Ilaria Salis, il padre a Sky TG24: “Mi aspetto a breve delle novità”. VIDEO

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Roberto Salis, papà della 39enne in carcere da un anno in Ungheria, è intervenuto a Sky TG24: “Sono giorni importanti, dobbiamo avere pazienza”, ha detto. “Nessuna richiesta di domiciliari in Ungheria per questioni di sicurezza". Infine ha ricordato che “l’atto di accusa è disponibile. Le hanno vedere i video che la accusano, finora non poteva visionarli"

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La vicenda di Ilaria Salis continua a far discutere. L’insegnante milanese è in carcere da un anno in Ungheria e il suo iter giudiziario ha aperto un caso anche diplomatico e politico. Il padre, Roberto Salis, è intervenuto a Sky TG24: “Sono giorni importanti, dobbiamo avere pazienza”, ha detto. “Nessuna richiesta di domiciliari in Ungheria per questioni di sicurezza”. Infine ha ricordato che “l’atto di accusa è disponibile. Le hanno finalmente permesso di vedere i video che rappresenterebbero l'accusa, un hard disk da 10 terabyte che vanno visti tutti perché non si sa l'accusa a quale spezzone voglia far riferimento. Fino ad ora li aveva ma non le era stato concesso di visionarli, giusto per inquadrare lo scenario nel quale si svolge questo processo”. "L'ipotesi terrorismo non c'è mai stata - ha precisato Salis parlando delle accuse mosse a Ilaria dagli inquirenti di Budapest - mia figlia è accusata di appartenenza ad un'organizzazione criminale. Negli atti del processo ci sono 800 pagine di un processo in Germania su un'organizzazione, nel quale non compare mai il nome di mia figlia, perciò non si capisce - conclude Salis - perché mia figlia sia stata coinvolta". 

La vicenda

Ilaria Salis era stata arrestata l'11 febbraio 2023: da un anno la 39enne milanese è in carcere con l'accusa di aver partecipato a due aggressioni a militanti di estrema destra e di far parte di un'associazione terroristica nota come Hammerbande. La ragazza era andata in Ungheria per una manifestazione opposta a quella in cui ogni anno si ritrovano i neonazisti di mezza per ricordare la battaglia che vide le SS combattere fino alla morte nell'assedio dell'Armata rossa a Budapest nel 1945. Dopo l’arresto Salis ha iniziato una "discesa in questo mondo infero", come lei stessa ha definito la sua carcerazione nella sua ultima lettera intitolata “Dopo un anno siamo ancora qui”. La vicenda giudiziaria è stata lenta e con pochi passi avanti. Salis resta in carcere in attesa della prossima udienza fissata il 24 maggio. I legali stanno valutando la richiesta di domiciliari in Italia per la 39enne.

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Il caso internazionale

La portata del caso è diventata anche politica quando sono emerse le immagini della ragazza in aula in catene per tre ore e mezzo. L’Italia ha attivato i canali diplomatici mentre i suoi legali spiegano che "Ilaria si è dichiarata non colpevole ma ha spiegato di non aver mai potuto leggere gli atti, che non le sono stati mai tradotti, e di non aver ancora visto le immagini su cui sostanzialmente si fonda l'accusa. E quindi ha riferito di non poter presentare nessuna memoria, cosa che è ammessa nel processo ungherese". Qualche giorno fa a Budapest è comparso un murales che raffigura una donna impiccata ad un forca, con la scritta "Ila antifa”. Il 12 febbraio il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà (GNPL) italiano ha reso noto che l'omologo ungherese, cioè il Commissario per i diritti fondamentali, su sollecitazione dello stesso GNPL - che nei giorni scorsi gli aveva scritto a proposito delle condizioni di detenzione di Ilaria Salis chiedendo di monitorare con attenzione la sua situazione presente e futura - ha rassicurato il nostro Organismo di garanzia sull'ufficiale presa in carico del caso. 

collage: immagini di Salis in catene, primo piano di Ilaria Salis e primo piano del padre Roberto

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