Urne aperte dal 15 al 17 marzo, quando in oltre 112 milioni saranno chiamati a scegliere il nuovo capo del Cremlino. Putin, in carica dal 1999 salvo una breve parentesi tra il 2008 e il 2012, corre per il quinto mandato e deve affrontare tre avversari dell'opposizione che in Parlamento non hanno mai ostacolato le sue politiche. Il voto, per la prima volta su più giorni, coinvolgerà anche la Crimea e le regioni occupate dell'Ucraina. Appello di Julia Navalnaya per un voto di protesta
Le elezioni presidenziali in Russia, in programma dal 15 al 17 marzo, si annunciano con un esito già scontato. Vladimir Putin, attuale capo del Cremlino al potere dal 1999, salvo una parentesi tra il 2008 e il 2012 quando servì da primo ministro, è alla ricerca del terzo mandato consecutivo reso possibile dalla riforma costituzionale approvata con un referendum nel 2020. I suoi tre avversari, tutti provenienti dall'opposizione che in Parlamento non ha mai ostacolato le sue politiche, non sembrano costituire un serio ostacolo alla sua riconferma. Per la prima volta le elezioni si terranno su più giorni e con la possibilità di votare online, modifiche che secondo gli osservatori internazionali rischiano di minare ancora di più la trasparenza delle votazioni. I seggi saranno aperti anche in Crimea, annessa nel 2014, e nelle tre regioni dell'Ucraina militarmente occupate dopo l'invasione del 2022. In totale gli elettori chiamati alle urne sono oltre 112 milioni ma l'incognita principale resta l'affluenza: nell'ultima tornata presidenziale, nel 2018, si era attestata al 67,5%.
Leonid Slutsky
Tra gli sfidanti c'è Leonid Slutsky del Partito liberaldemocratico (Ldpr). Il deputato 56enne ha assunto la guida della formazione nazionalista nel maggio 2022, dopo la morte del fondatore Vladimir Zhirinovsky. Ribattezzato anche come l'"Harvey Weinstein" russo, nel 2018 Slutsky finì al centro delle polemiche dopo l'accusa di molestie sessuali da parte di tre giornaliste. La Commissione etica della Duma, la Camera bassa del parlamento russo, lo ha scagionato dalle accuse e il deputato svolge un ruolo di primo piano come membro del gruppo negozionale con l'Ucraina.
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Nikolai Kharitonov
Il partito Comunista russo schiera invece Nikolai Kharitonov. Per il deputato 75enne si tratta del secondo tentativo dopo le elezioni del 2004, quando arrivò secondo dopo Putin ottenendo il 13,6% dei voti. Figura proposta da Gennady Zyuganov, storico leader del partito erede del Pcus, Kharitonov guida la commissione parlamentare per lo sviluppo dell'Estremo oriente russo e dell'Artico.
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Vladislav Davankov
In corsa per il Cremlino figura anche Vladislav Davankov, esponente del Partito Nuovo Popolo. Il 17 marzo l'ex imprenditore agricolo compirà 40 anni ed è il più giovane candidato alle presidenziali. Vice-presidente della Duma, nel 2021 Davankov si era candidato a sindaco di Mosca arrivando quarto con poco più del 5% dei suffragi.
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L'appello di Yulia Navalnaya
Con la maggior parte degli oppositori di Putin fuori gioco perché morti, in carcere o all'estero, il Cremlino conferma di mantenere uno stretto controllo sul sistema politico e mediatico interno. Di elezioni ha parlato di recente anche Yulia Navalnaya, la vedova del dissidente Alexei Navalny morto nella colonia carceraria artica il 16 febbraio scorso. "Occorre andare al seggio elettorale tutti insieme, il 17 marzo alle 12:00”, ha affermato Yulia Navalnaya in un video su YouTube lanciando un appello per esprimere un voto di protesta. “Cosa fare dopo? Si può scegliere: votare un qualsiasi candidato che non sia Putin, annullare la scheda elettorale, scrivere 'Navalny' a grandi lettere”, ha aggiunto, invitando a formare lunghe code fuori dai seggi.