Cina, via libera al blocco dei chip Intel e Amd nei computer governativi

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Le linee guida più rigorose sugli appalti pubblici cercano poi di mettere da parte Windows di Microsoft e i software di database esteri a favore di opzioni nazionali, di pari passo con lo scopo di localizzazione nelle imprese statali. Lo riferisce il Financial Times

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Nuovo colpo nella "guerra dei chip" tra Cina e Stati Uniti. Il governo di Xi Jinping ha introdotto nuove linee guida per quanto riguarda la presenza di microchip statunitensi da computer e server governativi. Queste prevedono infatti la graduale eliminazione dei microchip prodotti dalle aziende americane Intel e Amd nei computer in uso nei server e nelle dotazioni informatiche governative.

La campagna per avere più soluzioni nazionali

Come riferisce il Financial Times, le linee guida più rigorose sugli appalti pubblici cercano poi di mettere da parte Windows di Microsoft e i software di database esteri a favore di opzioni nazionali, di pari passo con lo scopo di localizzazione nelle imprese statali. Questo si inserisce in una campagna su vasta scala per sostituire la tecnologia straniera con soluzioni nazionali. Intanto, a Pechino si è appena chiuso il China Development Forum, con lo scopo di risollevare gli investimenti dall'estero.

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Biden e il "Chips & Science Act"

Qualche giorno fa, il presidente statunitense Joe Biden aveva annunciato l'allocazione di 20 miliardi di dollari fra prestiti e sovvenzioni all'azienda Intel. I fondi, erano stati stanziati in virtù del cosiddetto “Chips & Science Act”, sostenuto dallo stesso Biden per incoraggiare e sostenere concretamente la produzione di chip americane. Il "Chips Act" è stato formulato in particolare per prevenire possibili criticità nel caso in cui la Cina dovesse invadere Taiwan, la maggiore produttrice al mondo di semiconduttori. 

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