Il presidente americano ha deciso di scommettere sui semiconduttori americani concedendo al colosso di Santa Clara una cifra importante, fra prestiti e sovvenzioni, in virtù del "Chips Act". Obiettivo? Quello di aumentare la capacità produttiva negli Stati Uniti, creare posti di lavoro e colmare la dipendenza dai chip prodotti all'estero, in particolare da quelli provenienti da Taiwan
Joe Biden ha deciso di scommettere fortemente sui semiconduttori americani concedendo al colosso Intel una cifra vicina ai 20 miliardi di dollari fra prestiti e sovvenzioni. Obiettivo? Quello di aumentare la capacità produttiva negli Stati Uniti con risorse che, considerando anche le previste detrazioni fiscali fino al 25%, consentiranno al colosso con sede a Santa Clara di investire 100 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni proprio negli Usa.
Colmare la dipendenza americana dai chip prodotti all’estero
L'annuncio, come riporta anche l’agenzia Reuters, rappresenta una svolta per Biden, impegnato a colmare la dipendenza americana dai chip prodotti all'estero, in particolare da quelli provenienti da Taiwan, tentando così di aumentare i posti di lavoro in patria. I fondi, è stato spiegato, sono stati stanziati in virtù del cosiddetto “Chips Act”, sostenuto dallo stesso presidente americano per incoraggiare e sostenere concretamente la produzione di chip “a stelle e strisce” e prevenire in questo modo possibili criticità nel caso in cui la Cina dovesse invadere Taiwan che rappresenta, ad oggi, la maggiore produttrice al mondo di semiconduttori. E da cui gli Stati Uniti sono dipendenti. Adesso però, anche in virtù dei rapporti sempre più tesi tra Usa e Pechino e i timori legati alla possibile invasione cinese a Taiwan, Biden ha scelto di agire concretamente. In particolare, riducendo la dipendenza diretta dalla taiwanese Tsmc, a cui potrebbero essere anche destinati dei fondi del “Chips Act” per un impianto in Arizona, utilizzato per la lavorazione dei chip destinate ad aziende quali Apple e Amd.
La creazione di 30mila posti di lavoro
I fondi destinati ad Intel serviranno alla produzione di "semiconduttori all'avanguardia negli Stati Uniti, mantenendo l'America alla guida dell'innovazione". Lo ha riferito la segretaria al Commercio, Gina Raimondo, sottolineando come il provvedimento porterà alla creazione di 30.000 posti di lavoro. "Il mese scorso ho fissato un ambizioso obiettivo per il Chips Act, ovvero far sì che l'America produca il 20% dei semiconduttori più all'avanguardia nel mondo entro la fine del decennio. E questo annuncio per Intel ci mette sulla strada per raggiungere questo obiettivo", ha confermato Raimondo. Per l’ad di Intel, Pat Gensler, si tratta di “un momento decisivo per gli Stati Uniti e per l’azienda mentre lavoriamo per alimentare il prossimo capitolo dell'innovazione americana nella produzione di semiconduttori". Gli aiuti derivati dal Chips Act, ha poi concluso, servirà ad assicurare che “Intel e gli Stati Uniti siano alla guida dell'era dell'intelligenza artificiale mentre costruiamo una catena di approvvigionamento di semiconduttori che sia affidabile e in grado di spingere il futuro del Paese".