uscire dal carcere e noi siamo felicissimi di poterla finalmente riabbracciare", le prime parole del padre di Ilaria, Roberto Salis, commentato la decisione del tribunale ungherese. "Non è ancora fuori dal pozzo - ha aggiunto - ma sarà sicuramente molto bello poterla riabbracciare dopo 15 mesi, anche se finché è in Ungheria io non mi sento del tutto tranquillo".

Tajani: "Bene, era quello che volevamo"

Soddisfatto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani: "Bene, gli arresti domiciliari erano quello che volevamo. Ora Ilaria Salis potrà votare tranquillamente". "Io sono garantista, speriamo che possa essere assolta e possa ritornare il prima possibile in Italia", ha aggiunto il leader di FI, spiegando che "è merito dell'azione sinergica, del governo e della nostra ambasciata, che hanno lavorato intensamente, in silenzio, senza fare propaganda, senza rulli di tamburi, come abbiamo sempre fatto, come stiamo facendo con Falcinelli e con tutti”.

La strada per il rientro in Italia

Il trasferimento agli arresti domiciliari a Budapest per Ilaria Salis dovrebbe agevolare le tappe per il possibile rientro in Italia della donna. Le autorità italiane - si apprende da fonti di governo - potrebbero chiedere al dicastero ungherese, previa l'eventuale richiesta da parte dei legali di Salis, la necessaria documentazione e trasmettere il tutto all'autorità giudiziaria competente per il riconoscimento e l'esecuzione in Italia della misura applicata, secondo quanto prevede la legge quadro del Consiglio europeo del 2009, per il reciproco riconoscimento delle decisioni sulle "misure alternative alla detenzione cautelare". Sulla norma, però, ci sarebbe una giurisprudenza non univoca in quanto quella applicata a Salis non è una misura conseguente ad una condanna definitiva ma una misura cautelare. 

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