Elezioni e disinformazione, l’Ue apre un’indagine su Facebook e Instagram

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La Commissione ha aperto un procedimento contro Meta, l'azienda che controlla Facebook e Instagram, per presunte violazioni del Digital Services Act. Diversi i punti toccati: pubblicità ingannevole, contrasto ai contenuti falsi, chiusura di CrowdTangle, il tool per il monitoraggio dei post virali

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A poco più di un mese dalle elezioni europee, previste tra il 6 e il 9 giugno, la Commissione europea ha aperto una procedura formale per valutare se Meta - la società che controlla tra gli altri Instagram e Facebook - abbia violato il Digital Service Act (Dsa), la legge sui servizi digitali. Sono diversi i punti toccati dall’indagine aperta dall’esecutivo, dalla lotta alla disinformazione alle interferenze di Paesi terzi fino alla gestione dei contenuti politici, con un focus anche sulla decisione di Meta di dismettere la piattaforma di monitoraggio dei social CrowdTangle. 

Su cosa indaga la Commissione europea

La Commissione europea vuole verificare se Meta stia effettivamente rispettando gli obblighi imposti dal Dsa nel contrastare la diffusione di pubblicità ingannevoli e campagne di disinformazione. La proliferazione di tali contenuti, sostiene la Commissione, potrebbe rappresentare un pericolo per i processi elettorali - le elezioni europee sono previste a inizio giugno -, per i diritti fondamentali e per la protezione dei consumatori. Inoltre, c'è il sospetto che la politica di Meta di abbassare nei feed di Instagram e Facebook i contenuti politici non rispetti gli obblighi previsti dalla Dsa, e l’indagine si concentrerà sulla compatibilità di questa politica con gli obblighi di trasparenza. E ancora, la Commissione contesta la mancata disponibilità di un efficace strumento terzo di monitoraggio dei contenuti in vista delle imminenti elezioni europee, sottolineando come Meta stia dismettendo, senza un adeguato rimpiazzo, CrowdTangle - tool che permette a giornalisti e ricercatori di tracciare i contenuti virali sui social.

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Cos’è e perché è importante CrowdTangle

Nella nota della Commissione viene dato ampio spazio alla decisione di Meta di dismettere CrowdTangle. Acquistata nel 2016 da Meta, CrowdTangle è considerata da molti analisti ed esperti del settore uno strumento fondamentale per monitorare la disinformazione sulle piattaforme social di Meta, che però ha deciso di chiuderla il 14 agosto e sostituirla con un nuovo strumento. Melanie Smith, direttrice della ricerca presso l’Institute for Strategic Dialogue - think tank con sede a Londra - ha dichiarato all’AFP che la chiusura della piattaforma “limiterà enormemente il monitoraggio indipendente dei danni” e che “si tratta di un grave passo indietro in termini di trasparenza dei social”.
La Commissione europea sospetta che, chiudendo CrowdTangle, Meta abbia “fallito nell’affrontare e mitigare adeguatamente i rischi relativi agli effetti di Facebook e Instagram sul dibattito pubblico e i processi elettorali e altri rischi sistemici”. La nota inoltre sottolinea come, data la reach delle piattaforme di Meta nell’Unione europea superiore ai 250 milioni di utenti attivi al mese e le prossime elezioni europee e in altri Stati membri, la dismissione di CrowdTangle potrebbe causare un danno al dibattito pubblico e ai processi elettorali in relazione alla capacità di contrastare la misinformazione e la disinformazione. 



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I prossimi passi stabiliti dalla Commissione

Per questo la Commissione ha fatto sapere che “si riserva di valutare la natura e l'imminenza del danno e si aspetta che Meta cooperi con la Commissione presentando senza indugio le informazioni necessarie per effettuare tale valutazione”. Inoltre “la Commissione si aspetta che Meta adotti rapidamente tutte le azioni necessarie per garantire un efficace controllo pubblico in tempo reale del suo servizio, fornendo un accesso adeguato a ricercatori, giornalisti e funzionari elettorali agli strumenti di monitoraggio in tempo reale dei contenuti ospitati sui suoi servizi”. Dunque a Meta è richiesto di “comunicare entro cinque giorni lavorativi quali azioni correttive sono state prese, e la Commissione si riserva di adottare misure nel caso queste azioni siano giudicate insufficienti”.

Il commento di von der Leyen

Infine, la Commissione europea vuole capire se il meccanismo di segnalazione dei contenuti illegali rispetti gli obblighi previsti dal Dsa. In particolare - si legge ancora nella nota - il sospetto è che il meccanismo che permette agli utenti di notificare la presenza di questi contenuti non rispetti i requisiti di facilità di accesso e user-friendly. A questo si aggiunge anche il sospetto che Meta non abbia predisposto un efficace sistema di gestione delle contestazioni sulla moderazione dei contenuti.  “Se sospettiamo una violazione delle regole, agiamo." ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. "Questo è sempre vero, ma lo è ancora di più nei periodi di elezioni democratiche. Le grandi piattaforme digitali devono rispettare i loro obblighi di investire sufficienti risorse in questo e la decisione di oggi mostra che siamo seri sul far rispettare le regole".

 

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